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Dopo le modifiche al Codice

Non garantito il contraddittorio: iter per l'interdittiva antimafia da rifare

Il provvedimento riguardava una società successivamente assorbita da un trust dei fratelli Pasquale e Saverio De Lorenzis. Soddisfatti i legali Pier Luigi e Giorgio Portaluri

LECCE - La prefettura deve garantire il contraddittorio procedimentale prima dell'adozione eventuale di una interdittiva, in modo che già in quella sede possano essere espresse le argomentazioni difensive.

Lo ha chiarito il Tar di Puglia, sede di Lecce (presidente D'Arpe, estensore Gallone), accogliendo la richiesta cautelare con la quale un trust del settore del settore dei giochi e delle slot, costituito negli anni scorsi dai fratelli Pasquale e Saverio De Lorenzis, aveva contestato la violazione di una norma del decreto legge 152 del 2021, per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quel provvedimento, infatti, ha introdotto una riforma del codice antimafia assicurando il diritto al contraddittorio tra l'organo territoriale del governo e il soggetto privato, previsto in via generale dall'ordinamento ma di fatto non riconosciuto dalla giurisprudenza.

Nel trust era confluita una società investita precedentemente da interdittive antimafia, una delle quali era stata confermata nel dicembre scorso. I giudici hanno accolto le tesi degli avvocati Pier Luigi e Giorgio Portaluri perché la prefettura avrebbe dovuto garantire il contraddittorio nel procedimento che ora dovrà ripartire dal punto iniziale. Soddisfatti del pronunciamento del Tar i due legali che hanno ricordato come la riforma del codice, definita “di opportuna civiltà giuridica” sia stata auspicata dal Consiglio di Stato in recenti decisioni, con appelli al legislatore affinché venisse assicurato il pieno svolgimento dei diritti procedimentali. 

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