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Oltre 27mila gli attuali positivi in Puglia. Lecce, ambulanze in coda

Tremila infezioni registrate in regione, di cui 698 nella provincia salentina. Nel pomeriggio, disagi al "Vito Fazzi" con mezzi in attesa per problemi organizzativi. Fra i pazienti, anche alcuni affetti da Covid-19

LECCE – Sono 3.000, cifra tonda, i casi rilevati di infezione al Covid-19 nel primo bollettino epidemiologico regionale stilato nel 2022 dal Dipartimento di promozione della salute. Non sono stati registrati decessi, rispetto a ieri, quando il numero è risultato decisamente alto, pari a 19. Ma va sempre ricordato che, soprattutto per quanto attiene ai decessi, si tratta di casi riguardanti complicanze dovute all’infezione confermati e poi censiti a distanza anche di diversi giorni.

Il bollettino odierno

I 3.000 positivi riscontrati oggi in tutta la Puglia sono emersi a fronte di 67. 636 test giornalieri. E se il numero più elevato si è avuto in provincia di Bari, con 783 casi, facendo le debite proporzioni rispetto al numero di residenti, in termini statistici particolarmente alta è la cifra riguardante la provincia di Lecce, con ben 698 infezioni. Per lo stesso principio, elevato è anche il numero di positivi nell’area brindisina, con 594 casi. Seguono la provincia di Foggia (358 casi), quella di Taranto (268) e quella di Barletta-Andria-Trani (194). Altri 95 positivi sono residenti fuori regione e per ulteriori 10 casi occorre definire la provincia.

Sale così ancora il numero degli attuali positivi in tutta la Puglia, che passa dalle 24.510 unità di ieri, alle 27.367 di oggi. Molto lieve, però, l’incremento dei ricoverati, di due in più in area non critica: oggi sono 278. Stabile, invece, il numero di pazienti in terapia intensiva, che resta di 31.

Lecce, ambulanze in coda

Ma intanto, nel pomeriggio di oggi, si è creata una situazione di forte disagio al pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, con diverse ambulanze in coda (a un certo punto, fino a ben sette). Fra i vari in attesa, anche tre pazienti affetti da Covid-19. Proprio il fatto che sia il Dea l’unico ospedale a ricevere persone infetti, è una delle situazioni che genera disagi e rallentamenti.

Video | La lunga coda al "Fazzi"

A ogni paziente in arrivo, così, si registra un’attesa enorme anche per via della scarsità di personale (anche a causa del virus stesso: al momento sei operatori del pronto soccorso sono "fuori gioco" perché positivi) e non avendo spazi adeguati, le valutazioni cliniche avvengono in queste circostanze proprio in ambulanza, per poi far viaggiare chi è affetto da Covid verso il reparto del Dea. Il risultato di questo deficit strutturale e organizzativo è facile da intuire: si ha una riduzione di mezzi disponibili per il soccorso sul territorio, con tutte le conseguenze del caso.  

Ma d'altro canto, lo stesso 118 ha i suoi problemi. Il piano prevederebbe 90 medici in servizio, ma al momento ve n'è meno della metà. A una carenza cronica, infatti, si aggiungono altre situazioni: cinque sono in malattia, per esempio, una in maternità, due positivi, un altro in quarantena. Lo sforzo, allora, diventa enorme su entrambi i fronti.  

Us Lecce, due calciatori positivi

Intanto, due casi di positività al Covid-19 sono stati registrati anche all'interno della squadra del Lecce. Un primo calciatore è risultato positivo nella serata di ieri. A un secondo giro di tamponi, quest'oggi, anche un altro calciatore giallorosso è risultato positivo. Solo di recente si erano verificati altri due casi nella formazione del Lecce, al punto di dover rinviare la gara con il Vicenza che era prevista per il 20 dicembre scorso. 

Vaccini, si riparte

Sul fronte delle vaccinazioni, infine, da domani in tutta la Puglia, seguendo i calendari delle Asl e delle aziende ospedaliere, si riprenderà l’attività. Da lunedì 3 le prenotazioni saranno aperte sul sito lapugliativaccina, in farmacia e al numero verde anche per la fascia 5-11 anni, finora vaccinata solo con la chiamata delle scuole, sistema che, illustra la Regione Puglia in una nota, ha finora garantito una delle coperture più alte d’Italia nella fascia pediatrica. 

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