Rete per l’accoglienza dei cittadini ucraini, le linee guida della prefettura
In mattinata il vertice del prefetto Trio e i sindaci per l’allestimento dei posti di accoglienza straordinaria. Necessario comunicare anche gli arrivi spontanei per garantire la tutela sanitaria. Misure specifiche per i minorenni
LECCE – Il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, questa mattina ha coordinato una riunione organizzativa con i sindaci della provincia per informarli sulle modalità di gestione dell’accoglienza dei cittadini ucraini delineando, alla luce della circolare del ministero dell’Interno dell’8 marzo scorso e delle ordinanze del Capo del dipartimento della Protezione civile, le diverse tipologie di accoglienza che potranno essere attivate .
“L’attenzione della prefettura” ha spiegato il prefetto, “viene rivolta prioritariamente al reperimento di nuovi posti per i centri di accoglienza straordinaria e, secondo le disponibilità dei sindaci che dovranno assumere opportune intese con il servizio centrale, della rete del sistema di accoglienza e integrazione”
Il prefetto ha quindi sollecitato, in questa fase di pianificazione, il massimo coinvolgimento degli enti locali attraverso le disponibilità di strutture e soluzioni alloggiative idonee che i sindaci vorranno comunicare alla prefettura e che potranno rientrare nella rete dei posti Cas, attraverso accordi di collaborazione.
Concorreranno inoltre a definire il modello operativo dell’accoglienza le strutture attivate dalla Regione per emergenza Covid-19 in stretto raccordo con il commissario delegato, il presidente della Regione, Michele Emiliano, con il quale già ieri si è tenuta la cabina di regia, alla presenza dei prefetti della regione.
Il prefetto Trio ha richiamato l’attenzione degli stessi primi cittadini sulla necessità di comunicare gli arrivi spontanei nei rispettivi territori che potrebbero non essere noti alle istituzioni che per prime devono registrarne le presenze.
Accade, infatti, che molti arrivi si concretizzino all’interno di reti di conoscenti e familiari e pertanto sussiste il rischio che i profughi non possano fruire della preventiva tutela sanitaria.
D’intesa con la questura di Lecce e con la direzione generale dell’Asl è stato diramato anche un fac-simile di comunicazione indirizzata alla questura e all’azienda sanitaria locale e, per conoscenza, alla prefettura, con l’obiettivo di un censimento per organizzare i servizi attraverso una rapida presa in carico dal punto di vista sanitario, nonché di registrazione delle presenze da parte della divisione immigrazione della questura.
Nell’apprezzare le numerosissime disponibilità comunicate dalle famiglie, il prefetto ha altresì suggerito, al momento, che i sindaci e le Caritas realizzino un censimento di tali adesioni che potrebbero successivamente essere valutate.
Con riferimento ai minori stranieri non accompagnati ed ai minori accompagnati, è stato tracciato un percorso, d’intesa con il presidente del Tribunale per i minorenni e il procuratore della Repubblica presso lo stesso tribunale, che privilegerà l’accoglienza nelle strutture autorizzate.
Anche gli obiettivi dell’inserimento scolastico saranno puntualmente perseguiti secondo le istruzioni del Miur diramate dall’ufficio scolastico regionale e territoriale.
Al termine dei lavori, il prefetto ha sollecitato i sindaci a candidare le proprie strutture di immediata disponibilità, ringraziandoli “per la straordinaria sensibilità manifestata dalle rispettive comunità nei confronti della popolazione ucraina gravemente colpita dal conflitto in atto”.
Ha quindi invitato gli amministratori e, per loro tramite, i cittadini a supportare con un’azione di solidarietà e sostegno le famiglie di profughi che giungeranno nelle strutture preposte all’accoglienza.