Duplice omicidio: assassino ripreso per dei secondi, ha ucciso con pugnale da sub
Nonostante abbia pianificato la morte di Daniele ed Eleonora, cercando di scansare le videocamere, il pluriomicida è stato immortalato per pochi secondi. Di età giovane e statura media: poco meno di un metro e 80 centimetri
LECCE – Anche il terzo giorno è trascorso senza risposte. Privo di squarci di luce nell’oscurità dell’incertezza. I militari dell’Arma di Lecce sono però alle prese con un incessante lavoro per risolvere uno dei più efferati omicidi mai registrati nel Salento: quello nel quale hanno perso la vita l’arbitro di calcio Daniele De Santis e la sua compagna, Eleonora Manta, funzionaria presso gli uffici Inps di Brindisi. Nel buio pesto investigativo, che si somma a quello che lunedì sera circondava la palazzina al civico 2 di via Montello, qualche timido spiraglio si comincia a intravedere. Il pluriomicida - che avrebbe colpito a morte le vittime con diverse decine di fendenti, verosimilmente con un pugnale somigliante a quelli utilizzati dai sub (quella la lama compatibile con le raccapriccianti lesioni riscontrate sull’ispezione cadaverica esterna poi e sulla prima autopsia di ieri mattina) - è stato immortalato da alcune videocamere.
Sebbene l’assassino abbia eseguito dei sopralluoghi preventivi sul luogo del delitto per scansare gli “occhi elettronici”, è stato comunque ripreso. Su qualche dettaglio doveva aver pure fatto male i conti. Brevi fotogrammi, di una manciata di secondi. Tre, quattro secondi di pixel sgranati. Forse bui. Quanto meno un punto di partenza per i carabinieri della task force del Norm della compagnia leccese. Frammenti che restituiscono la silhouette dell’autore: un individuo di età molto giovane, di statura regolare, alto poco meno di un metro e 80 centimetri. Gli altri elementi acquisiti dagli investigatori dell’Arma coincidono con quelli che abbiamo riportato sin dai primi istanti: indumenti di colore nero, zainetto e guanti. Oltre agli accertamenti di natura tecnica, nelle mani del Nucleo investigativo, i carabinieri del Ros (il Raggruppamento operativo speciale) stanno lavorando per estrapolare informazioni preziose dai telefoni delle vittime, recuperati in quella maledetta serata di lunedì. In queste ore sarà disposta anche l’analisi dei profili sui social network Facebook e Instagram della coppia massacrata.
Saranno scandagliati gli scambi di messaggi tramite la copia forense, andando a ritroso di oltre un anno: gli esiti, non ancora pronti, potrebbero fornire altri dettagli indicativi agli inquirenti. Da Roma, intanto, sono anche giunti i militari del Reparto crimini violenti del Ros per offrire supporto agli investigatori salentini. Nel corso delle ore, in cui si sono rincorse voci su presunti indiziati, fermi – il tutto rigorosamente smentito e non veritiero – un altro aspetto sembra chiarirsi: il nome che le vittime avrebbero pronunciato prima di morire non sarebbe quello del loro aguzzino, quanto appartenente a un uomo sì di loro conoscenza, ma estraneo ai fatti. Avrebbero infatti urlato il suo nome per chiedere aiuto, perchè persona amica. Erano le due ipotesi possibili avanzate dal primo momento, come abbiamo riportato nei precedenti articoli: assassino o testimone? Ora sembra esserci una risposta.
Nel corso della mattinata, inoltre, un secondo esame autoptico è stato eseguito sui corpi dei due fidanzati, all’interno della camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Il medico legale Roberto Vaglio, al quale la Procura della Repubblica del capoluogo salentino ha conferito l’incarico, ha voluto effettuare altri accertamenti per una più approfondita analisi delle lesioni mortali provocate dal pluriomicida. I funerali di Daniele ed Eleonora, infatti, erano stati in un primo momento previsti per il pomeriggio di oggi (giovedì, ndr). Ma l’autorità giudiziaria ha disposto nuovi esami attraverso il consulente medico. Il rito funebre è stato pertanto rimandato non al pomeriggio di domani, come abbiamo riportato inizialmente, ma rimandato nei prossimi giorni. Forse alla prossima settimana. L'auspicio dei famigliari, degli amici della coppia e dell’intera comunità è che una svolta possa inchiodare a stretto giro il responsabile del duplice omicidio. Un desiderio covato da tutti, per restituire giustizia a due famiglie ora dilaniate dal dolore. Immobilizzate come in un fermo immagine, uno di quelli contenuti nei computer dei carabinieri e sui cui sono ora riposte tutte le speranze.