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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Eolico al largo del Tacco, presentato progetto. Vicesindaco di Castro: “Nessun bisogno di contentini”

Falck Renewables e BlueFloat Energy hanno illustrato l’avvio dell’istanza autorizzativa per l’installazione di pale galleggianti nello specchio d’acqua antistante le coste salentine. Alberto Capraro invoca l’urgente costituzione dell'Area marina protetta Otranto-Castro-Leuca

LECCE – Dopo quello al largo di Brindisi, parte l’iter per la richiesta delle autorizzazioni per un secondo parco eolico marino galleggiante anche nello specchio d’acqua antistante le coste salentine. Ma tra gli amministratori locali serpeggiano i primi mal di pancia. Falck Renewables e BlueFloat Energy, le due aziende interessate all’installazione delle pale offshore per la produzione di energia rinnovabile, hanno presentato il progetto nella mattinata di oggi a Lecce. Il prossimo step, hanno fatto sapere, sarà quello del deposito della documentazione funzionale all’avvio dell’istanza autorizzativa per conto della società Odra Energia.

Per quest’ultima si tratterebbe di una prima fase interlocutoria con la comunità locale e i suoi amministratori, in vista di uno studio e della  richiesta successiva della procedura di Via, la Valutazione di impatto ambientale. La società depositerà la richiesta di concessione demaniale marittima presso il ministero delle Infrastrutture e all’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico meridionale.

A detta della Odra Energia, la capacità massima installata prevista per questo progetto sarebbe pari a circa 1,3 gigawatt, la produzione annuale stimata a circa 4 terawattora “equivalente al consumo di oltre un milione di utenze domestiche italiane e alla mancata emissione in atmosfera di oltre due milioni di tonnellate di anidride carbonica”.Windfloat 4 da costa-2

Le due aziende in partnership annoverano, tra i benefici del loro progetto, i posti di lavoro: stimano oltre 150 posti stabili per attività di manutenzione una volta realizzato l’impianto galleggiante, di cui circa l’80 per cento da risorse locali. Puntano inoltre sulla valorizzazione della manodopera del luogo e sull’ampliamento delle competenze correlate alla sostenibilità energetica. E tra le esternalità citano anche  lo sviluppo dei porti pugliesi e la spinta alla ricerca come opportunità per le università.

Dall'amministrazione di Castro è polemica

Ma qualcuno già non ci sta, come il vicesindaco di Castro Alberto Capraro. “Innanzitutto occorre precisare che l'iter autorizzativo non è ancora iniziato. Nel comunicato stampa le aziende fanno sapere di agire nell'interesse dell'ambiente e del territorio con l'imprescindibile confronto con gli attori locali. Ma le aziende non hanno ancora incontrato le amministrazioni di Otranto, Santa Cesarea Terme e Castro quindi questo progetto difetta già di un aspetto fondamentale. Dall'ufficio stampa mi assicurano che è stato un disguido e che ci incontrano al più presto”, dichiara Capraro dalla sua pagina Facebook.

“Detto ciò, le aziende promuovono questo progetto come rilevante ai fini della transizione ecologica, della green e blue economy, della decarbonizzazione, ma anche del risparmio economico in bolletta per i cittadini e di numerose opportunità di sviluppo e occupazione. Ritengo che un progetto del genere e una convocazione di un'amministrazione debba passare necessariamente via Pec e che, in ogni caso, sia imprescindibile quindi prima della conferenza stampa riservata ai soli giornalisti, le aziende avrebbero dovuto mettersi in contatto con le pubbliche amministrazioni nei mille modi disponibili, anche recandosi di persona. Senza una progettazione esaustiva a disposizione dei cittadini non può esserci un serio e puntuale dialogo. Tutto ciò prima di presentare la documentazione propedeutica alle autorizzazioni. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale deve bilanciarsi per sua stessa natura con il principio della tutela del paesaggio e dei suoi abitanti”, prosegue il numero due del municipio castrense.

“Sono preoccupato per gli impatti, tra cui quello sulla pesca e quello visivo. Non oso immaginare uno dei nostri scorci a più di 100 metro sul livello del mare che incrocia una distesa di pale in movimento nel nostro blu.  In ultimo, circa le ricadute economiche e sociali sul territorio, con il dovuto rispetto, è un refrain noto e arcinoto che, anche questo, dovrebbe essere valutato in fase di stesura del progetto e non dopo.  Questa terra e questo mare non hanno bisogno di contentini o mancette, né della nuova frontiera del colonialismo economico para-green. Questo territorio intanto esige trasparenza, poi di decidere per il proprio futuro. Viviamo una situazione delicata tra spopolamento e crisi economica, con un paesaggio e un settore da ricostruire, tutto ciò di cui non abbiamo bisogno è un assalto alle nostre risorse più preziose e identitarie. Le amministrazioni dell'Area marina protetta Otranto-Castro-Leuca non indugiassero ancora con la costituzione. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo”, conclude l’amministratore di Castro.

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