rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità

"Più posti in deroga": l'apertura dell'Usp. Sciolto il presidio dei docenti precari

Il provveditore agli studi di Lecce si è impegnato a fare il possibile per incrementare il numero dei posti per le scuole di 1° e 2° grado. Finisce la protesta dei professori

LECCE – Si fanno chiamare “Precari di ruolo”. Ma la trovata spiritosa sottende una denuncia disperata: “A 45 anni, dopo anni di insegnamento precario nella mia città, il presidente del Consiglio Matteo Renzi decise che sarei diventata di ruolo. A patto, però, di cominciare a vagare per l’Italia, aspettando fino all’ultimo minuto utile l’assegnazione della cattedra”.

Lo sfogo appartiene ad una docente leccese, Nicoletta Martella, che fa parte del gruppo di protesta che da lunedì 27 agosto si è accampato in sit-in presso la sede del Provveditorato degli Studi di Lecce.

Il presidio di via Cicolella, mantenuto dagli insegnanti che si sono dati il cambio nel corso delle ore, ha conosciuto una tregua nella mattinata di oggi. I docenti hanno infatti strappato un incontro al nuovo provveditore di Lecce, Vincenzo Melilli, che si è dimostrato disponibile ad affrontare il nodo dei posti in deroga. E hanno deciso di scioglierlo in virtù delle buone notizie comunicate nel pomeriggio dal dirigente.

“Abbiamo chiesto l’aumento del numero di cattedre per il sostegno, nelle scuole medie e superiori– ha spiegato Nicoletta Martella -: ogni anno, infatti, ad un tot di domande non corrispondono altrettanti posti disponibili. L’anno scorso abbiamo insistito e protestato, fino ad ottenere dall’Usp l’autorizzazione di nuove cattedre: una trentina di posti in più che hanno permesso ad altrettanti colleghi di rimanere a casa”.

L’incontro è stato foriero di novità perché il provveditore Melilli si è impegnato a fare il possibile per aumentare il numero dei posti in deroga: numeri non ce ne sono ancora, ma saranno resi noti, insieme alle graduatorie definitive, alla fine di agosto.

Ma non sono solo le cattedre per gli istituti di 1° e 2° grado a mancare. I docenti lamentano infatti anche uno scarso tempismo nell’assegnazione: “Con la legge 107, conosciuta anche come buona scuola, abbiamo subito un ricatto. Potevamo ottenere il ruolo sì, ma a patto di scegliere e dirci disponibili a trasferirci in qualunque punto del Paese. Avevamo a disposizione 100 opzioni che corrispondono ad altrettante province italiane".

Martella insieme ai colleghi punta il dito anche contro la “scarsa” tempistica del Miur, per usare un eufemismo: “L’anno scorso abbiamo avuto notizia delle assegnazioni alle 4 di notte del 31 agosto. Molti docenti sono partiti in fretta e furia verso la sede di assegnazione, perché il 1° settembre bisogna prendere servizio”.  

In bilico fino all’ultimo, quindi, per conoscere dalle fonti ministeriali la propria destinazione di lavoro. Sperando di poter restare in zona altri 12 mesi, usufruendo dell’assegnazione provvisoria.

“La nostra protesta abbraccia più cose e non è solo un problema di tempi – aggiunge la docente -.  Dietro ogni partenza di un professore ci sono storie famigliari e problemi da considerare. Ed è per questo che contiamo nella disponibilità manifestata dall’Usp nel risolvere un problema che si ripresenta ogni anno”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Più posti in deroga": l'apertura dell'Usp. Sciolto il presidio dei docenti precari

LeccePrima è in caricamento