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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Roghi, fenomeno spesso trascurato: occorre più attenzione

Dopo l'escalation degli ultimi giorni, in Prefettura si è deciso di aumentare i controlli. Quello degli incendi di veicoli è un problema annoso, diffuso, vigliacco e dalle motivazioni di fondo quasi sempre diverse. Un'analisi del fenomeno e del perché è così difficile da estirpare

LECCE – Quello degli incendi di veicoli è un fenomeno semplice da decifrare nelle dinamiche, molto più complesso nelle motivazioni di fondo. Nel Salento sembra che non passi una singola notte senza che un’auto (il più delle volte), ma a volte un camion, un mezzo da lavoro, qualunque cosa in generale finisca in cenere. Che fino a oggi numeri e frequenza dei casi, non certo confortanti, siano stati sottovalutati?  

Difficile da dire. Anche perché la verità è sotto gli occhi di tutti. Ogni singolo episodio è quasi sempre a sé stante, sebbene la tecnica sia sempre la stessa indipendentemente dalle mani che la mettono in pratica. In fin dei conti, è piuttosto semplice procurarsi alcool o benzina, una bottiglia o una tanica, acceleranti, accendini e fiammiferi. Tutti oggetti e materiali di libera vendita. Dopodiché, si sceglie una fascia notturna, quando il transito di passanti è più rado, e si mette in atto il proprio diabolico piano. In tutto ciò, è raro che s’imbocchi un filone investigativo utile. E le piste embrionali spesso muoiono quasi subito davanti a un “mai ricevuto minacce”, frase condita magari dall’assenza di una buona copertura di telecamere.

Una cosa è certa. La maggior parte degli incendi è di tipo doloso. Anche quelli con la classificazione “cause da accertare”, specie se avvenuti in orari notturni, sono quasi sempre il parto della mente di qualcuno animato da livore o interesse specifico. Ma spesso manca la prova provata, magari perché arsa nel rogo stesso.

Bruciare un veicolo è un modo tanto vigliacco, quanto semplice, immediato, quasi infallibile, per provocare un danno con una sufficiente dose di probabilità di non essere mai scoperti. E il ventaglio di cause scatenanti è talmente ampio che nessuna lista sarebbe mai davvero completa. Atti persecutori, banali liti fra vicini, crediti vantati, estorsioni, tradimenti, conti in sospeso per presunti torti subiti, frodi alle assicurazioni, pura piromania (e quindi vandalismo fine a sé stesso) e chi più ne ha, più ne metta. Ogni motivo può essere buono per un proposito del genere.

Un vertice in Prefettura

La casistica in provincia di Lecce è molto ampia, e lo è da anni, ma ultimamente stanno accadendo episodi che superano quella che ormai è una triste ordinarietà. Ecco perché gli incendi di veicoli sono stati fra i temi affrontati questa mattina in Prefettura, a Lecce, nel corso di una riunione tecnica di coordinamento con i vertici delle forze di polizia.

Si è svolto un approfondito esame, oltre che dei singoli casi di incendi, del fenomeno complessivo e delle possibili misure di prevenzione da adottare. Il che è un passo in avanti, visto che del problema specifico raramente se ne discute. È stato così concordato il potenziamento dei servizi di vigilanza e controllo del territorio, soprattutto nelle ore notturne. Particolare attenzione, spiega una nota della Prefettura, sarà rivolta alle tipologie di luoghi dove si sono verificati gli episodi e alle aeree industriali.

È un'emergenza vera e propria

A tutto ciò si è arrivati dopo che la notte fra 28 e 29 novembre è giunta la fatidica goccia che ha fatto traboccare un vaso, per la verità, già bello che colmo. Ben dieci autovetture e cinque camion in fiamme, tutti in una fetta di territorio ben precisa, l’area fra Casarano, Taurisano e Ugento. E con riflettori puntati in particolare a Casarano sui cinque compattatori finiti in fiamme nel piazzale della Tekneko, società che detiene l’appalto per la raccolta dei rifiuti nei comuni dell’Aro/9, e sulle cinque Dacia Sandero bruciate in un’area di pertinenza della concessionaria De Nuzzo.

Prima di questi episodi, ve ne sono stati altri, molto recenti, che già avevano fatto salire la soglia dell’attenzione. Basti pensare alla quindicina di autovetture distrutte fra 2 e 3 novembre nell’autoparco Universal Auto di Cavallino o ai cinque compattatori della Gial Plast di Taviano, anche questa azienda impegnata nel settore dell’igiene urbana, dati alle fiamme la sera di San Martino. Nel mentre, in ordine sparso a livello cronologico, si sono avuti  anche roghi che hanno toccato esponenti politici di alcuni comuni salentini: un assessore prima e un consigliere comunale poi, a Seclì, e, da ultimo,  un altro consigliere comunale, a Gallipoli.

Tutt’altro che emergenza nuova nel suo genere, dunque, quella degli incendi sta però assumendo in questi ultimi periodi contorni che sembrano esulare, almeno in alcune circostanze, dalla semplice bega risolta in modo barbaro. S’è già scritto, oggi si ribadisce. Non si può trascurare che dietro a diversi casi possa esservi una regia di profilo criminale un po’ più alto di un semplice vicino di casa arrabbiato o di qualche spasimante non corrisposto. E bisogna mantenere alta la guardia in un Salento che merita la giusta attenzione e un controllo del territorio deciso e incisivo.      

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