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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cancelli sbarrati dal 13 settembre / Nardò

Boncuri, la foresteria chiude: disagi per 30 stagionali, chiesta una proroga

Alcuni braccianti hanno ancora contratti lavorativi e pratiche in essere e rischiano nel giro di due giorni di ritrovarsi senza una fissa dimora: una lettera alle istituzioni per prolungare l’apertura sino al 30 settembre

NARDO’ – Chiude la foresteria di Boncuri a Nardò ma c’è preoccupazione per circa una trentina di stagionali (27 per la precisione), alcuni dei quali hanno ancora in essere contratti di lavoro fino al prossimo 30 settembre. A sottolinearlo è l’Associazione temporanea di scopo (Ats), composta da InnovaMenti, dalla sezione leccese del consiglio italiano rifugiati, Finis Terrae, Croce Rossa, Aeeos, e impegnata nel progetto Più Su.pre.me. Italia per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo.

L’Ats ha presentato formale richiesta di proroga per il campo foresteria, in quanto la struttura dovrebbe chiudere il prossimo 13 settembre, ma oltre il tempo stabilito (e prolungato da altre due proroghe già concordate) i braccianti stagionali ancora presenti rischierebbero di ritrovarsi in condizioni di precarietà e senza fissa dimora, in quanto i contratti di almeno una decina di loro scadranno solo il 30 settembre. La richiesta di proroga, pertanto, va nell’ottica di far coincidere i tempi di chiusura della struttura con la scadenza naturale dei contratti di lavoro.

“Abbiamo chiesto alle istituzioni una ulteriori proroga in quanto esistono ragioni varie e comprovate – spiega la referente del Cir Lecce, Donatella Tanzariello -, per le quali questi lavoratori non avrebbero altre soluzioni fino al 30 settembre. Nella lettera abbiamo richiesto a mantenere aperta la struttura fino a fine mese o la disponibilità ad intervenire con altre sistemazioni abitative che risolvano i disagi di questi braccianti nomadi che seguono le stagioni delle piantumazioni e delle raccolte e che vengono a dare un aiuto concreto al territorio”.

La lettera è stata indirizzata all’amministrazione comunale di Nardò e al sindaco, Pippi Mellone, alla prefettura e alla regione: “Finora non abbiamo ancora avuto una interlocuzione o una risposta – spiega – e, vista l’imminenza del 13 settembre, siamo preoccupati per le sorti di questi lavoratori e chiediamo uno sforzo supplementare per non abbandonarli a se stessi”.

Allestita per la prima volta nel 2017, la foresteria consta di ottanta moduli a “casetta”, con quattro posti letto ciascuna, containers con bagni e docce, oltre a locali di servizio e un’area per la ristorazione. La Regione, da beneficiaria del progetto Su.pre.eme. Italia della Direzione generale immigrazione e politiche integrazione del ministero del Lavoro e politiche sociali approvato dalla Commissione europea, aveva messo a disposizione un contributo pari a 300 mila euro, per garantire l’operatività del campo.

Il servizio di custodia e gestione della struttura (70 giorni, 24 ore su 24) era stato affidato alla sezione di Novoli (gruppo Nardò) del Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani. Il campo ha ospitato e ospita braccianti extracomunitari in regola con i documenti di soggiorno e iscritti nelle liste dei lavoratori del settore agricolo. L’operatività di una struttura di questo tipo, peraltro, ha ridotto fortemente nel corso degli ultimi anni la presenza di fenomeni di illegalità sul territorio e favorito forme di integrazione con la cittadinanza locale.

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