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Migliorano le condizioni del lavoratore contagiato. Il titolare: “Il peggio è passato”

Il proprietario del caseificio di Cavallino, chiuso la scorsa settimana per essere sanificato dopo un caso di positività al Covid-19, tira un sospiro di sollievo

CAVALLINO – Dopo l’incubo, il peggio sembra essere passato nel caseificio di Cavallino in cui un collaboratore è risultato positivo al Covid-19. "Sono stati giorni intensi, ricchi di paura e che hanno sconvolto la vita di molte famiglie, compresa la nostra - racconta Daniele Arigliano, titolare dell’impianto di produzione cavallinese. “ Il nostro collaboratore, già a casa per dei sintomi influenzali, dopo l'aggravarsi della sua condizione si è sottoposto al tampone che ha certificato il suo contagio al Covid-19. Da subito l'azienda sanitaria ha predisposto la quarantena per me e tutti i suoi colleghi, incidendo in maniera pesante sulla vita di molte famiglie. In queste ore arrivano notizie confortanti: il nostro dipendente respira in maniera autonoma e sta sempre meglio, inizia a rispondere bene alle cure".

Un ritorno progressivo a una sorta di normalità, dopo la brusca sterzata la scorsa settimana. Terminata l’immediata sanificazione degli ambienti di lavoro, come previsto dal protocollo sanitario, lo store della vendita nel comune messapico è comunque rimasto chiuso per diversi giorni. Dopo la notizia del dipendente risultato positivo, il caseificio aveva fatto sapere, tramite la propria pagina Facebook, di aver chiuso i locali per la bonifica. Specificando, però, che il lavoratore non aveva avuto alcun contatto con la clientela, perché impiegato nella produzione.

 “Fortunatamente, la nostra organizzazione aziendale, con oltre trenta lavoratori, non mette in contatto diretto i casari con i dipendenti dei nostri punti vendita presenti sul territorio, quindi il disagio per i nostri clienti è stato minimo, ma possiamo capire tutte quelle attività che si son dovute fermare per questo triste motivo. E' un dramma sia umano, per la gravità della situazione, sia economico per tutte quelle aziende e imprese che sono costrette allo stop. Occorrono delle misure serie ed incisive per consentire alla parte produttiva del nostro Paese colpita da questa piaga di rialzarsi, altrimenti si rischia di mettere in ginocchio centinaia di migliaia di famiglie", conclude il titolare.

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