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"No al sistema degli appalti": scioperano gli operatori dell'igiene ambientale

Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Fiadel hanno organizzato una manifestazione in Prefettura per contrastare l'entrata in vigore dell’articolo 177 del codice degli appalti: "Rischi per la qualità dei servizi"

LECCE – Un'intera giornata di sciopero per evitare gli appalti nel settore dell'igiene ambientale. I sindacati Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Fiadel hanno aderito alla mobilitazione nazionale che vuole contrastare l'entrata in vigore dell’articolo 177 del codice degli appalti.

Il motivo? La norma obbligherà le aziende che gestiscono i servizi pubblici essenziali, ad appaltare almeno l’80 percento delle attività svolte dal personale interno.

Gli operatori sono in allarme e i sindacati sottolineano i rischi di questa decisione inerenti alle “inevitabili ricadute sulla qualità dei servizi essenziali”.

Per questa ragione hanno organizzato una manifestazione di protesta che si è tenuta questa mattina in via XXV Luglio e hanno chiesto di incontrare il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, per consegnare una lettera contenente le rivendicazioni.

“La norma è pericolosa perché introduce il concetto di concorrenza – hanno detto gli esponenti sindacali - laddove l’unica priorità dovrebbe essere la qualità del servizio erogato alle comunità”.

Lo sciopero dei lavoratori dell'igiene ambientale

A loro dire, l’esternalizzazione delle attività “renderà vulnerabile il sistema dei servizi, rischiando di consegnarli nelle mani di operatori economici esterni e di scontati appetiti, ribaltando il senso originale dell’affidamento in concessione e tramutando di fatto gli attuali affidatari in mere stazioni appaltanti”.

La preoccupazione principale è rivolta sia all'impatto che sia avrà “sia in materia di sicurezza sui posti di lavoro, sia sulla qualità del servizio”.

Di fatto oggi si è fermato l'intero settore dell’Igiene ambientale, ad eccezione delle attività essenziali e delle emergenze, comunque garantite. Non è stata una mobilitazione contro le aziende, ma  per  sostenere “l’occupazione di qualità nel settore e per difendere e valorizzare l’efficienza e la qualità dei servizi essenziali, a beneficio di tutti i cittadini”.

“Riteniamo inaccettabile che, con questa norma, si arrivi a destrutturare settori che sono stati da sempre volano per lo sviluppo del Paese e sono uno dei più importanti strumenti di modernizzazione dell’Italia – hanno concluso i sindacalisti -. Peraltro, lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza ne riconosce il valore e l’importanza per l’intero processo della Transizione energetica”.

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