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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Si è spento Tonino Caputo: da Lecce verso il mondo, pittore e scenografo

Nato nel capoluogo salentino nel 1933, al termine degli studi liceali si trasferì a Roma. Aveva una malattia terminale. La famiglia aveva promosso una raccolta fondi per sostenere le cure

LECCE - Si è spento a Lecce, a 88 anni, Tonino Caputo. L'artista, nato in città, era stato colpito da una malattia terminale e, più di recente, anche dal Covid, che aveva comunque superato. La sua famiglia aveva avviato una raccolta fondi per sostenere il costo delle cure alla quale si era unito anche il museo Castromediano di Lecce organizzando per il 16 luglio un'asta di beneficienza.  

Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, ha espresso il cordoglio della città natale: "Lecce perde con Tonino Caputo uno degli ultimi esponenti di quella generazione di artisti leccesi che si distinsero, sia nel panorama nazionale sia all'estero, nella seconda metà del Novecento e che portarono il nome della città nei principali circuiti dell'arte contemporanea di allora. Una scomparsa che ci riempie di tristezza ma che non ci lascia del tutto orfani. Perché di un artista restano sempre le sue opere, a imperitura memoria di una vita dedicata, come nel suo caso, alla pittura. Era considerato un artista viaggiatore, che trovava ispirazione nei suoi viaggi per il mondo. Immaginiamolo, quindi, partito per un altro di questi viaggi. Alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene l'abbraccio mio e della città".

La biografia di Caputo

Tonino Caputo nasce a Lecce nel 1933. Completati gli studi nel locale liceo scientifico, si trasferisce a Roma nel 1952, dove si iscrive alla facoltà di architettura; già da questi anni si delinea il suo interesse primario per la pittura. Nel 1956, sorretto da poeti come Vittorio Pagano e Rina Durante, partecipa ad una prima collettiva, dove furono esposti dei disegni figurativi. Nello stesso anno a Roma conosce Gastone Novelli ed inizia una ricerca nel campo dell'informale, cammino che durerà cinque anni. Nel 1958, partecipa a Roma ad una mostra di pittura collettiva assieme a grandi artisti quali: Mimmo Rotella, Carla Accardi, Corrado Cagli, Giandomenico Gnoli, Gastone Novelli. Nello stesso tempo, collabora con disegni e scritti d'arte a numerosi periodici nazionali.

Dal 1963 al 1965, Caputo vive prevalentemente a Parigi, senza però perdere i contatti con Roma, dove inizia un rapporto di amicizia e collaborazione con Carmelo Bene, già conosciuto anni prima. Questo rapporto s'intensificherà nel 1967, in questo periodo Caputo esegue tutte le locandine degli spettacoli di Carmelo Bene, nonché le pitture di scena. Questa esperienza prosegue con le altre pitture di scena del film "Capricci", girato in parte nello studio romano di Tonino Caputo in via Montoro. In questa produzione filmica Carmelo Bene riserva a Caputo anche un ruolo come attore. il film verrà presentato a Cannes nell'ambito della rassegna "Quindicina Delgli Autori".

Dal 1970 al 1973, Tonino Caputo compie una serie di viaggi nei paesi dell'Est europeo. Nel 1972 partecipa alla biennale di Venezia (sezione teatro) con le scenografie per il dramma "Egloga" di Franco Cuomo e Marica Boggio, pièce che verrà rappresentata nel teatro di palazzo Grassi. Dal 1982 l'artista apre uno studio a New York e da quel momento in poi passa una parte dell'anno a Manhattan; si inaugurano in questi stessi anni una serie di mostre itineranti di grafica organizzate dalla Quadriennale d'arte di Roma in collaborazione con il ministero degli Esteri. Nel 1992 la rivista inglese" Art & Design", in una ricerca dello storico Ken Griffith, inserisce Tonino Caputo tra i 50 artisti più significativi della seconda metà del secolo in Italia. Verso la fine degli anni novanta, su commissione del sindaco di Helsingborg, Caputo stampa due litografie: una sulla Town Hall, che verrà distribuita nelle pinacoteche di molte città consorelle (tra cui Amburgo, Pechino, Stoccolma, Copenaghen) e l'altra sul San Basilio di Mosca, che verrà poi messa in vendita per aiutare i giovani disadattati della Russia democratica. Nel 1999 esegue un mosaico che viene installato nella stazione di Bracciano, lavoro eseguito su commissione della società Nokia e delle Ferrovie Laziali.  

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