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Parco eolico in mare: il primo studio sulla reazione dei turisti attratti dal Salento

L'indagine è stata voluta dalle società che hanno proposto due impianti tra Brindisi e il Capo di Leuca. Quasi duemila gli intervistati: confermerebbero la loro scelta per le vacanze se fossero realizzati?

LECCE – La grande maggioranza dei turisti interessati a una vacanza nel Salento confermerebbe la propria propensione anche se davanti alla località prescelta sorgesse un parco eolico in mare. È questo uno dei risultati principali dell’indagine condotta da Swg, nota società italiana che si occupa di ricerche di mercato e di opinione.

L’indagine è stata realizzata dal 23 giugno al primo luglio tramite un web-focus e la somministrazione di quasi 2mila questionari online, di cui 1.543 a turisti italiani e 403 a turisti stranieri di Francia, Germania e Regno Unito. I committenti sono le società che hanno proposto la realizzazione dei parchi eolici offshore “Kailia Energia”, al largo di Brindisi, e “Odra Energia”, davanti alla costa tra Porta Badisco e il Capo di Leuca.

Scopo principale della ricerca era quello di entrare nel vivo del dibattito che si è generato dopo la presentazione dei progetti alle comunità più direttamente interessate e, in generale, all’opinione pubblica. L’argomentazione principale di coloro che si sono detti contrari è stata finora incentrata sull'impatto paesaggistico delle turbine (90, poste a poco meno di 13 chilometri dalla linea di costa), cioè sulla loro visibilità all'orizzonte dalla costa. Ebbene, l’indagine indica che solo il 6 percento degli intervistati rinuncerebbe con certezza o con alta probabilità a una vacanza nel Salento qualora venisse realizzato il parco eolico. Il 77 percento, invece, non si farebbe affatto scoraggiare dalle grandi pale (il 45 percento confermerebbe sicuramente la scelta, il 32 con buone probabilità). La propensione favorevole arriverebbe all’84 percento tra coloro che vedono nella natura, nella libertà, nella cultura e nell’enogastronomia gli attrattori principali per una vacanza nel Salento.

Kseniia Balanda, direttrice generale Kailia Energia e Odra Energia, è intervenuta nel corso di una conferenza stampa online per commentare i risultati sulla ricerca: “L’impatto sul turismo è una preoccupazione legittima, emersa negli incontri che abbiamo già fatto da settembre dello scorso anno. Siamo contenti di aver commissionato il primo studio di questo tipo in Italia a uno dei migliori enti demoscopici. I numeri ci confortano perché confermano la rilevanza di questo tipo di impianti, anche per il particolare momento che stiamo vivendo”. Il riferimento è alla questione energetica: l’indagine indica nel 72 percento la quota di intervistati che ritengono gli impianti del tipo di quelli proposti una risposta valida sul piano della diversificazione e sostituzione delle fonti fossili.

Consulta Indagine Swg (in formato Pdf).

Due sono le preoccupazioni principali tra gli intervistati: la paura che l’opera resti incompiuta e il timore che ci sia un impatto diretto sulle attività di pesca. Rispetto al primo punto, il responsabile delle ricerche di Swg, Riccardo Grassi, ha spiegato che si tratta di una questione tipicamente italiana, mentre, con riferimento al secondo, Balanda ha chiarito: “Le aree individuate sono fuori le rotte di pesca industriale e poi esistono studi che dimostrano che le piattaforme galleggianti agevolano la formazione di habitat naturali per la fauna marina”. È utile considerare, infine, che l’80 percento si è detto poi favorevole al coinvolgimento delle popolazioni locali e alle compensazioni in termini economici, occupazionali, di risparmio energetico, di innovazione.

Le società Falck Renewables e Bluefoat Energy, partner al 50 percento ciascuno, sono in questi mesi impegnate nella stesura dello Studio di impatto ambientale dopo aver concluso, a maggio, la fase facoltativa delle consultazioni con gli enti locali e i portatori di interesse. Si tratta di un passaggio non solo obbligatorio per legge, ma fondamentale nella percezione dei turisti: il 73 percento degli intervistati, infatti, ha chiesto un’accurata analisi dell’impatto ambientale. L’82 percento vorrebbe anche un monitoraggio costante, una volta entrati in funzione gli impianti.

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