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Posizione numero 84 su 107

Qualità della vita: la provincia di Lecce rosicchia quattro posizioni, ma resta in basso

L’indagine è pubblicata da “ItaliaOggi” con la collaborazione dell’Università La Sapienza. Risultati buoni nella dimensione “sistema salute”, relativa a posti letto nei reparti specialistici e attrezzature diagnostiche. Dati molto negativi per "affari e lavoro", "reddito e ricchezza"

LECCE – Secondo i risultati della 25esima edizione dell’indagine sulla qualità della vita condotta da “ItaliaOggi” in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, la provincia di Lecce scala quattro posizioni, portandosi dall’88esima all’84esima, agganciando così il penultimo dei quattro scaglioni nel quale sono collocati i vari territori (ciascuno corrispondente a un giudizio complessivo: buono, accettabile, scarso e insufficiente).

Dopo alcuni anni caratterizzati da passi indietro – nel 2019 il Salento era all’81esimo posto – si registra quindi un’inversione che si dovrà confermare nei prossimi anni per diventare una tendenza. La provincia leccese, per quanto riguarda la Puglia, è scavalcata da quella di Bari (che, tuttavia, dalla posizione numero 80 scivola alla 82esima). Il punteggio complessivamente accumulato è 353,07, poco più di un terzo di quanto ottenuto dalla provincia di Bolzano (mille) che apre la graduatoria delle 107 province.

Le dimensioni prese in considerazione nell'indagine sono: affari e lavoro; ambiente; istruzione e formazione; popolazione; reati; reddito e ricchezza; sicurezza sociale; sistema della salute; tempo libero. Sono 14 le sottodimensioni e 92 gli indicatori di base. Va detto che la gran parte dei numeri riportati sono elaborazioni su dati Istat del 2020 e del 2021.

Per “affari e lavoro” la provincia di Lecce perde una posizione, attestandosi alla numero 88. In questa dimensione ci sono, per esempio, gli indicatori su occupazione, disoccupazione, protesti. Una buona collocazione si registra per le start up e le imprese innovative, con la 41esima posizione (comunque un arretramento di quattro posti rispetto all’anno prima).

Per quanto riguarda la dimensione “ambiente” c’è uno scivolone di di dieci posizioni, dalla 41esima alla 51esima, ma la provincia di Lecce resta ampiamente la migliore tra le pugliesi. Il miglior punteggio arriva dall’indicatore per utilizzo pro capite di energia elettrica, con il 13esimo posto e un’altra buona performance è nella disponibilità di aree pedonali (posizione 36); insufficienti i punteggi per quanto riguarda il verde urbano e l’estensione dei pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici.

Dieci posizioni la provincia di Lecce le perde anche in tema di “reati e sicurezza”, con il 57esimo posto, a causa soprattutto dei dati non buoni per furti d’auto e rapine. Un bel balzo in avanti si registra nella dimensione della “sicurezza sociale”, dalla 95esima posizione alla 61esima. Impressiona molto, in negativo, il crollo per quanto riguarda l’indicatore di morti per tumore (su dati del 2020): sono il 26,31 percento e tale risultato colloca il Salento al 98esimo posto su 107 (e all'ultimo in Puglia). Per il tasso di inattività tra i 25 e i 34 anni, si registra un pessimo 90esimo posto.

Nella dimensione “istruzione e formazione” – che raggruppa gli indicatori che riguardano il numero di persone diplomate e laureate, ma anche le competenze alfabetiche e numeriche degli studenti - la provincia di Lecce si conferma alla posizione numero 82; per la categoria “popolazione”, la posizione è la 62esima (contro la 64esima dell’indagine precedente): qui sono passati in rassegna i dati concernenti il tasso di mortalità, l’indice di vecchiaia, il numero di emigrati e altri parametri di questo tipo.

Buoni risultati, invece, nella dimensione “sistema salute” con il 32esimo posto (miglirando, quindi, il 50esimo nel 2022) che include gli indicatori su posti letto e apparecchiature di diagnosi. Non va bene in “tempo libero” (cinema, librerie, palestre, bar, ristoranti) con l’86esimo posto e ancor peggio va per “reddito e ricchezza” con la posizione 97, con un arretramento di 12 rispetto a quanto registrato un anno addietro: pesano gli indicatori della retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (posto 102), l’importo medio annuo delle pensioni (98), la variazione dei prezzi al consumo (91), percettori di pensioni di basso importo (101).

Questa indagine sulla qualità della vita, va ricordato, è una delle due che tradizionalmente vengono condotte su scala nazionale: l’altra è quella del Sole 24ore, attesa per dicembre.

Qui il rapporto su qualità della vita (ItaliaOggi, 2023)

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