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Ritoccata l'ordinanza sulla scuola, ma non si deroga alla didattica integrata

Emanato in tarda serata un nuovo provvedimento, in vigore fino al 14 marzo, dopo le decisioni del Tar. La variante inglese del Covid, concordano gli esperti, sarà prevalente in Italia nel giro di poche settimane

LECCE - L'ordinanza con cui il presidente della Regione Puglia. Michele Emiliano, ha leggermente corretto il tiro rispetto al precedente provvedimento - quello sospeso ieri dalla Terza Sezione del Tar di Bari - resta chiaramente ancorata al principio di precauzione per evitare un aumento rapido dei contagi da Covid in ambiente scolastico.

Si è ripetuto, di fatto, quanto già visto all'inizio di novembre: al pronunciamento dei giudici, sempre sulla stessa materia, era seguita anche allora una rimodulazione dell'ordinanza. A differenza dell'autunno, però, il riferimento ai rischi legati alla variante inglese è esplicito. D'altra parte le prime evidenze emergono da alcuni territori del Paese, come nel Bresciano, dove il nuovo ceppo sembra essere diventato già prevalente con un conseguente rapido aumento dei casi e dei ricoveri in ospedale.

Gli esperti sono concordi nel dire che entro marzo, probabilmente verso la metà del mese, la variante inglese sarà prevalente: essendo più contagiosa delle precedenti in una percentuale stimata tra il 40 e il 50 percento, si attende un rapido sovraccarico dei sistemi ospedalieri. Non è un caso, del resto, se il governo Draghi si sta orientando per la linea della massima cautela, rimettendo nel cassetto lo slancio che sembrava trasparire rispetto all'ipotesi di progressive riaperture. Per quelle bisognerà attendere, limitando intanto il più possibile le occasioni di contagio. Per quanto riguarda la Puglia, due indagini rapide disposte dall'Istituto superiore di sanità hanno fatto emergere un aumento del 60 percento in sette giorni della quota di casi Covid dovuti alla variante inglese, passata dal 15 percento del 4 e 5 febbraio al 38 percento del 12 febbraio. 

Ecco dunque che la scuola resta al centro del dibattito, e non solo in Puglia. La nuova ordinanza, pubblicata nella tarda serata di ieri, dispone la didattica digitale integrale per tutte le scuole di ogni ordine e grado: per quelle del ciclo primario (e i Centri provinciale per l'istruzione degli adulti) l'indicazione è di ammettere gli alunni che, "per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alladidattica digitale integrata"; alle secondarie di secondo grado (superiori) si impone, comunque, il limite del 50 percento per le attività in presenza, "possibilmente per ogni singola classe" (e non per il totale della popolazione studentesca). 

Il periodo di vigenza del provvedimento è mutato: l'attuale ordinanza resterà in vigore - salvo nuove decisioni dei giudici amministrativi - fino al 14 marzo, mentre quella precedente sarebbe spirata il 5 marzo. Con questa estensione temporale il governo regionale ha inteso rispondere all'obiezione del Tar Bari per cui il tempo previsto non sarebbe stato necessario per procedere alla vaccinazione degli operatori scolastici. Allegato all'ordinanza vi è ora il cronoprogramma delle somministrazioni, per provincia: le dosi disponibili del vaccino AstraZeneca, stimano al Dipartimento regionale di Promozione della salute, saranno 60mila entro la fine di questo mese, un quantitativo sufficiente a vaccinare il 70 percento del personale delle scuole. Alla prima dose, viene sottolineato, è associata dopo tre settimane una efficacia pari al 100 percento contro le forme gravi della malattia e del 73 percento contro quelle lievi. 

Alla base delle due ordinanze che si sono succedute nel giro di pochi giorni c'è una relazione sull'andamento epidemiologico in ambiente scolastico. Questi i passaggi principali ricavati dai dati raccolti: in linea generale si sottolinea come la riduzione delle attività didattiche in presenza abbia comportato una riduzione dei tassi di contagio nella popolazione in età scolastica rispetto all'andamento per il resto della popolazione. Si rimarca, inoltre, come da metà gennaio si sia registrato un incremento di casi tra i 3 e 13 anni a fronte di un trend complessivamente in calo e si richiama l'attenzione sul fatto, emerso dall'analisi della sorveglianza scolastica, che negli ultimi tempi i provvedimenti di isolamento o quarantena siano in "costante e importante aumento".

Il Codacons Lecce, intanto, denunciando il "clamoroso silenzio" dell'Ufficio scolastico regionale e anche del ministero dell'Istruzione rispetto alla condotta del governo regionale, annuncia un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo regionale.

Scarica l'ordinanza misure urgenti 23 febbraio

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