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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pompieri in un comando fatiscente, presto le verifiche sull'intero edificio

Due le ipotesi: ristrutturazione o nuovo stabile. I sindacati dal prefetto chiedono tempi certi. In cerca di una sede temporanea

LECCE – E’ il paradosso nella nazione dei paradossi. I vigili del fuoco spengono fiamme, salvano vite, estraggono corpi da sotto le macerie e svolgono verifiche statiche sugli edifici. Ma quelli leccesi sono costretti, a loro volta, a vivere giornate lavorative che già non sono passeggiate, in una sede cadente con “problemi di stabilità strutturale e soprattutto di sottodimensionamento rispetto agli stessi standard del ministero” dell’Interno. Lo scrivono i sindacati di riferimento (Cgil, Cisl, Uil, Conapo e Confsal), tutti riuniti per una causa comune.

Basta passarci accanto per rendersene conto. Il comando di viale Grassi sembra ormai più un edificio storico che una struttura funzionale alle esigenze di un corpo moderno. Manca un prospetto barocco, viene da scherzare, perché, in fin dei conti, è “solo” degli anni ’50. Ma per il resto è uno stabile ormai vetusto e cadente.

Risposte concrete e veloci, chiedono quindi i vigili del fuoco, pronti a incrociare le braccia. Lo stato d’agitazione per ora è comunque congelato. Ogni  decisione futura, spiegano i segretari dei cinque sindacati, è legata all’esito di una verifica di vulnerabilità della struttura che si dovrebbe svolgere a breve.

Sul tema, nei giorni scorsi, s’è svolto un vero e proprio tentativo di conciliazione in Prefettura che ha visto seduti allo stesso tavolo il prefetto Claudio Palomba, il comandante dei vigili del fuoco, Giuseppe Bennardo, e i responsabili delle sigle dei lavoratori Fernando Chiri (Cgil Vvf), Sergio Scalzo (Fns Cisl), Alessandro De Giorgi (Uilpa Vvf), Giancarlo Capoccia (Conapo), Tommaso Pisanò (Confasl).

Le organizzazioni hanno manifestato all’unisono al prefetto, proprio in veste di arbitro, il disappunto per via dello stato di degrado in cui versa lo stabile. Durante l’incontro, in cui sono state messe in evidenza problematiche di natura strutturale e di spazi a disposizione del personale, si è cercato soprattutto di capire lo stato dell’arte. E, facendo il punto della situazione, si è al momento in attesa di una verifica di vulnerabilità sull’intera struttura. Tempo, qualche settimana.

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Il sondaggio tecnico dovrà fornire dati certi sul reale stato di salute dello stabile. L’esito sarà determinante, perché, qualora emergessero criticità particolari, la caserma di viale Grassi potrebbe anche chiudere i battenti per sempre. Insomma, ristrutturazione e consolidamento (con eventuale ampliamento, usando stabili alle spalle della caserma) o una struttura completamente nuova? Il nodo, per ora, resta. E, in ogni caso, comporterà spostamenti temporanei in altre sedi. Bisogna quindi trovare anche soluzioni transitorie per garantire la continuità del servizio, e fra le ipotesi vi sono la caserma “Pico” e la sala operativa provinciale della protezione civile.

sindacati-4“Il dato certo è che finalmente nelle prossime settimane, dopo circa un anno di procedure burocratiche si avvierà la verifica di vulnerabilità del fabbricato che sarà determinante per le successive iniziative”, dicono i sindacalisti. “La nostra preoccupazione è ovviamente rivolta al personale che dovrà subire i disagi per il tempo necessario ai lavori”, proseguono, chiedendo dunque che siano brevi. “Il dato positivo – spiegano ancora - è che il fondo per gli adeguamenti-consolidamenti-ristrutturazioni delle sedi è già esistente e le risorse già stanziate. Il nostro comando al momento è l’unico in Italia ad aver presentato contestuale richiesta di verifica strutturale e di vulnerabilità. Questo potrebbe velocizzare l’assegnazione delle risorse necessarie”.

In attesa dei risultati, i sindacati hanno richiesto e ottenuto anche l’istituzione di una commissione. Dovrà monitorare e valutare le iniziative del comando, rendendo partecipe tutto il personale e coinvolgendo i sindacati nella scelta dei siti temporanei. L’incontro fra le parti sarà aggiornato entro trenta giorni dalla seduta (che s’è tenuta mercoledì 17 ottobre) per avere notizie sull’avanzamento delle pratiche e sulle varie verifiche. Da cui dipenderà il futuro salentino di uno dei corpi più amati dagli italiani.

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