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Il Comune chiude Lidl: "Atto dovuto". L'azienda pronta alla battaglia

"Abbiamo investito sul territorio e abbiamo il permesso e l'autorizzazione del Comune". Replica l'assessore Miglietta: "Preoccupati per la situazione ma le sentenze si rispettano"

LECCE – Il Comune di Lecce ha tirato dritto disponendo, questa mattina, l'interruzione delle attività del punto vendita Lidl di via Libertà. Un “atto dovuto”, secondo l'assessore all'Urbanistica, Rita Miglietta, per conformarsi alla sentenza del Consiglio di Stato sul contenzioso giuridico aperto dalla vicina di casa Disco Verde, che detiene il marchio Super Mac.

“Il negozio Lidl è stata chiuso perché era in atto un provvedimento che dava seguito alla sentenza di maggio 2019. L'interruzione delle attività è stata inevitabile perché mancava il presupposto urbanistico e, in mancanza di quest'ultimo, Lidl non poteva continuare”, ha precisato l'assessore per sgomberare il campo dai dubbi.

Per comprendere la complessa questione giuridica che è a monte della decisione occorre, però, fare un passo indietro. La società ricorrente si era sentita lesa nei propri interessi economici dall’apertura di Lidl ed aveva presentato ricorso al Tar. Il Consiglio di Stato, nel secondo grado di giudizio, ha ribaltato la situazione e dato ragione a Disco Verde, dopo aver accertato che la destinazione urbanistica del terreno, tipizzato come F12 (attrezzature civili di interesse comune) non avrebbe consentito la realizzazione di una struttura commerciale di quel tipo.

“Lidl aveva presentato una richiesta di sospensiva e il Consiglio di Stato ha deciso di rinviare la discussione dal 3 al 17 ottobre. Ma lo stesso Consiglio di Stato aveva già specificato che l'aspetto relativo alla decadenza dell'autorizzazione commerciale è completamente autonomo ed indipendente da quello urbanistico: le due cose non possono viaggiare sullo stesso piano. Pertanto, in presenza di un'errata interpretazione delle destinazioni urbanistiche, l'amministrazione comunale non poteva far atto che attuare la sentenza”, ha proseguito Miglietta.

Lidl, dal canto suo, si è detta profondamente delusa per una decisione “di cui non si comprendono i tempi e modi”. “L'azienda si poneva in fiduciosa attesa della decisione del Consiglio di Stato che, lo scorso giovedì, aveva rinviato l’udienza al 17 ottobre concedendo ulteriore tempo, affinché le parti potessero giungere ad una soluzione condivisa che sanasse la vicenda – si legge in un comunicato stampa -. Lidl Italia sottolinea nuovamente di aver agito sulla base di un permesso a costruire e di un'autorizzazione amministrativa rilasciati proprio dal Comune di Lecce”.

Da qui, l'amarezza: “Lidl ha effettuato un significativo investimento economico sul territorio pugliese, autorizzato dal Comune di Lecce, che aveva portato alla creazione di quindici posti di lavoro e ad un servizio commerciale sul territorio consolidato da ormai più di 3 anni, in un momento storico in cui tutti lamentano il decrescere degli investimenti nel Mezzogiorno. Lidl Italia valuterà ora le azioni necessarie nelle sedi più opportune per tutelare i propri diritti".

“La delusione mi appare oggi incomprensibile – ha replicato Miglietta - perché il Comune sta agendo nel rispetto della legge. L'azienda era informata riguardo alle scadenze ed ha avuto 30 giorni di tempo per esaurire le scorte. Questo provvedimento non è un fulmine a ciel sereno. Siamo preoccupati per la ricadute occupazionali e consapevoli della difficoltà della situazione, ma le sentenze si rispettano”.

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