rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Obbligo vaccinale negli ospedali: Regione ne rivendica la legittimità

L'assessore Palese ricostruisce la sequenza degli atti del governo pugliese, asserendone la piena coerenza con il Piano nazionale di prevenzione tuttora vigente

LECCE – L’accesso in determinati reparti e ambienti ospedalieri, in Puglia, resta precluso ai medici e agli operatori sanitari che non hanno ricevuto la vaccinazione anti Covid. La precisazione è dell’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese.

La decisione del governo Meloni di anticipare al primo giorno di novembre la decadenza dell’obbligo vaccinale è stata motivata dal ministro Schillaci con l’evoluzione del quadro epidemiologico, ma anche con la necessità di integrare le strutture con carenza di organico. Il provvedimento dell’esecutivo ha suscitato perplessità, principalmente per i rischi connessi alla possibile trasmissione del virus Sars CoV2 a pazienti in condizione di fragilità.

Dal punto di vista del rapporto tra istituzioni e livelli di governo si è paventato un conflitto tra la norma nazionale e l’autonomia delle Regioni in materia sanitaria. Palese, con una nota, ha spiegato perché ritiene la legge pugliese (marzo 2021) in linea pienamente legittima.

In premessa l’assessore spiega che sono interessati dalla vicenda solo 10 i medici e 103 tra operatori sanitari e infermieri e che la loro operatività è regolata dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente. Palese ricorda quindi che sin dal 2018, dunque ben prima dell’arrivo della pandemia, una legge regionale sull’esposizione professionale ha previsto l’individuazione dei reparti nei quali consentire l’accesso ai soli operatori che rispettano le indicazioni del piano nazionale. Lo scopo è quello di “prevenire e controllare la trasmissione delle infezioni occupazionali e degli agenti infettivi ai pazienti, ai loro familiari, agli altri operatori e alla collettività”.

Il regolamento attuativo di quella legge è poi stato approvato nel giugno del 2020 con l’elenco, tra l’altro, dei vaccini previsti a carico di medici e operatori sanitari in genere. L’obbligo è stato poi esteso alla vaccinazione contro il Covid nel marzo del 2021. In questo provvedimento la prescrizione viene ancorata alla condizione che sia presente, in forma di obbligo o anche di raccomandazione, dal quadro normativo o da atti amministrativi di rango nazionale.

Questo collegamento esiste, come spiega il direttore del dipartimento regionale Salute, Vito Montanaro: “Considerato che le circolari del ministero della Salute confermano le raccomandazioni e le indicazioni operative in ordine alla copertura vaccinale da Sars CoV2, oltre che dall’influenza stagionale, degli operatori sanitari, trovano piena e legittima applicazione le disposizioni contenute nelle norme regionali in vigore”.

La nota regionale fa riferimento, in conclusione, anche ai provvedimenti del Tribunale amministrativo regionale che, a fronte di vari ricorsi, si è sempre pronunciato in senso favorevole all’obbligo vaccinale.

Emiliano e Amati: “Scaduti i termini per l’impugnazione”

Sulla diatriba si era pronunciato il sottosegretario alla Salute, il pugliese Marcello Gemmato (Fratelli d’Italia), fresco di nomina. In una intervista a Sky tg24 aveva annunciato l’impugnazione della legge regionale pugliese. A stretto giro di posta è arrivata la risposta del governatore, Michele Emiliano: “Gemmato è un politico di lungo corso e dovrebbe sapere che tra leggi nazionali e leggi regionali nelle materie concorrenti come la sanità non c’è un rapporto di gerarchia che fa prevalere le prime sulle seconde, salvo che ci sia una lesione delle attribuzioni del Parlamento. Ma queste ultime devono essere impugnate tempestivamente dal governo, fatto questo non avvenuto nel nostro caso, essendo la legge in questione del 2021. Prendo atto che Gemmato, farmacista, si cimenta in arditi ragionamenti giuridici annunciando l’impugnazione della legge pugliese, e così facendo fa fare al governo del quale fa parte da qualche ora una pessima figura”.

Già il consigliere regionale del Pd, Fabiano Amati, aveva segnalato la non percorribilità della strada che porta all’impugnazione: “Il governo nazionale mediti, piuttosto, di estendere a tutte le regioni italiane l’obbligo vaccinale per tutte le vaccinazioni, così come richiesto dagli scienziati italiani con la Carta di Pisa e ottemperando alle disposizioni statali sul Piano vaccinale nazionale, questo sì posto in rapporto di superiorità gerarchica nei confronti della legge regionale”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Obbligo vaccinale negli ospedali: Regione ne rivendica la legittimità

LeccePrima è in caricamento