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Razzo spaziale cinese in caduta libera: potrebbe colpire la Puglia

Sono nove le regioni del Centro-Sud che potrebbero essere interessate dalla caduta di frammenti

LECCE- C'è anche la Puglia tra le 9 regioni del Centro-Sud che potrebbero essere interessate dalla caduta di frammenti del razzo spaziale cinese 'Lunga marcia 5B' che il 29 aprile aveva portato in orbita il primo modulo della stazione spaziale cinese Tianhe-1. Le altre sono Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La previsione di rientro sulla terra è fissata per le ore 2,24 del 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di ± 6 ore. Le previsioni di rientro saranno soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento del vettore spaziale stesso e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare.

Nella serata di ieri (venerdì 7 maggio), si è tenuto il tavolo tecnico convocato dal Capo dipartimento Fabrizio Curcio, il Comitato operativo della Protezione civile, per un’analisi degli ipotetici scenari dovuti al rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese “Lunga marcia 5B”, in modo da poter condividere tutte le informazioni con le strutture operative ed i territori potenzialmente coinvolti.

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Il tavolo tecnico - composto da Asi, (Agenzia spaziale italiana), da un membro dell’ufficio del consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del fuoco, della Difesa – Coi, dell’Aeronautica militare - Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni – continuerà, insieme ai rappresentanti delle Regioni potenzialmente coinvolte, a seguire tutte le operazioni del rientro, fornendo analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni.

Le indicazioni della Protezione civile

Sulla scorta delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione:

• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;

• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;

• all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;

• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto;

• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all'impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.

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