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La Puglia è “arancione”: stop a ristorazione e spostamenti tra comuni

L'ultimo Dpcm prevede un ventaglio di limitazioni graduali, a seconda della gravità del contesto. Per la Puglia confermata la collocazione in fascia media, ma con rischio alto. Scuole, nessun passo indietro di Emiliano

LECCE – Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, è stato firmato e, come reso noto in serata da palazzo Chigi, tutte le nuove misure previste dal nuovo Dpcm, quelle riservate alle aree gialle, arancioni e rosse saranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre e fino al 3 dicembre. Il provvedimento determina un ventaglio di misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19, oltre a quelle già vigenti. L'ulteriore slittamento è stato deciso dal governo per consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività. In serata, alle 20.20, il premier Conte terrà una conferenza stampa per illustrare le nuove misure.

Ci sono delle disposizioni valide per tutto il territorio nazionale (che diventano subito operative), altre per le zone caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e un livello di rischio alto (arancioni), altre per quelle con uno scenario di massima gravità e alto livello di rischio (rosse).

La Puglia "arancione"

La Puglia, come confermato dalle indiscrezioni, ricade nella categoria delle regioni “arancioni”. La certezza si è avuta con l'ordinanza del ministero della Salute, comunicata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di questa sera, iniziata alle 20,20. Fino al giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale quei provvedimenti, però, non saranno operativi. Sarà poi lo stesso dicastero, d’intesa col presidente della regione interessata, a prevedere, per le province che dovessero avere parametri sensibilmente diverse dal resto del territorio, l’esclusione in deroga dalle restrizioni previste per quella categoria.

Quali sono, dunque, le novità dell’ultimo Dpcm valide per tutti? Dalle 22 alle 5 sono consentiti solo gli “spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità, per motivi di salute". Per il resto è comunque raccomandato di non spostarsi se non per - oltre che per le ragioni suddette - anche per esigenze di studio o per usufruire di servizi non sospesi.

I centri commerciali resteranno chiusi nel fine settimana. I mezzi del trasporto pubblico locale potranno avere una capienza massima pari al 50 percento di quella ordinaria. Strade e piazze dei centri urbani potranno essere interdette al pubblico, salvo l’accesso alle attività legittimamente aperte e alle abitazioni private. Questa misura potrà essere disposta, in presenza di assembramenti, in qualsiasi momento e non solo dopo le 21, come era previsto fino a ora.

Sono state sospese anche "le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differenti". Stop per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, da concerto, cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. Restano chiusi al pubblico i musei e altri istituti e luoghi di cultura ed è prevista la didattica a distanza alle scuole superiori.

Leggi il decreto in versione integrale

Le zone arancioni saranno interessate, inoltre, da queste altre misure: il divieto di spostamento tra comuni diversi da quello di residenza, domicilio, abitazione (se non per la ragioni che oramai si è abituati a conoscere: necessità, salute, lavoro) e la sospensione delle attività ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), fatta salvo la consegna a domicilio (a qualsiasi ora) e l’asporto fino alle 22. La didattica a distanza interesserà solo le superiori: per chi farà lezioni in presenza sarà sempre obbligatoria la mascherina. Anche se in serata, pochi minuti prima che Conte parlasse alla nazione, il presidente della Regione, Michele Emiliano, e l'assessore alla Salute, Pier Luigi Lopalco, hanno precisato che l'ordinanza regionale già emanata resterà in vigore senza modifiche.  

Regione, nessun passo indietro sulla scuola

"Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il professor Pier Luigi Lopalco comunicano che l’ordinanza numero 407 del 28 ottobre rimane in vigore fino alla scadenza del 24 novembre 2020", scrivono in una nota congiunta. "Al fine di andare incontro alle esigenze formative ed alla volontà delle famiglie che desiderano per i loro figli la didattica in presenza, il presidente della Regione, a richiesta dell’Uffcio scolatico regionale, è disponibile a consentire ai dirigenti degli istituti scolastici di aumentare la quota di didattica in presenza attualmente autorizzata fino a soddisfare le richieste delle famiglie, compatibilmente con le previsioni del nuovo Dpcm e sempre che le condizioni epidemiologiche lo consentano".

"Ove il Governo nazionale ritenga assolutamente necessaria la riapertura della didattica in presenza secondo le previsioni del Dpcm - chiude la nota -, potrà richiedere espressamente la revoca dell’ordinanza del presidente della Regione Puglia che la valuterà di intesa col ministro della Salute".

Nelle regioni marchiate dal rosso le restrizioni saranno maggiori: viene di fatto imposta la limitazione alla libertà di circolazione (salvo necessità, lavoro, salute) e chiudono tutte le attività economiche non essenziali – lo sono i negozi di generi alimentari e prima necessità, farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai -. L’attività motoria sarà consentita solo nei dintorni della propria abitazione, e con obbligo di protezione delle vie respiratorie, mentre la didattica a distanza partirà dal secondo anno della scuola media.

Gialli, arancioni e rossi

Dell'area gialla fanno parte, al momento: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, province di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Nell'area arancione, oltre alla Puglia, ricade anche la Sicilia. In quella rossa: Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta. 

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