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In corso 300mila pratiche di cittadinanza: "Verso una nuova italianità"

Da una parte un calo della natalità certificato dal dato peggiore dell'ultimo secolo, dall'altra un aumento delle richiesta di cittadinanza. Le spinte demografiche stanno cambiando il Paese. Intervista all'avvocato Salvatore Centonze

LECCE - Il 14 gennaio, a partire dalle 15.30, si terrà in streaming un convegno organizzato dalla Camera degli avvocati immigrazionisti pugliesi in collaborazione con l'Ordine degli avvocati di Lecce e l'Università del Salento. Dal titolo “La cittadinanza italiana: acquisto, revoca e strumenti di tutela giurisdizionale”, si sarebbe dovuto tenere in presenza presso il rettorato ma, per evidenti ragioni sanitarie, si è deciso di tenerlo da remoto. Previsti gli interventi di esperti dal mondo accademico, forense, della magistratura e della pubblica amministrazione. All'avvocato Salvatore Centonze*, che sarà uno dei relatori dell'incontro, abbiamo chiesto di introdurre i lettori al tema.

Su quali presupposti nasce l'idea di un convegno di questo tipo?

"Nel nostro Paese è in corso un processo di profonda trasformazione per effetto di due forze, solo apparentemente contrapposte, che lo mettono sotto pressione alla ricerca di un continuo equilibrio dinamico. Da una parte, si registra la cronica crisi della natalità (denunciata anche dal Presidente Mattarella nell’ultimo messaggio di fine anno del suo mandato): basti pensare che nel 2021 si è assistito al più consistente calo di nascite degli ultimi 102 anni; il peggior dato dalla fine della prima guerra mondiale. Dall’altra, si registra un aumento più che proporzionale delle domande di cittadinanza presentate da cittadini provenienti dall’aera extra Ue, ormai radicati nelle nostre città".

Quali sono i numeri che esprimono la consistenza del fenomeno?

"I pochi dati resi noti dal ministero dell’Interno danno un’indicazione approssimativa ma attendibile delle dimensioni del fenomeno. Nell’anno 2006 furono registrate circa 30mila domande di cittadinanza. Da allora il numero delle richieste è cresciuto in modo esponenziale, fino quasi a quintuplicarsi nel 2018, quando sono state presentate oltre 140mila domande di cittadinanza. Soltanto nel 2019 e nel 2020 si è assistito ad una lieve flessione, dovuta nel 2019 al decreto Salvini che ha introdotto un nuovo requisito per ottenere la cittadinanza (cioè il test di conoscenza della lingua italiana), e nel 2020 alla pandemia da coronavirus, che ha reso più difficoltoso il reperimento della documentazione di corredo dell’istanza".

Qual è la fotografia del presente?

"Attualmente le pratiche di cittadinanza in istruttoria presso il ministero dell’interno sono circa 300mila, e ad asse si devono aggiungere quelle pendenti presso le amministrazioni comunali per beneficio di legge, cioè relative a richieste fatte da stranieri di seconda generazione (nati in Italia che hanno raggiunto la maggiore età) e da discendenti di cittadini italiani emigrati in tutto il mondo. Bisogna inoltre tenere presente che, dacché la cittadinanza italiana si trasmette iure sanguinis, anche tutti i figli minori di questi 300mila aspiranti cittadini italiani diventeranno anch’essi cittadini italiani per trascinamento dello status del genitore. Un vero e proprio esercito di persone, quasi sempre integrate e produttive, una fetta significativa della nostra forza lavoro, che ogni anno reclama il riconoscimento dei diritti politici in Italia e nell’Unione, e che nel volgere di pochi anni modificherà in maniera significativa l’attuale assetto sociale, politico, ed economico del nostro Paese. Gli operatori del diritto sono chiamati a fare fronte a questo poderoso fenomeno, con strumenti normativi vecchi di trent’anni (i modi di acquisto della cittadinanza sono ancora oggi regolati dalla legge 91 del 1992), che spesso si rivelano inadeguati allo scopo. Da queste considerazioni nasce l’invito di saper cogliere le straordinarie opportunità che questa nuova italianità che va delineandosi, multietnica e multiculturale, è in grado di offrire alle nuove generazioni".

I relatori del convegno

Il convengo sarà aperto dai saluti del rettore, Fabio Pollice, del direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Luigi Melica, dal presidente dell'Ordine degli avvocati, Antonio De Mauro, del consigliere dell'ordine e coordinatore della Commissione Patrocinio a spese dello Stato, Giuseppe Gallo e dall'assessore al Welfare del Comune di Lecce, Silvia Miglietta. È inoltre previsto l’intervento dalla Camera dei Deputati di Matteo Mauri, il deputato che ha promosso il decreto che ha modificato i decreti sicurezza del 2018.

I relatori oltre a Salvatore Centonze, saranno Eliana Augusti (presidente del corso di laurea magistrale in Governance Euromediterranea delle Politiche Migratorie dell’Università del Salento), Paola Marino (viceprefetto aggiunto, dirigente in staff Area IV prefettura di Bari – Diritti Civili, Cittadinanza, Condizione dello straniero, Immigrazione e Asilo), Valeria Vincenti (magistrato presso la Sezione Specializzata Immigrazione, Protezione Internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea del Tribunale di Lecce). La moderazione del convegno è affidata a Maria Rosaria Faggiano (presidente della Camera degli avvocati immigrazionisti pugliesi).

*Salvatore Centonze è un avvocato del Foro di Lecce, patrocinante innanzi alle magistrature superiori e sovranazionali, da molti anni si occupa di tutela di soggetti fragili, specie in ambito penale. Ha pubblicato numerose opere monografiche, saggi e contributi in opere collettanee e riviste in materia penale, di immigrazione e terrorismo internazionale, per le principali case editrici giuridiche (Giuffrè, Utet, Giappichelli, Cedam, Key, Aracne) ed è il direttore del comitato scientifico della Camera degli Avvocati Immigrazionisiti Pugliesi

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