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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Flash mob: i precari della ricerca "muoiono" nel silenzio del Cnr

Iniziativa presso la sede leccese del centro nazionale. Una ventina le figure ancora in attesa del rinnovo del contratto e poi della stabilizzazione

LECCE -  Con rinnovi contrattuali anche di due settimane per volta, si può tirare a campare una vita. Zero certezze, zero programmi: la vita di un ricercatore in Italia può essere una via crucis lunga anche venti anni, una sorta di professione continua di fede e di pazienza. 

Questa mattina un flash mob presso la sede leccese del Cnr ha provato a centrare l'attenzione sui 20 precari rimasti fuori dalla procedura di stabilizzazione di dicembre, con la quale sono stati inquadrati 60 colleghi. In tutta Italia attendono il definitivo collocamento in circa mille. Il primo obiettivo dell'iniziativa odierna era quello di ottenere il rinnovo dei contratti: ogni mancata proroga, infatti, è un colpo alla qualità della ricerca in questo territorio. Il secondo obiettivo è certamente quello, risolutivo, della stabilizzazione per la quale ci sono fondi resi disponibili sia dal governo Renzi che da quello Conte che ha vincolato allo scopo delle risorse, senza che però il Cnr le abbia ancora utilizzate.

Quasi tutti compresi nella fascia di età tra i 35 e i 45 anni, con punte anche di 50, si portano dietro una storia di precariato che può arrivare anche a 20 anni e proiettarli fino al pensionamento. I ricercatori si occupano dei più disparati settori: dalle nanotecnologie alla medicina, dall'agroalimentare ai beni culturali. 

Guarda il video del flash mob

Il flash mob è stato organizzato dal Movimento Precari Uniti del Cnr, nato due anni addietro e da allora sempre più attivo, con la collaborazione del sindacato dei lavoratori della concoscenze di Cgil, di cui è esponente Giovanna Occhilupo: “La ricerca riguarda ognuno di noi - ha dichiarato -, i gesti quotidiani della nostra vita: l'uso dello smartphone, degli elettrodomestici, tutto ciò che ci circonda è frutto di una attività di ricerca. Chiediamo dunque che tutti contratti in scadanza vengano rinnovati, fino al completamento della stabilizzazione per tutti i lavoratori Cnr”. I ricercatori attendono risposte positive dal piano triennale che il Cnr, presieduto dal leccese Massimo Inguscio, ha preannunciato entro la fine di questo mese.

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