rotate-mobile
Attualità Gallipoli

Inchiesta su stabilimenti da smontare, scattano sigilli anche al lido Zeus

Nella giornata di ieri gli agenti della polizia provinciale e i vigili urbani hanno eseguito il provvedimento di sequestro preventivo per un altro stabilimento del litorale sud di Gallipoli

GALLIPOLI - Dopo la vicenda dei sigilli in riva al mare, che hanno interessato nel febbraio scorso il lido Zen sul litorale sud della Baia Verde, un'altra inchiesta parallela avviata dalla procura e partita dopo la ricognizione sulle autorizzazioni e il mancato smontaggio delle strutture balneari stagionali come disposto dalla Soprintendenza, ha portato nella giornata di ieri all’esecuzione di un nuovo sequestro preventivo che ha interessato il lido Zeus. Sono stati gli agenti della polizia provinciale in collaborazione con la polizia locale gallipolina ad eseguire il provvedimento disposto dal gip Edoardo D’Ambrosio che ha accolto la richiesta del magistrato inquirente, il sostituto procuratore Alessandro Prontera.

I sigilli sono stati apposti nell’ambito della zona demaniale e a quel che resta in piedi della struttura i cui titolari, pur avendo più volte ottenuto la sospensiva da parte del tribunale amministrativo nei confronti delle ordinanze di smontaggio dopo la stagione balneare, hanno comunque rimosso buona parte dei manufatti in legno utilizzati per lo svolgimento dell’attività estiva.

La stessa titolare della concessione demaniale è finita comunque nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura che, dopo i controlli dell’autunno scorso sul nodo delle segnalazioni delle strutture balneari “non conformi” e ancora presenti lungo la costa e sull’attività di ricognizione svolta dalla polizia locale, seguendo le direttive di prefettura, della stessa autorità giudiziaria e della soprintendenza, ha rilevato una serie di presunte irregolarità sotto il profilo edilizio e delle autorizzazioni di carattere paesaggistico e l’occupazione arbitraria del suolo demaniale.

WhatsApp Image 2020-04-01 at 17.20.14-2

Nello specifico secondo le accuse ipotizzate dalla procura i manufatti edilizi sarebbero stati realizzati in difformità ai permessi concessi dal Comune così come molte delle strutture, tra cui pavimenti, pareti e manufatti in legno stabili e di grandi dimensioni risultavano ancorati al suolo.

Accogliendo la richiesta della procura e disponendo i sigilli il gip, avvalorando la tesi della edificazione di opere non conformi con i titoli autorizzativi, ha ritenuto che “l’opera abusiva, posta su una zona di pregio naturalistico e paesaggistico, destinata a struttura turistico-ricettiva, comporta un considerevole carico urbanistico”. Secondo la tesi della magistratura per lo stabilimento (così come disposto anche da una determina dirigenziale in esecuzione della sentenza del Consiglio di stato che ne ordinava lo smontaggio) l’autorizzazione paesaggistica doveva considerarsi ormai definitivamente negata e la struttura sarebbe dovuta essere smontata entro la fine di ottobre.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta su stabilimenti da smontare, scattano sigilli anche al lido Zeus

LeccePrima è in caricamento