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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mense ospedaliere, due nel Tacco: Gallipoli e Lecce. In Regione approvata mozione salva lavoro

Tutela della clausola sociale e nessuna decurtazione retributiva: approvata senza emendamenti la mozione proposta da cinque consiglieri regionali. Nel Salento non più soltanto un punto cottura, ne restano due

LECCE – Approvata in Regione la mozione sulla modifica del bando per i punti cottura ospedalieri di Puglia. Salva la clausola sociale che tutela le centinaia di lavoratori pugliesi delle mense: questi ultimi saranno tutti riassorbiti dalle aziende subentranti e non subiranno alcuna decurtazione retributiva. Le strutture per la preparazione delle vivande, nel Salento, saranno inoltre due e non più solo una: la prima all’interno dell’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli (inizialmente si pensava sarebbe stata la sola) e poi quella leccese non più prevista nel “Vito Fazzi”, ma esterna.

In giornata maggioranza e opposizione hanno votato all’unanimità e senza emendamenti la proposta avanzata dal democratico Enzo Di Gregorio e sottoscritta da altri cinque consiglieri regionali: Filippo Caracciolo, Debora Ciliento, Donato Metallo e Renato Perrini. Nonostante i tentativi di rivedere quel bando da diversi milioni di euro e di cui vi abbiamo raccontato in anteprima su LeccePrima, la presidenza della Regione avrebbe deciso di procedere, andando avanti. La mozione voleva costituire inoltre un “invito” a internalizzare il servizio delle mense, stabilizzando il personale. Ma su fronte internalizzazione, nulla da fare.

Si è però quanto meno concesso un ordine prioritario alla clausola sociale, con l’impegno di acquisire in un secondo momento l’elenco completo dei lavoratori: appena subentrerà la ditta vincitrice d’appalto, le sarà dunque consegnata la lista del personale attualemente dipendente, per poi essere completamente ricollocato senza penalizzazioni salariali. Lo scorso primo marzo i consiglieri avevano sollecitato la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone e la giunta a intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire l’applicazione della clausola sociale in vista del maxi appalto che dovrebbe ridisegnare il sistema dei punti cottura dei presidi ospedalieri dell'intera regione.

Nel testo della mozione approvata in giornata, oltre al ricollocamento e alla tutela salariale dei lavoratori dell’indotto, i consiglieri avevano anche fatto riferimento alla qualità del cibo somministrato ai degenti che, senza una mensa interna agli ospedali, finirebbe per essere preparato diverse ore prima, a diversi chilometri di distanza, per poi essere riscaldato in loco. Una battaglia che è stata condotta da diverse sigle sindacali, come vi abbiamo raccontato nel corso delle ultime settimane e che ha portato a una mobilitazione anche nel Salento assieme ai Cobas, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confintesa. Diversi i sit-in di protesta che si sono alternati davanti all’ingresso dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, ai quali è anche seguita una doppia audizione in Commissione Sanità della regione Puglia, a metà febbraio, proprio per ridiscutere la gara telematica a procedura aperta per l’affidamento del servizio di ristorazione dei pazienti ricoverati.

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