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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Turni imposti e atteggiamenti discriminatori”, operatori Monteco scioperano e incontrano il sindaco

Lo sciopero nel cantiere della società e poi il sit-in di protesta davanti al municipio leccese, dove lavoratori e delegati sindacali hanno incontrato il sindaco Salvemini. Nuova organizzazione e contestazioni disciplinari tra l'oggetto del malcontento

LECCE – Si sono ritrovati all’alba di oggi, davanti all’ingresso delle due sedi leccesi di Monteco, la società di gestione e recupero dei rifiuti per conto del Comune di Lecce. È cominciato così il primo sciopero di buona parte degli addetti alla raccolta dei rifiuti delle società di igiene pubblica, sostenuti dalle segreterie provinciali di Fp Cgil, Cisl Reti, Uiltrasporti e Fiadel.

Il video: le parole del sindaco davanti a Palazzo Carafa

La protesta si è svolta poi nella mattinata davanti a Palazzo Carafa, sede del municipio leccese, dove i manifestanti hanno richiesto un incontro con il sindaco, Carlo Salvemini. Il primo cittadino si è impegnato a incontrare i vertici della Monteco per riportare i disagi dei lavoratori emersi durante il sit-in. I dipendenti minacciano anche di incrociare le braccia una seconda volta se i motivi del dissenso non dovessero trovare una soluzione. Alla base del malcontento vi sarebbe la recente modifica nell’organizzazione del lavoro, basata su una turnistica stabilita senza consultare le organizzazioni sindacali e comunicata unilateralmente ai lavoratori il 28 dicembre, tramite una nota priva di motivazioni sui cambi turno, tantomeno di criteri oggettivi nell’individuare i destinatari del provvedimento.

Il sit-in di protesta davanti a Palazzo Carafa

Sindacati e dipendenti contestano soprattutto il fatto che la nuova turnistica riguardi soltanto parte della platea dei lavoratori: i più “anziani”, coloro che hanno un contratto da diversi anni e che sono legati al lavoro sul cantiere di Lecce. Alcuni degli operatori presenti alla protesta hanno sollevato una serie di disagi vissuti anche dai “nuovi arrivati”, assunti con un contratto a tempo determinato. “Mentre per noi, se non altro, vige il rispetto delle sei ore lavorative, coloro che sono arrivati in azienda in un secondo momento possono giungere anche a otto, nove ore di lavoro giornaliere. Sono in pratica ricattati”, sostengono.

C’è chi lamenta inoltre continui rimproveri, da parte della Monteco, anche per la sola richiesta di potersi fermare in un bar per usufruire di un servizio igienico. E tra i motivi di esasperazione che avrebbero determinato la protesta la presenza di “controllori” (a lungo non identificati come tali) piazzati dalla società per verificare la condotta dei lavoratori, “spiandoli” durante le fasi dell’attività giornaliera. Si parla di centinaia di contestazioni in un arco temporale di sette-otto mesi. Le organizzazioni sindacali chiedono ora un’equa distribuzione dei turni di servizio mensili sull’intera platea dei lavoratori presenti sul cantiere, circa 300 dipendenti, in modo da evitare atteggiamenti ritenuti “discriminatori”. Diversamente sono pronti ad andare avanti nella mobilitazione, fino ad un nuovo sciopero.


 

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