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Sit-in davanti alla discarica di Corigliano d’Otranto: attivisti valutano diffida a Regione

Ambientalisti, sindaci e amministratori chiedono alla Regione che nel Piano rifiuti in via di approvazione venga individuato un impianto alternativo (quello coriglianese sorge sulla falda freatica che rifornisce il Salento di acqua potabile). Chiedono inoltre all’ente barese la possibilità di maggiore partecipazione in questo processo decisionale

CORIGLIANO D’OTRANTO – Oltre ai timori per le conseguenze sanitarie, a preoccupare sarebbe l’esclusione dallo spazio interlocutorio e partecipativo. E ora si valuta la possibilità di una diffida alla Regione Puglia. Lo avevano preannunciato nei giorni scorsi e, in mattinata, si sono presentati davanti ai cancelli della discarica mai entrata in funzione di Corigliano d’Otranto: quella indicata invece nel piano regionale dei rifiuti (in via di approvazione nelle prossime ore) come destinazione per la racolta dei rifiuti indifferenziati.

Oltre ad ambientalisti e attivisti, oggi erano presenti anche i componenti del Movimento Regione Salento (che fa capo al consigliere regionale Paolo Pagliaro) e diversi amministratori locali e primi cittadini tra i quali la sindaca coriglianese e i colleghi di Sogliano Cavour, Muro Leccese, Soleto e Martano. Tra il centinaio di cittadini che hanno preso parte, esponenti di associazioni come la Lilt (Lega italiana lotta ai tumori), Italia Nostra, Nuova Messapia e FareAmbiente, confluite nella Rete ambiente e salute Salento.

 Tra gli aspetti contestati alla Regione Puglia quello sanitario: l'ente ha appunto indicato il sito coriglianese, realizzato negli scorsi anni in un luogo che lo stesso Cnr ha tacciato come critico e pericoloso per la salute umana, per via della falda freatica che si trova giù e utilizzata dall’Acquedotto Pugliese per attingere l’acqua potabile da far arrivare nelle case dei salentini. Il malcontento dei manifestanti non è fatto però soltanto di motivazioni medico-scientifiche.  A far storcere il naso, a detta dei partecipanti al sit-in di questa mattina, vi sarebbe “il metodo” utilizzato: nella procedura di approvazione del nuovo piano, infatti, i manifestanti ci hanno anche visto una “riluttanza” a recepire le istanze dei territori da parte della Regione Puglia e di Ager, l’Agenzia territoriale regionale per il servizio di gestione dei rifiuti.

“Va rilevata l’elusione degli elementari principi di partecipazione, accentuata dalla volontà di blindare il Piano nonché dalla minaccia, seppur velata, di addossare a eventuali osservazioni la responsabilità della perdita di finanziamenti (quelli previsti dal Pnrr, ndr).  Su questi aspetti, che rischiano di innescare passaggi poco partecipati e condivisi, questa associazione si riserva di produrre e/o promuovere ulteriori azioni volte ad evi-tare eventuali macroscopiche distorsioni attualmente contenute nel Piano”, a scriverlo è Italia Nostra, ma di parere analogo sono anche diverse altre associazioni che hanno aderito all’iniziativa di dissenso.

Intanto, per le prossime ore, si valuta l’idea di una diffida alla Regione Puglia, con la quale si intimerebbe all’ente di eliminare dal Piano dei rifiuti la previsione di una discarica a Corigliano d’Otranto inserendo, semmai, uno studio per la localizzazione di un altro impianto, magari d’intesa con le amministrazioni comunali, Aro e tutti i soggetti coinvolti.

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