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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus: sette nuovi casi di positività in Puglia, ma nessuno nel Leccese

Il picco a Foggia. Intanto, i risultati preliminari dell'indagine sieroepidemiologica nazionale confermano le previsioni di Lopalco: il 99,1 per cento dei pugliesi suscettibile al virus

LECCE – Sono sette i casi di infezione da Covid-19 registrati oggi in Puglia, nessuno dei quali ha riguardato la provincia di Lecce, dopo i numeri negativi dei giorni scorsi. Una parentesi di tregua, dunque, per il Salento. Il bollettino regionale, pubblicato nel primo pomeriggio, riguarda 2.407 test analizzati per rilevare l’infezione. Dei sette positivi, quattro toccano la provincia di Foggia (dove, quindi, continua a verificarsi un picco), due quella di Bari e uno la provincia di Brindisi. Non vi sono stati decessi, oggi, attribuibili al contagio da coronavirus.

Dall’inizio dell'emergenza salgono così a 246.581 i tamponi effettuati. In Puglia sono 3.971 i pazienti guariti. Restano attualmente positivi in 131. Il totale dei casi positivi Covid in Puglia a oggi è di 4.655, così suddivisi: 1.513 nella provincia di Bari; 382 nella provincia di Barletta-Andria-Trani; 673 nella provincia di Brindisi; 1.209 nella provincia di Foggia; 567 nella provincia di Lecce; 281 nella Provincia di Taranto. Trenta casi sono attribuiti a residenti fuori regione.

Per quanto riguarda la provincia di Lecce, c’era una certa apprensione in attesa di conoscere gli esiti dei tamponi effettuati in una residenza socio assistenziale di Campi Salentina, dove un anziano paziente, di Trepuzzi, è risultato positivo. I test a operatori e personale, come comunicato da fonti del Comune di Campi, sono però risultati negativi (qui l’approfondimento).

La previsione esatta di Lopalco

Intanto il responsabile della task force regionale per l’emergenza, Pier Luigi Lopalco, che nei giorni scorsi aveva previsto come in Puglia il 99 per cento della popolazione fosse suscettibile al coronavirus (provocando un mezzo terremoto, con repliche anche piuttosto pesanti), con un tocco di ironia si è “scusato” per l’errore (ovviamente, si fa per dire). Partendo dai risultati preliminari dell'indagine sieroepidemiologica nazionale.

Nel post precedente avevo azzardato una stima del livello di suscettibilità al Sars-CoV-2 in Italia dicendo che almeno il 90 per cento degli italiani al Nord ed il 99 per cento al Sud non avevano mai incontrato il virus”, ha scritto oggi Lopalco. “In serata sono stati diffusi i risultati preliminari della indagine sieroepidemiologica nazionale. Mi ero sbagliato. La quota di suscettibili al Sud è superiore al 99 per cento. In Puglia è il 99,1 per cento. Al Nord solo la Lombardia si discosta sensibilmente dalla media nazionale ma sempre con un limitatissimo 7,5 per cento”. Morale: “Il 97,5 per cento degli italiani non ha mai incontrato il virus”. E praticamente, la sua anticipazione era stata corretta, al netto dei decimali.   

“Difficile crederlo – ha aggiunto Lopalco -, ma la prima ondata di Covid-19 in Italia altro non è stata che una breve passeggiata del virus in una porzione limitatissima di popolazione. Cosa ci dicono, a caldo, questi dati? Per una valutazione più attenta dovremo leggere il report completo con intervalli di confidenza e prevalenza per fasce di età”, spiega. “Ma possiamo almeno fare qualche semplice riflessione”.

Scarica qui il bollettino Covid del 4 luglio 2020

Cinque i punti chiave: “In Italia i casi di infezione sono stati in tutto 1,5 milioni. Questo vuol dire che il sistema di sorveglianza (i famigerati tamponi) hanno individuato un caso su 6. Per un sistema di sorveglianza del genere, cioè basato su conferma di laboratorio, è un'ottima performance”. Ancora: “La letalità stimata sul totale delle infezioni è del 2,3 per cento”. Poi: “Lo spauracchio degli asintomatici che appestano il mondo deve essere un po' rivisto”. Quarto punto. “Si mette la parola fine su un'altra querelle: il coronavirus non si trasmette per aerosol, altrimenti avremmo avuto dati di prevalenza a due cifre”. Infine: “Il virus ha ancora praterie di suscettibili da infettare, come direbbe Raffaella Carrà, da Trieste in giù”.

“Insomma – ha aggiunto Lopalco - Covid-19 non ha niente a che vedere con l'influenza, che è molto più contagiosa e molto meno letale. Si può mantenere sotto controllo con un attento controllo dei focolai e l'individuazione precoce dei super-diffusori. E con un briciolo di buonsenso da parte dei cittadini che, a fronte della protezione della salute propria e dei propri cari, devono fare dei minimi sforzi: evitare luoghi affollati, lavarsi le mani e mettere la mascherina quando serve. Una seria analisi di questi dati, finalmente – è stata la sua conclusione -, potrà dare un significato concreto alla generica affermazione che dobbiamo convivere con il virus".

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