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Estate salentina 2020: “Il turismo riparta da ampi spazi verdi e piccoli borghi”

Turismo lento ed eventi sostenibili: ripensare la stagione estiva alle porte. Ne abbiamo parlato con Roberto Paladini, ideatore della certificazione "Ecofesta" e presidente di InnovAction e CulturAmbiente group

LECCE – Operatori turistici salentini come all’interno di una bolla sospesa, intrappolati tra aspettative pre-Covid e bilanci all’insegna  del più nero disfattismo. Ma l’estate del 2020, nel Tacco d’Italia, potrà fungere da grande laboratorio sperimentale, per escogitare nuove formule di vacanza. Modalità innovative ed ecocompatibili delle quali si parla ormai da anni e tradotte sì in piccoli esempi virtuosi, ma sfociate in un sostanziale nulla di fatto. È questo il momento utile per il grande “tagliando” all’industria turistica pugliese e salentina.  Di spunti e possibili revisioni ne abbiamo parlato con Roberto Paladini, presidente di InnovAction soc coop e CulturAmbiente group: network che racchiude tre realtà tra cui CulturAmbiente onlus, associazione di volontariato che rappresenta la partenza di tutto il percorso nel mondo della sostenibilità. Paladini, 36enne salentino, è anche coordinatore di Generazioni Legacoop Puglia. È ideatore della certificazione "Ecofesta", che ha spopolato tra lepiù note sagre del Salento: un protocollo per rendere quegli eventi più "green" attraverso l'utilizzo di piatti e posate riciclabili e diverse altre soluzioni (In foto)7e4c94a3-f899-4f0e-9b39-8749b399d7a3-3. Dopo i modelli di sostenibilità "Rifiuti zero in ateneo" per le mense universitarie, Ecofesta Puglia per gli eventi pugliesi, il Lombricompostaggio di prossimità a Melpignano, sempre con il suo gruppo ha deciso di investire nella riduzione dell'impatto del turismo sul territorio attraverso il progetto “Puglia eco travel” di cui Innovaction Soc Coop è capofila.

Come è possibile ripensare il turismo “slow” e sostenibile nel momento in cui invece l’utilizzo dei mezzi pubblici, già non proprio il fiore all’occhiello del Sud, sarà penalizzato?

La tutela della salute e della sicurezza della persona è il nuovo mantra a cui ogni azienda è chiamata ad adeguarsi per sopravvivere nella Fase 2 di convivenza col virus e in tema di mobilità potrebbe portare alla scomparsa di buone pratiche già in uso, come il car sharing o il Blablacar. Al tempo stesso, la sostenibilità potrebbe essere una leva importante per il rilancio dell’economia e, nello specifico, del turismo. E’ fondamentale educare le persone ad assumere comportamenti sani e nuove abitudini, come spostarsi in bici ad esempio o, per chi non riesce a rinunciare all’automobile, puntare sulla mobilità decarbonizzata ed elettrica. In questo, sarà molto importante il ruolo dello Stato, che dovrebbe promuovere una nuova politica economica green, soprattutto in tema di trasporti e mobilità.  C’è un rischio concreto su questo punto, per cui noi proporremo incentivi e scontistiche per chi sceglierà la via della sostenibilità (mobilità decarbonizzata, elettrica e condivisa, utilizzo di bici, bici e auto elettriche, auto a metano) per raggiungerci”.

Assieme ai soci della sua cooperativa ha già ideato il progetto Puglia Eco Travel. Ce lo illustrerebbe? Quali saranno, inoltre, le fasi di “riconversione” del turismo locale, al tempo del Covid?

"Puglia Eco Travel è una rete di imprese che, in vario modo, operano per lo sviluppo sostenibile del territorio salentino, tanto che ci piace definirla la “Rete della sostenibilità”: nove aziende in tutto, tra cui InnovAction, la mia cooperativa specializzata in servizi per la sostenibilità ambientale, un tour operator cicloturistico e sette aziende che praticano agricoltura naturale e che sono già attive nel settore della ricettività extralberghiera (agriturismi). Proponiamo un nuovo modo di fare turismo: sostenibile, sistemico, stagionale e inclusivo. Crediamo che il nostro progetto possa naturalmente adattarsi alle conseguenze del Covid-19. Tutte le nostre aziende hanno ampi spazi verdi che consentono il necessario distanziamento sociale e sono collocate all’interno di borghi poco affollati che consentono lo svolgersi della vacanza in modo lento, sicuro e privato. Queste caratteristiche rendono il progetto particolarmente adatto al settore del turismo di prossimità e domestico. Oltre ai pacchetti, è possibile acquistare anche delle singole escursioni ed esperienze benessere, per qualche ora o un week-end a contatto con la natura. La rete offre degustazione di prodotti e pietanze naturali, stagionali e a Km0 (ortaggi, olio, formaggi, semi di antiche varietà) e punta sul recupero delle tradizioni contadine locali, la valorizzazione delle aziende che coltivano in modo sostenibile e la proposta di esperienze alla scoperta di sapori e tradizioni culinarie antiche e spesso dimenticate. Proporre oggi i prodotti e attività della Rete permette di promuovere e raccontare le aziende e il territorio anche da lontano di stimolare i sensi del viaggiatore, incoraggiandolo a raggiungerci per la prima volta o a ritornare a visitare il territorio quando sarà di nuovo il tempo di viaggiare”.

Avete previsto innovazioni ambientali in tal senso? Nuovi congegni, brevetti, ecc.?

“Abbiamo pensato a un nuovo modo di vivere le esperienze turistiche in questo periodo, che consentano di viaggiare e raggiungere una destinazione anche rimanendo comodamente a casa, proponendo solo esperienze ed eventi online come sta facendo Airbnb, video multisensoriali con tecnologia Asmr per esaltare l’emotività e consentire al turista di immergersi appieno nel territorio visitato. Inoltre c'è il dono al futuro ospite: il “Pacco Puglia eco travel”, ispirato al tradizionale “Pacco da giù” inviato da mamme e nonne ai fuorisede per far vivere l’esperienza del territorio a figli e nipoti lontani, attraverso i prodotti tipici, arricchito però con saperi antichi, eco-pillole,  emozioni e tradizioni. Potenziare la digitalizzazione è importante in questo periodo di emergenza, ma vogliamo sempre salvaguardare e riconnettere emozioni sane, uomo e natura”.

Come “sostituire” la serie di eventi che caratterizza l’estate salentina, si pensi alla vostra Ecofesta che accompagna buona parte delle sagre, con un tipo di intrattenimento più sostenibile?

Anche la certificazione Ecofesta può essere online se gli eventi verranno svolti in questa modalità. L’informatore ecologico diventa un amico digitale con cui chiacchierare di ambiente e a cui chiedere dove gettare correttamente il rifiuto che si sta consumando a casa mentre si fruisce dell’evento. Promozione e racconto dell’evento sono la base del nostro servizio per non dimenticare le tradizioni e i tanti eventi che sono la storia della nostra terra; nei prossimi mesi ne parleremo al fianco degli organizzatori attraverso video interviste e una challenge social lanciata tra i nostri informatori ecologici. Se gli eventi verranno svolti dal vivo con presenza di pubblico vedremo come poter interagire in base ai protocolli di sicurezza decretati che attendiamo per definire delle politiche operative certe. Sicuramente un’idea è quella di dare sostegno agli organizzatori con un servizio di personale addetto alla sanificazione degli spazi e di personale addetto a dare informazioni utili sulle misure di sicurezza e a monitorare il flusso dei fruitori”.

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