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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Rifiuti conferiti in modo errato: cartellino giallo per Palazzo dei Celestini

Il 27 settembre, nella sede di prefettura e Provincia di Lecce gli operatori della raccolta non hanno potuto svuotare alcuni carrellati della frazione organica: usati sacchi non conformi

LECCE – Anche a Palazzo dei Celestini, dove hanno sede Provincia di Lecce e prefettura, capita che le indicazioni sul corretto conferimento dei rifiuti non siano seguite alla lettera. Un avviso lasciato il 27 settembre dagli operatori di Monteco su due carrellati per la frazione organica segnalava infatti l’utilizzo di buste non conformi (devono essere compostabili, non come quelle nere che si vedono nella foto scattata domenica mattina, 6 ottobre). 

La Provincia, dagli uffici della presidenza, declina ogni minima responsabilità, precisando, anzi, di aver inoltrato delle segnalazioni a Monteco dopo aver ritrovato nei carrellati di propria competenza (che non sono dotati di lucchetto) scatole di cibo per animali, giocattoli e abiti per bambini, di cui non si conosce la provenienza: materiale non attinente certo alle attività istituzionali. L'ombra degli abbandoni indiscriminati arriva dunque nel cuore della città, in un edificio storico che, tra l'altro, è anche presidiato per ragioni di sicurezza essendo la sede dell'ufficio territoriale di governo.

Rfiuti, ancora troppe anomalie

Dopo oltre quattro anni dall’introduzione della differenziata, più in generale, continuano a esserci molte anomalie nel conferimento dei rifiuti. A una fase di tolleranza iniziale è seguita una di accertamenti e sanzioni: pratiche sbagliate, infatti, comportano costi maggiori. Più volte ci siamo occupati di mezzi respinti dall’impianto di Manduria dove viene conferita la frazione umida: quando il carico presenta una quota superiore al 10 percento di impurità, non viene accettato ed è costretto a tornare indietro. In poche parole questo comporta un aggravio di costo considerevole, di almeno 50 euro a tonnellata e la filiera delle ricadute rischia di riverberarsi sull’importo medio della Tari.

Di questa e di molte altre questioni correlate si è discusso del resto oggi a Palazzo Carafa, nel corso della commissione Ambiente presieduta da Natasha Mariano Mariano. Ampia è stata la partecipazione dei consiglieri che hanno posto all’attenzione del dirigente di settore, Francesco Magnolo, e del direttore di esecuzione del contratto, Renato Brunetti, una serie di problematiche: dal caso singolo della donna che sarebbe stata sanzionata per aver esposto il contenitore con un certo tipo di rifiuto nel giorno di ritiro di un altro (Saverio Citraro), al nodo della comunicazione sulle pratiche corrette che non avrebbe ancora raggiunto tutta la cittadinanza: allo scopo, tra l’altro, il contratto con Monteco prevede ogni anno attività per un importo di 47mila euro (Gianmaria Greco).

Ampia discussione in commissione

Non solo: Marco Giannotta ha sottolineato l’atteggiamento esclusivamente sanzionatorio della polizia locale, mentre Ernesto Mola ha chiesto che la fascia oraria autorizzata per il conferimento nei cassonetti di prossimità – quelli dei borghi e delle marine – sia anticipata perché quella attuale, coincidente con quelli del nucleo urbano (dalle 22 alle 5 del mattino) , costringe i residenti a percorrere anche qualche centinaio di metri a tarda ora.

La consigliera Paola Povero, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni ha posto il tema della scarsa sanificazione dei carrellati condominiali, operazione che dovrebbe essere condotta a intervalli di tempo regolari. Brunetti ha confermato che la questione effettivamente è reale e ne ha spiegato la ragione: il mezzo che svuota i contenitori procede più velocemente di quello che lava, tanto che il secondo non riesce a stare a ruota del primo. Così facendo capita che al suo arrivo ci siano già nuove buste di rifiuti collocate nell’intervallo di tempo e questo impedisce la sanificazione. Un problema organizzativo, insomma, che Magnolo ha detto di aver già sottoposto all’attenzione dell’azienda.

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