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Domenica, 4 Giugno 2023
L'offerta per i giorni festivi

La Puglia mette in mostra il suo patrimonio, nel Salento cartello “closed”

La Direzione generale dei musei ha comunicato le aperture per Pasqua, Pasquetta e 25 aprile: per l'Anfiteatro Romano solo mezza giornata di visite, nessuna per il Castello di Copertino

LECCE – Nei giorni scorsi ha fatto discutere la notizia della sospensione delle visite guidate al Parco archeologico di Rudiae. Un gran peccato dal momento che l'afflusso dei turisti sul territorio leccese è tangibile per le vie del centro storico: si tratta, infatti, di un sito di grande interesse storico e dal sicuro impatto, immerso com'è nella campagna circostante il capoluogo.

Ma non è questa l’unica nota stonata, purtroppo, come testimonia il programma di aperture nei giorni festivi di 14 tra musei, parchi archeologici e castelli che la Direzione Regionale dei Musei di Puglia gestisce. In un elenco in cui figurano, tra gli altri, Castel del Monte, i Parchi archeologici di Canne della Battaglia, di Siponto di Egnazia, il Castello svevo di Trani e quello di Bari, il Museo archeologico Nazionale di Altamura e la Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna” di Bitonto, i due siti della provincia di Lecce – Anfiteatro Romano e Castello di Copertino – sono gli unici che resteranno chiusi (con l’eccezione, nella mattinata del 25 aprile, dell’Anfiteatro).

Non si può negare che esista un problema di organico negli apparati statali che si occupano di beni culturali: quello operativo è insufficiente a coprire le necessità, mentre si fa una fatica enorme a completare i concorsi (anche a causa della pandemia, ma non sarebbe onesto farne un alibi). Accade così che non ci sia il personale necessario a garantire turnazioni e sostituzioni, nonostante gli sforzi che pure vengono tentati.

Ma c'è anche un altro aspetto da considerare, quello della pluralità di soggetti che esercitano la gestione del patrimonio storico, architettonico e archeologico italiano. È una vicenda, questa, molto articolata - affonda le sue radici nella stratificazione amministrativa dell’organizzazione dello Stato e degli enti periferici e nella onnivora lottizzazione degli uffici pubblici - ma anche paradigmatica perché dice molto di alcune “peculiarità” del Belpaese come la sovrapposizione di funzioni e compiti, la dispersione delle risorse, lo scarso coordinamento.

L’inutile complessità che si genera da tali intrecci genera inefficienze in termini di carenza dei servizi al cittadino. In fondo l’unico interesse del visitatore è quello di poter acquistare comodamente il biglietto (magari da una app) essere adeguatamente informato su orari e modalità di fruizione e agevolato per l’accesso ad altri luoghi di interesse, che siano pubblici o privati. Tutto il resto, dal punto di vista di chi fruisce, è relativo. Eppure lentezze, gelosie, rivendicazioni spesso sviliscono le potenzialità dell'offerta culturale e anche la professionalità di donne e uomini che con abnegazione cercano di fare il proprio dovere.

Esiste allora un tema di responsabilità politica e civile che investe la classe dirigente a partire dal livello più alto: assicurare al patrimonio storico e culturale una valorizzazione adeguata e una gestione efficiente. Per l'Italia è una strategia prioritaria, per il Salento una necessità. Passano gli anni, ma gli appelli cadono a vuoto.

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