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"La grande guerra del Salento": da una storia vera il film che racconta il passato

Presentato il lungometraggio in uscita nel 2022 grazie ai contributi di Apulia film commission e Regione Puglia, e che sarà distrubuito da Ahora! film. La pellicola, diretta da Marco Pollini e tratta dal libro di Bruno Contini, racconta la vicenda realmente accaduta di un ragazzo che perse la vita durante la partita di calcio tra Ruffano e Supersano a fine anni '40

LECCE - Ieri mattina presso Palazzo Adorno è stata presentata La grande guerra del Salento, pellicola distribuita da Ahora! film, che uscirà nelle sale cinematografiche e sulle piattaforme streaming il prossimo anno. Il film, tratto dal romanzo storico dello scrittore salentino Bruno Contini e diretto dal regista veronese Marco Pollini, mette alla luce una delle vicende che hanno dato il via al tifo calcistico in Italia: vengono raccontati gli scontri tra i supporter del Supersano e del Ruffano nel primissimo dopoguerra. Episodi purtroppo passati alla cronaca perché, per la prima volta nella storia del Paese, un giovane uomo perse la vita a causa di una partita di pallone. Nel mezzo della vicenda prende piede anche la storia d'amore tra due persone, che riempirà di passione diversi punti del girato.

Bruno Contini ha raccontato come è nata l'idea di portare alla luce questa vicenda: “Mi sono chiesto se esistesse un altro romanzo storico ambientato in Salento, e mi sono risposto di no. Ho deciso di raccontare questa storia per far sì che non venga dimenticata; si trattava di una vera e propria guerra tra due paesi vicini. Ringrazio Marco Pollini che ha dato corpo al progetto; il nostro incontro fu casuale - prosegue Contini - l'ho conosciuto perché un amico mi indicò che lui aveva letto il libro e che voleva parlarmi. Mi chiesi: vorrà forse comprare il romanzo? Invece mi propose di girare il film.”

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Il passaggio dal libro alla pellicola è stato possibile grazie ai contributi di Regione Puglia Apulia film commission; quest'ultima da tempo promuove l'industria audiovisiva e con essa i professionisti pugliesi del settore. L’obiettivo chiaro è quello di aiutare sempre di più il territorio regionale a destagionalizzarsi, distaccandosi dall’etichetta di luogo adibito solo al passaggio in alcuni periodi dell'anno.

A tal proposito il regista e co-produttore Marco Pollini si è soffermato sulle potenzialità di questa terra e dei suoi lavoratori: “Sono fiero di aver dato importanza alle maestranze pugliesi. Abbiamo voluto scegliere capi reparto che non venissero da altre regioni, dando lavoro a molti ragazzi del posto. Questo, secondo me, è il vero valore aggiunto del film. - Continua raccontando la sua esperienza in Salento - Sono arrivato qui il 20 maggio e ho scoperto delle location meravigliose, in particolare sono rimasto affascinato dalle splendide masserie e dalla terra tipica di questo luogo, colorata di un rosso intenso.” 

Ed è proprio la terra ad aver legato la collaborazione tra Pollini e Giuseppe Maria Ricchiuto, presidente della Sandemetrio srl, che ha contribuito alla produzione del film. Ricchiuto (classe 1938), infatti, è da molti anni un imprenditore salentino emigrato al nord, che opera nel campo della cura del terreno e della coltivazione delle erbe officinali. Durante la presentazione ha svelato una curiosità: “Ho scoperto qui dell’esistenza di un signore - riferendosi a Pollini - che stava girando un film in Salento, ma che è mio vicino di casa a Verona, Io sono originario di Specchia, e le radici non si sradicano. Salentino ero e salentino sono rimasto.”

Guarda il video promozionale del film

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Alla presentazione c’era anche la presidente del Consiglio della Regione Puglia, Loredana Capone, che ha ringraziato gli organizzatori per l’invito e ha raccontato come è venuta a sapere del film: “Sono stata custode del sogno di Bruno (autore del romanzo) da tre anni a questa parte. Davanti alla Venere degli stracci, che era collocata presso il Museo Castromediano, mi parlò dell'idea di tramutare in film un suo progetto editoriale. L'idea poi l'ha realizzata e ciò dimostra che niente è impossibile. Sono contenta per un amico che ci ha regalato una bella cosa, tale da consentire alla Puglia di arricchirsi e promuoversi. Abbiamo investito per far diventare questa regione un set cinematografico, e sviluppare l'idea di cine-turismo. - Poi - continua - la vicenda narrata da questo film è bella e drammatica allo stesso tempo; emergono pathos, amore e passione. Gli aspetti legati alle tifoserie forniscono una testimonianza importante, che ci offre una lezione di vita. “

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La grande guerra del Salento, inoltre, si avvale del lavoro della direttrice artistica per la colonna sonora Serena D’Amato: “Ci sarà una scena dedicata al tarantismo, visto che il film è ambientato nel 1948. Mettiamo in scena l’orchestrina terapeutica conosciuta con il maestro Luigi Stifani. Posso dire che in alcuni momenti io partecipo al film danzando e cercando di coinvolgere un'attrice, che potrebbe essere tarantata; ma non voglio svelare altro. Abbiamo coinvolto alcuni musicisti del territorio come Donatello Pisanello, Cinzia Marzo e Giorgio Doveri de l'Officina Zoè; ma anche il musicista Mino De Santis, che per l'occasione ha scritto un brano emozionante. - Continua parlando del lavoro sul linguaggio - Ho cercato di curare i dialoghi degli attori, soprattutto per coloro che non erano salentini; ed è stato bello affiancarli per cercare di curare il dialetto, perché spesso i film ambientati in Salento hanno cadenze che sembrano di altri luoghi del sud Italia. “

In generale il cast è prevalentemente pugliese; tra gli attori, Marco Leonardi interpreta il ruolo di Ernesto, imprenditore agricolo e presidente della squadra del Supersano in contrasto con il suo omologo ruffanese Don Alfredo, interpretato da Paolo De Vita. Durante la presentazione di ieri hanno manifestato la loro soddisfazione per la riuscita della pellicola anche gli altri protagonisti Valerio Tambone, Rossana Cannone, Riccardo Lanzarone, Luca Pastore, Lucrezia Scamarcio, e Stefania Ciccarelli (nella foto in alto). Per tutti è stato emozionante riscoprire e riprendere in mano le proprie radici, offrendo un prodotto che possa collocare la Puglia in alto nel panorama cinematografico.

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