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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Lidi da demolire, annullata l’ordinanza. Il Tar accoglie il ricorso del Blue Bay

Con una sentenza breve i giudici hanno disposto l’annullamento dei provvedimenti di febbraio del Comune di Gallipoli per lo sgombero dell’area demaniale e la revoca dei permessi edilizi dello stabilimento del litorale della Baia Verde

GALLIPOLI – Nuovo pronunciamento dei giudici del Tar di Lecce sulla controversa questione dello smontaggio e demolizione delle strutture balneari del litorale e lo sgombero dell’area demaniale su diposizione dei Comuni con relativo annullamento dei permessi edilizi e paesaggistici per il mantenimento annuale dei manufatti. Con la sentenza breve pubblicata ieri i giudici della  prima sezione del Tar Lecce, hanno infatti accolto il ricorso promosso dalla società Baia Azzurra srl, titolare dello stabilimento balneare “Blue Bay” che si trova nei pressi della prima entrata della Baia verde a Gallipoli, con cui erano state impugnate l’ordinanza e la determina dirigenziale dello Sportello unico per l’edilizia del Comune ionico con le quali veniva disposto lo sgombero dell’area demaniale e la demolizione dei manufatti balneari. Con tale decisione i giudici amministrativi hanno reso nulli i provvedimenti comunali con cui erano stati annullati i permessi a costruire rilasciati per il mantenimento annuale della struttura balneare. Gli atti impugnati sono quelli relativi al febbraio scorso con i quali il Comune di Gallipoli, a seguito delle verifiche eseguite dalla polizia locale sulle disposizioni della prefettura e della Soprintendenza, aveva dato seguito all’esito dei controlli sullo smontaggio dei lidi dopo la stagione estiva per i gestori in possesso solo dei permessi stagionali e sulla corrispondenza della opere realizzate rispetto alle autorizzazioni edilizie e ai permessi paesaggistici per coloro che avevano un titolo valido per tutto l’anno. Anche per il Blue Bay del litorale sud gli uffici comunali, a seguito dell’istruttoria, avevano ordinato lo sgombero dell'area demaniale marittima occupata e la demolizione, nel termine di venti giorni, dei manufatti realizzati in assenza o in difformità del titolo edilizio rilasciato e funzionali all'attività dello stabilimento balneare, e  disposto l’annullamento dei permessi di costruire rilasciati nell’aprile del 2017 come appendice al permesso di costruire stagionale, per il mantenimento annuale della struttura balneare. Il Tar ha ribadito la legittimità del mantenimento delle strutture sull’arenile, come già disposto dalle precedenti sentenze amministrative, e accogliendo il ricorso ha annullato l’efficacia dei provvedimenti del Comune.     

La vicenda ha origine già nel 2011 allorquando la Baia Azzurra Srl otteneva dal Tar una pronuncia favorevole al mantenimento annuale della struttura. In ottemperanza a tale sentenza il Comune di Gallipoli rilasciava il titolo edilizio con validità annuale. La sentenza veniva appellata innanzi al Consiglio di Stato, ma i giudici di palazzo Spada, con sentenza del 2018, rigettavano l’appello e confermavano la pronuncia del Tar di Lecce. Poi il recente epilogo con il titolare della struttura balneare che si è visto recapitare, a febbraio, dapprima il provvedimento con cui veniva annullato il titolo edilizio con validità annuale e, successivamente, l’ordinanza di demolizione del manufatto balneare con ordine di sgombero dell’area in concessione per non aver rimosso il manufatto al termine della scorsa stagione estiva. Da qui il ricorso proposto dalla proprietà dello stabilimento balneare, con legale Danilo Lorenzo, che aveva già seguito le vicende passate innanzi al Tar ed al Consiglio di Stato e la sentenza dei giudici favorevole alla Baia Azzurra srl.

Sentenza che segue un altro pronunciamento dei giudici amministrativi leccesi sulla annosa questione del mantenimento annuale delle strutture balneari, laddove decidendo il caso del “Quintero”, anche questo difeso dall’avvocato Lorenzo, aveva sostenuto l’illegittimità del provvedimento del Comune di Vernole che aveva ordinato lo smontaggio della struttura, delineando importanti parametri ritenuti necessari a tal fine, come la tempestività e la regolarità della domanda di mantenimento annuale e l’assenza di difformità edilizie. “Tali pronunce”, commenta l’avvocato Lorenzo, “sono particolarmente importanti e significative perché tracciano i pilastri su cui poter legittimamente fondare il diritto al mantenimento delle strutture balneari, sempre nel rispetto delle prescrizioni normative ed ambientali. La certezza del diritto è, e rappresenta, sempre l’unico punto di riferimento su cui ogni imprenditore può pensare alla crescita della propria attività e guardare al futuro con propositi costruttivi. Accogliamo sempre con favore la giurisprudenza che si forma sulla materia perché non solo rappresenta motivo di certezza del diritto, ma anche motivo di certezza per l’attività di impresa”. Anche il presidente provinciale  della Cna balneari di Puglia, Giuseppe Mancarella, ha rimarcato l’importanza del dispositivo del tribunale amministrativo. “Sono soddisfatto del risultato ottenuto dal nostro associato”, dice Mancarella, “l’importanza delle linee tracciate dai giudici amministrativi rappresenta un motivo di certezza per gli imprenditori balneari i quali, come ho sempre sostenuto, non vogliono altro che poter lavorare serenamente nella legalità e nella consapevolezza dei propri diritti e doveri”.

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