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Il nuovo protocollo

Sicurezza sul lavoro: formazione, controlli e un osservatorio permanente

Firmato in prefettura, a Lecce, tra istituzioni associazioni datoriali e sindacati un nuovo strumento per ridurre il bilancio delle morti bianche

LECCE - Un osservatorio permanente per monitorare il mondo del lavoro, nelle aree più a rischio del territorio, e come risposta al dramma delle morti bianche: è questa la sostanziale novità, sancita dalla firma dell’ultimo protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro, siglato oggi a Lecce, nella sede della prefettura, tra le istituzioni regionali e provinciali, le associazioni datoriali e i sindacati, alla presenza dei direttori generali di Asl, Inail e Inps. Una mossa preannunciata, ma che per ironia della sorte giunge proprio all’indomani dell’ennesima tragedia sul lavoro registratasi nel Salento, con un uomo di 53 anni che, a Salve, ha perso la vita precipitando da un’impalcatura.

Da un lato, dunque, le istituzioni proseguono il loro costante richiamo alla sicurezza, studiando strumenti sempre più attenti al tema; dall’altro, occorre anche fare i conti con quanto avviene nei cantieri, dove la contabilità drammatica delle morti bianche non sembra arrestarsi. Ci sarebbe, pertanto, da comprendere l’efficacia di questi documenti, della loro concreta applicazione e come mai, nonostante la loro validità, si continui ancora a morire sul lavoro con dati che attestano una vera e propria emergenza in tutto il territorio nazionale.

E che la soluzione al dilemma sia tutt’altro che semplice lo ha chiarito anche l’assessore regionale alla formazione, Sebastiano Leo, presente all’appuntamento odierno e tra i sostenitori di questo protocollo che punta a dare risposte alla problematica. Nello specifico, il documento cerca di rafforzare la sicurezza sui luoghi di lavoro nella provincia di Lecce, attraverso alcuni impegni assunti dai firmatari: il principale è l’istituzione di un osservatorio permanente, come preannunciato in apertura, che monitori il mondo del lavoro sulle aree a rischio e ne riporti i dati con cadenza temporale prestabilita, affinché si possa procedere verso un migliore sistema di prevenzione degli infortuni.

Allo stesso tempo, la Regione Puglia s'impegna a garantire il proprio sostegno all’iniziativa, irrobustendo l’attività di formazione per gli operatori del settore. A voler sintetizzare, i punti del protocollo sono essenzialmente tre: osservare, formare, controllare.

Per il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, serve “dare un’anima al documento – dichiara -, affinché attraverso i gruppi di lavoro, il sistema di rete provinciale reagisca a mitigare il rischio per la salute dei lavoratori, valorizzando e creando nuove buone pratiche, capaci di creare sicurezza sul lavoro in tutti i contesti economico produttivi e soprattutto diffondendo la cultura della sicurezza nei singoli cittadini”.

Per l’assessore alla formazione regionale, Sebastiano Leo, non esisterebbe una soluzione “semplice” e “immediata”, ma in questo processo risulterebbe fondamentale partire dai “più giovani con una concreta ed efficace informazione in materia”: “La firma del protocollo – aggiunge – è l’avvio di un processo virtuoso che deve adeguarsi alle diverse esigenze del mondo del lavoro e ci ricorda che non sia più tollerabile morire per lavoro”.

Ada Chirizzi, segretario generale della Cisl Lecce, ha evidenziato come non ci sia bisogno di nuove norme ma di “applicare quelle esistenti”: “Un plauso va al prefetto Trio che ha accolto – dichiara -, con sensibilità e tempestività, la richiesta unitaria di Cgil Cisl Uil di istituzione di un organismo territoriale ad alta connotazione operativa. È tempo di dire basta, anche alla retorica che spesso connota questo tragico fenomeno, e di dare l'avvio ad azioni concrete che diano corpo a quanto le avanzate norme su prevenzione e sicurezza del nostro Paese prevedono. Non abbiamo bisogno di nuove norme, ma della loro applicazione, da accompagnare con un adeguato piano ispettivo così come pure di premialità per le tante aziende virtuose”.

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