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Ex Bellavista, via libera al recupero completo. Ok anche dal Consiglio di Stato

Dopo il Tar nuova sentenza favorevole alla società immobiliare che ha presentato il progetto di riqualificazione contro le “resistenze” della Sopritendenza. L’ex hotel del lungomare di San Cataldo, ormai ridotto ad un rudere, sarà demolito e ricostruito. Acquisito al demanio anche l’ex Windsurf

LECCE – Buone nuove per il programma di riqualificazione dell’ex hotel Bellavista, sul lungomare Vespucci di San Cataldo. Dopo la prima sentenza favorevole emessa dal Tar di Lecce oltre un anno addietro con il provvedimento, pubblicato oggi, la IV sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso in appello promosso dal ministero per i Beni culturali e dalla Soprintendenza sul progetto che riguarda da vicino l’immobile ormai in disuso sul lungomare della marina leccese.

In buona sostanza, dopo questa sentenza, i lavori di recupero potranno partire. Si tratta di un manufatto di epoca storica, costruito nel 1939 e successivamente più volte trasformato, che, come rammentano anche dal sindaco Carlo Salvemini, la società F31 ha proposto al Comune di recuperare, ottenendo nel 2018 il relativo permesso per costruire, al fine di rimetterlo in funzione mantenendo la destinazione commerciale e residenziale turistica. Anche usufruendo dei vantaggi garantiti del cosiddetto “Piano Casa regionale”, che l’amministrazione ha scelto di applicare sul territorio di San Cataldo.

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Negli anni ’50 del secolo scorso, in prosecuzione del prospetto dell’edificio principale, era stata realizzata la cosidetta “spina”, ovvero una costruzione di due piani, più bassa del corpo principale e più lunga di esso, che ospitava al piano terra alcuni negozi ed al piano superiore una serie di piccoli appartamenti affacciati su un’unica terrazza vista mare. Da ultimo, nel 1965, in prosecuzione della spina, è stata realizzata un’arena per il cinema all’aperto, che è nella sostanza uno spiazzo delimitato da un muro di cinta.

Le tappe del contenzioso

Nel contenzioso fra la società F31 e la Soprintendenza dinnanzi al Tar prima e ora al Consiglio di Stato (che ha ritenuto inammissibile le motivazioni del ricorso d’appello) l’ha spuntata la prima, difesa dai legali Pier Luigi Portaluri e Giorgio Portaluri. Il nodo verteva sull’ampliamento dell’esistente e la modifica della sagoma che, hanno sancito i giudizi amministrativi, rispetto a quanto contestato dalla Soprintendenza, è consentita dal Piano paesaggistico territoriale regionale, all'atto di interventi di demolizione e ricostruzione.

Nell’aprile del 2019 la Soprintendenza aveva reso il proprio parere favorevole, ritenendo però necessario il rispetto di diverse prescrizioni. Questo dava al via libera alla ristrutturazione dell’ex albergo, ma non anche alla realizzazione del nuovo complesso di appartamenti, osservando anzi che l’intervento sull’area dell’arena-cinema all’aperto, ovviamente sgombra da edifici, si configurerebbe come nuova costruzione, non ammessa.

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L’impugnazione della società immobiliare, supportata anche dal Comune, ha ora portato alla legittimazione decretata dai giudici amministrativi che consentirà di avviare a pieno la riqualificazione dell’ex Bellavista.

In particolare l’impresa, secondo le previsioni del piano casa e del Piano paesaggistico territoriale regionale, intende demolire e ricostruire parte dell’edificio esistente aumentando la cubatura e modificando la sagoma. L’intervento edilizio, insomma, è volto a sostituire un edificio oggi ammalorato, anche al fine di riqualificare e valorizzare il lungomare.  

La Soprintendenza nel rendere il proprio parere favorevole condizionato al rispetto delle prescrizioni, riteneva necessario il rispetto della sagoma del preesistente edificio poiché proprio il Piano paesaggistico territoriale regionale non consentirebbe questo tipo d’interventi nei territori costieri e nelle aree di rispetto dei boschi.

Condividendo le tesi sostenute dai legali della società che ha acquisito l’immobile il Tar in prima battuta, nel marzo del 2020, ha chiarito che in quelle aree, quando l’intervento sia volto alla riqualificazione del contesto, l’ampliamento dell’esistente e la modifica della sagoma è espressamente consentita dal piano paesaggistico.

Nei riguardi di questa decisione hanno fatto appello in Consiglio di Stato l’allora ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo (oggi ministero della Cultura) e la Soprintendenza, i quali hanno contestato le posizioni espresse dal Tar Lecce circa la piena legittimità dell’intervento con riferimento all’applicazione del piano casa. Il Consiglio di Stato ha, però, rigettato l’appello proposto da quelle amministrazioni, confermando la sentenza del giudice del tribunale amminitrativo.

Soddisfazione di Salvemini e Miglietta

“Ringrazio l’imprenditore Guagnano, che non ha smesso di credere nel progetto e che in questa vicenda ha visto al suo fianco il Comune di Lecce, impegnato per la tutela dell’interesse pubblico al recupero dell’ex hotel Bellavista” commenta il sindaco Carlo Salvemini, “solo attraverso la collaborazione tra amministrazione pubblica e privati investitori possiamo consentire alle marine di dispiegare le loro enormi potenzialità in termini di sviluppo sostenibile, turistico, economico, ambientale. È una buona notizia, che si affianca all’attivazione della procedura di incameramento al demanio marittimo dell’ex Windsurf, propedeutica alla demolizione, e al collaudo e verifica delle reti idriche e fognarie dei villaggi Dario, Del Sole e Adriatico da parte di Aqp”.

“La sentenza di oggi fa vincere il progetto, inteso come risposta all’inerzia granitica che ha attanagliato le marine, storicamente trascurate, ma dense di valori paesaggistici e comunitari” dichiara l’assessora Rita Miglietta, “la rigenerazione dell’edificio, il suo radicale ripensamento, è testimonianza della lotta al degrado e all’abbandono, che ha visto l’amministrazione fin dal luglio del 2018 impegnata a definire, nel deficit programmatorio accumulato, strumenti urbanistici volti ad accompagnare gli investimenti dei privati lì dove agiscono nella ricostruzione dei paesaggi. Il progetto ha tutte le condizioni oggi per restituire a quel tratto di lungomare di San Cataldo la dignità e la vitalità che merita, mi auguro quindi che possa partire da subito”.

“La pronuncia del Consiglio di Stato pone finalmente un punto certo in un’annosa vicenda e, soprattutto, consente ora di riqualificare una parte centrale della principale marina leccese, migliorando così l’offerta turistica della città” il commento invece dei legali Pier Luigi e Giorgio Portaluri, “è infatti nodale per lo sviluppo turistico del capoluogo salentino la riscoperta delle sue marine e il miglioramento della loro attrattività”.

“Tra l’altro, ciò accade, e non si può non sottolinearlo” concludono i legali, “in un periodo in cui i settori turistico-ricettivo e quello dell’edilizia hanno bisogno di nuovo slancio per superare gli inevitabili effetti negativi della grave emergenza epidemiologica”.

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