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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Operatori Monteco incrociano le braccia: “Turni elaborati da software con criteri sconosciuti”

Dipendenti e sindacati hanno chiesto spiegazioni circa i parametri utilizzati dal gestionale aziendale che ha partorito la nuova organizzazione del lavoro. “Quella della turnistica è solo la punta dell’iceberg”

LECCE  - Il sit-in è arrivato questa mattina, al terzo giorno di sciopero da parte dei lavoratori della Monteco, la società che si occupa del recupero e della gestione dei rifiuti per conto del Comune di Lecce. Alla base del malcontento la nuova organizzazione dei turni di lavoro che riguarderebbe soltanto parte della platea del personale. Una turnistica comunicata a fine dicembre e, a detta dei dipendenti, elaborata senza una contrattazione preventiva con i sindacati. Dopo la protesta dei giorni scorsi e lo sciopero del 21 gennaio - nei quali i dipendenti si erano recati sotto il municipio in città, accompagnati dalle sigle sindacali per incontrare il sindaco Carlo Salvemini – gli addetti alla raccolta dei rifiuti si sono ritrovati anche ieri davanti ai cancelli di Via Novoli e in via San Nicola, dove sono rimasti per un presidio notturno.

Per poi recarsi oggi in piazza Sant’Oronzo e di fronte all’ingresso degli uffici della prefettura. I rappresentanti Fp Cgil, Cisl Reti, Uiltrasporti e Fiadel, d’accordo con delegati e lavoratori addetti al servizio di raccolta dei rifiuti nel territorio leccese, hanno chiesto che quei turni vengano ora rivisti e rimodulati su base settimanale coinvolgendo l’intera platea composta da circa 200 dipendenti. Altre motivazioni che hanno indotto il personale Monteco a incrociare le braccia riguarderebbero l’imposizione a prestare servizio oltre il monte ore pattuito, ma senza ricevere compensi per gli straordinari. Tra le anomalie lamentate dagli scioperanti e oggi proposte al prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, anche la richiesta da parte dell’azienda di spazzare e ripulire aree della città ben più estese rispetto a quelle assegnate ai singoli lavoratori. Ma il nuovo ordine di servizio rappresenta "soltanto la punta dell’iceberg”, dichiarano i lavoratori “dopo sette anni di ferie d’ufficio e richiami disciplinari”.

La protesta davanti alla prefettura.

“L’attuale gestione aziendale ha fatto del personale storico, al momento del subentro, un oggetto di disparità di trattamento. Ci aspettavamo un rispetto del contratto di lavoro e del livello di ognuno di noi”, afferma Paolo Taurino, segretario provinciale di Cgil Funzione pubblica. “L’azienda tratta i dipendenti con dei parametri che sono sconosciuti alle organizzazioni sindacali. Il nuovo ordine di servizio, stabilito senza una interlocuzione preventiva, ci è stato comunicato per mail alla fine dell’anno. Un certo numero di dipendenti si è ritrovato sballottato in orari diversi e noi abbiamo chiesto conto: perché se ho sempre lavorato di mattina, ora mi tocca il pomeriggio? O viceversa?”, prosegue il sindacalista.

Il motivo della nuova organizzazione del lavoro sarebbe stato comunicato lo scorso 4 febbraio al personale: sarebbe stata elaborata da un software, sulla scorta di alcuni parametri che non sono al momento noti. Una prova per alcuni mesi, per poi essere stabilizzata su base annuale. I dipendenti si aspettano ora che quei criteri vengano però enunciati: chi rientra in quell’ordine di servizio? Coloro che richiedono permessi sindacali? Coloro che usufruiscono dei permessi della 104? I lavoratori che non svolgono al meglio la propria funzione? Nel dubbio, gli addetti alla pulizia della città hanno chiesto l’intervento del prefetto.

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