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Conferenza congiunta

Prezzario delle opere pubbliche, attacco frontale alla Regione: “Lontana dalla realtà”

Le associazioni di categoria delle imprese del settore edile l'irrisorietà degli adeguamenti, basati su variazioni precedenti la crisi energetica e denunciano anche il pericolo di appalti che si allontanano dal perimetro della legalità

LECCE – Le associazioni di categoria che rappresentano le imprese operanti nel settore delle opere edili lanciano un attacco frontale alla Regione Puglia: l’aggiornamento del prezzario, pubblicato il 20 maggio, è insostenibile, penalizzante e foriero di rischi anche rispetto alla realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

L’adeguamento, generalmente di pochi punti percentuali, risulta così irrisorio rispetto all’aumento del costo dei materiali che gli operatori si ritrovano costretti anche a rescindere contratti già siglati. È il caso di una srl con sede nel Salento e a Matera rispetto a un appalto per lavori sulla Tangenziale Ovest di Lecce. La conseguenza sul piano occupazionale è la cassa integrazione per una cinquantina di operai quando invece ci sarebbe così tanto lavoro che l’imprenditore ne potrebbe assumere molti altri, quella più generale è un inevitabile ritardo nella cantierizzazione delle opere e, dunque, un danno diretto per la collettività.

Le aziende si sentono messe ai margini e denunciano anche un pericolo reso già molto attuale dal discusso meccanismo dei ribassi: “Le imprese sane non sono nelle condizioni di partecipare alle gare. Il rischio è quello di territorio invaso da soggetti senza scrupoli” ha dichiarato Giuseppe Petracca di Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria (Confapi) nel corso della conferenza stampa congiunta indetta presso la Camera di Commercio, introdotta dal segetario dell'ente, Francesco De Giorgio.

Valentino Nicolì, presidente di Associazione Nazionale Costruttori Edili di Confindustria (Ance), ha poi aggiunto: “Ci sono grandi gare che sono andate già deserte, mentre le piccole procedono perché ci sono imprese che offrono ribassi eccessivi”.   All’incontro con la stampa erano presenti anche Luigi Marullo per Confartigianato Imprese, Fernando De Carlo per Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. La richiesta è di una revoca immediata del prezzario, di un aggiornamento in linea con quanto previsto del Decreto Aiuti (firmato tre giorni prima la pubblicazione sul bollettino ufficiale regionale) e di una partecipazione delle associazioni di categoria alla redazione del nuovo elenco dei prezzi.

“Si è verificato - ha spiegato Nicolì - un vero e proprio cortocircuito con il Decreto Aiuti con il quale il governo ha previsto che, nelle more dell’aggiornamento previsto entro il 31 luglio, le amministrazioni pubbliche possano determinare un incremento fino al 20 percento”. Un tetto ritenuto sufficiente per andare avanti ed evitare il blocco, spiegano gli edili, ma che dovrebbe poi fare i conti con una reale analisi dei prezzi: alcuni materiali sono arrivati a costare il doppio: “Sembra di stare in Borsa – ha spiegato De Carlo -. Ogni giorno ci sono variazioni”.

Le associazioni contestano alla Regione di aver preso a riferimento il primo semestre del 2021 quando l’incremento non era ancora così marcato come lo è stato nel successivo. Si è così determinata una forbice tra i due periodi di poco più del 28 percento, per esempio, per il ferro acciaio tondo per cemento armato e di circa il 18 per il bitume. E tutto questo, rimarcano, è avvenuto nella noncuranza del decreto di aprile con il quale il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili aveva previsto una rilevazione dei prezzi nel secondo semestre.

La Puglia, insieme alla Basilicata, si è invece distinta per una scelta inopportuna e incongrua, mentre altre regioni hanno consentito alle proprie aziende di rimanere sul pezzo. La ragione della pubblicazione del prezzario, avrebbero appreso le associazioni da fonti regionali, sarebbe quella di un mero adempimento formale. 

Marullo ha invece introdotto un tema collaterale, quello della cessione del credito: “Nel cassetto fiscale abbiamo crediti che le banche non accettano. Lo scenario è molto preoccupante”. Insomma, fatti due conti, la forte ripresa determinata dell'iniezione nel comparto di edile dei bonus potrebbe perdere di slancio fino a determinare uno stallo con ricadute anche sul Pnrr. 

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