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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Rapporto Ecosistema Urbano: Lecce perde posizioni, ma piace il Piano delle coste

Nel consueto rapporto di Legambiente il capoluogo salentino si colloca in 67esima posizione su 105. Gli indicatori presi in esame sono 18: dalla qualità dell'aria alla dispersione dell'acqua, dal verde pubblico al numero di auto e incidenti

LECCE – Perde dieci posizioni ma resta la prima delle città pugliesi e incassa anche una menzione per l’approvazione del Piano Comunale delle Coste, iniziativa inclusa nelle 18 pratiche amministrative in Italia da portare come modello.

È un quadro come sempre in chiaroscuro quello che emerge per Lecce dal rapporto Ecosistema Urbano, appuntamento oramai storico di Legambiente sulle politiche ambientali e sui risultati raggiunti: sono 18 gli indicatori adottati, suddivisi nelle categorie Ambiente, Aria, Acqua, Mobilità e Rifiuti. La posizione finale è espressa in centesimi ed è determinata dalla somma dei punteggi raggiunti nei vari ambiti, tenendo presente che alcuni parametri pesano più di altri. I dati analizzati, questo va precisato, si riferiscono all’anno precedente (2020) e va anche detto che le restrizioni per la pandemia hanno inciso su alcuni fattori (per esempio la qualità dell’aria, il trasporto pubblico e nulla o poco su altri, più legati a condizioni strutturali, come il verde urbano disponibile per abitante).

Nel complesso, su 105 città, Lecce figura al 67esimo posto della graduatoria generale (con 49,6 su 100). Taranto è al 77esimo (ed è l’unica pugliese a migliorare), Bari all’88esimo, Foggia al 90esimo, Brindisi in posizione numero 103 (non sono disponibili i dati della sesta provincia, la Bat).

Ronzulli: "Fotografia di una Puglia statica"

La variabile Covid è ben presente nei commenti al rapporto e suggerisce una certa prudenza: “Torna l'appuntamento annuale di Ecosistema Urbano ed ancora una volta fotografa una Puglia statica, sicuramente complice anche l’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto. – ha dichiarato il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli -. Ora, però, i comuni sono chiamati ad osare, spendere bene e concretamente i fondi del Pnrr, perché sono già pubblicati bandi dai ministeri per l’assegnazione di risorse da destinare alla differenziata e alla costruzione di impianti di riciclo, alla nuova mobilità, alla forestazione urbana, al ciclo integrato delle acque. Tra le buone pratiche pugliesi troviamo i nuovi parchi di Bari con l’ex Caserma Rossani e l’ex Gasometro, per Lecce invece la pianificazione territoriale con il Piano Comunale delle Coste”.

Il sindaco, Carlo Salvemini, dopo aver letto il rapporto ne ha tratto le seguenti conclusioni: “La pandemia, i mesi di lockdown, quelli successivi di lavoro agile con forti limitazioni agli spostamenti e alle attività economiche, hanno influenzato le performance ambientali di molte città, inclusa la nostra. Abbiamo buoni riscontri nei parametri relativi alla qualità dell’aria, agli alberi e alle infrastrutture per la ciclabilità, per esempio, mentre il rapporto evidenzia ancora troppe auto per numero di abitanti e una forte incidentalità. Prendo atto di queste valutazioni, sapendo che il senso del rapporto non è sentirsi in competizione con le altre città, ma cercare di migliorare la propria. Le considero uno sprone a fare di più, ma anche la conferma che siamo sulla buona strada”.

Tutti gli indicatori

Il primo indicatore della categoria ambiente comprende il numero di alberi su solo pubblico: Lecce conferma i 30,38 alberi ogni 100 abitanti, ma passa dalla 16esima alla 20 esima posizione (perché altri hanno intanto fatto qualcosa per migliorare). Il secondo indicatore verte sulle isole pedonali per abitante: qui retrocede dal 33esimo al 52esimo posto perché la superficie pedonalizzata per cittadino espressa in metri quadrati risulta diminuita, da 0.40 a 0.26 metri quadrati (può dipendere da provvedimenti provvisori legati alla pandemia). Il terzo parametro è quello relativo al solare pubblico, misurato in kilowatt prodotti su edifici pubblici ogni mille abitanti: Lecce resta ampiamente in coda, migliorando di appena due posizioni fino alla 101. Capitombolo per quanto riguarda l’uso efficiente del suolo (dati Ispra), con il capoluogo salentino che ruzzola dal 44esimo al 99esimo posto. Per quanto riguarda il verde urbano confermato il 93esimo posto con qualche pezzettino in più per abitante (poco meno di 10 metri quadrati, meno comunque dei valori di Taranto e Brindisi).

Nella categoria Aria, Lecce ha dei buoni risultati: è al 26esimo posto nella classifica sulla concentrazione di biossido di azoto, con un miglioramento della 45esima posizione dello scorso anno. Diminuisce anche la concentrazione di Pm 10, ma peggiora lievemente la classifica, dal 37esimo al 41esimo posto. Lecce figura tra le migliori città per quanto riguarda la media dei giorni di superamento del valore soglia di concentrazione dell’ozono, con il 12esimo posto (come detto in premessa, sulla qualità dell'aria pandemia può aver avuto in impatto maggiore).

Per il consumo di acqua potabile piazzamento a metà classifica, con il 56esimo posto in ragione dei quasi 150 litri per abitante di consumo domestico giornaliero: un lieve miglioramento rispetto a quello dell’anno prima, ma a ben vedere il valore preso in esame è lo stesso dell’anno precedente (forse perché non ci sono stati dati ulteriori). Stesso discorso per  la dispersione della rete idrica che misura la differenza tra la quantità immessa nella rete e quella impiegata per tutti gli usi: per Lecce 24esima posizione con poco meno del 25 percento. Per l’efficienza della depurazione, invece, si registra il 75esimo posto.

Nel capitolo mobilità lieve miglioramento nell’offerta di trasporto pubblico che si misura in chilometri percorsi in un anno da tutti i mezzi in rapporto agli abitanti, ma la collocazione resta nella parte medio-bassa, precisamente al 73esimo posto (dal 76esimo). Per il numero di viaggi annui sul totale degli abitanti si passa dall’87esimo al 98esimo posto. L’indicatore delle piste ciclabili – metri equivalenti ogni 100 abitanti – colloca Lecce al 39esimo posto (dal 22esimo). La classifica secondo il tasso di motorizzazione (numero di auto ogni 100 abitanti) vede il capoluogo salentino confermare un risultato negativo, con la posizione numero 85 (84 lo scorso anno); ancora male per quanto riguarda le vittime della strada, cioè il numero di incidenti con decessi o feriti ogni mille abitanti: Lecce perde due altre posizioni e si attesta alla numero 82.

Infine, per la percentuale di differenziata sul totale dei rifiuti prodotti si retrocede di qualche posizione, dal 54esimo al 61esimo (pari a una riduzione di poco meno di un punto percentuale), mentre per la produzione annua pro capite per abitante la posizione è la 57esima con 501,6 chilogrammi contro i 497,2 dell’anno precedente che valevano il 54esimo posto.

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