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Tema controverso

Parco eolico offshore: si apre la fase dello studio di impatto ambientale

Il progetto Odra Energia, proposto da Falck Renewables e Bluefoat Energy, interessa un tratto di mare al largo della costa tra Porto Badisco e il Capo di Leuca ed è da mesi nell'occhio del ciclone. Comunicata la conclusione della fase, facoltativa, di consultazione

LECCE – Le società Falck Renewables e Bluefoat Energy sono pronte ad avviare lo Studio di impatto ambientale (Sia) per il parco eolico offshore denominato “Odra”. La sottocommissione per il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima del ministero della Transizione ecologica ha di recente pubblicato le indicazioni sui punti da approfondire in dettaglio nel corso della redazione del documento che è strategico nell'iter autorizzativo.

Si tratta di un progetto che interessa uno specchio di mare al largo della costa tra Porto Badisco e Santa Maria di Leuca per il quale il 29 dicembre scorso è stata presentata istanza di autorizzazione al ministero per la Transizione ecologica. Il dibattito è aperto da mesi e vede contrapporsi ai proponenti e ai favorevoli a priori nel nome della transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, un fronte che tiene insieme enti locali e movimenti, nettamente contrari all’ipotesi di localizzazione.

Esiste poi una corrente di pensiero, di cui il sindaco di Lecce nelle vesti di delegato Anci per rifiuti ed energia si è fatto portavoce, che rivendica l’urgenza dell’adozione, da parte dell’Italia, del Piano di gestione dello spazio marittimo che l’Europa attende dal 2014. Il tema, infatti, è di stretta competenza nazionale, circostanza che rende le prese di posizione adottate su altri livelli abbastanza prive di effetti concreti. In mancanza di quel piano, infatti, saranno sempre i soggetti privati ad avere l’iniziativa dell’individuazione dei siti.

Il progetto prevede l’installazione di 90 turbine capaci di produrre in un anno energia pari al consumo di oltre un milione di utenze domestiche. La loro disposizione è ipotizzata a una distanza minima di 12,8 chilometri dalla costa (con un allontamento di tre rispetto alla prima proposta), che renderebbe comunque visibili le pale da alcuni punti del litorale nell’ordine di grandezza di poco meno di un centimetro e mezzo. È questo il fattore di maggiore criticità: verrebbe compromesso, questa la convinzione del fronte del no, uno degli aspetti più caratteristici del litorale e del paesaggio e, con essi, tutta una prospettiva di sviluppo incentrata sull’attrattività turistica.

Falck Renewables e Bluefoat Energy, conclusa l’attività tecnicamente detta di scooping (consultazione preliminare, facoltativa), si accingono però a fare la prima vera mossa, quella relativa allo studio di impatto ambientale e propedeutica all’eventuale autorizzazione. Anche rispetto a questa fase di consultazione sono state espresse forti riserve, come si fosse trattato di un mero adempimento da sventolare, ma in realtà fatto senza alcuna reale volontà di ascolto.

Le due società hanno presentato anche un altro progetto per la Puglia, quello chiamato “Kailia” e riferito a un tratto di mare davanti alla costa di Brindisi.

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