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Ordine degli architetti, eletti i quindici componenti del nuovo consiglio

Il più suffragato è stato Tommaso Marcucci. Cinque le donne nell'organo di governo della professione che ora deve eleggere il successore di Rocco De Matteis

LECCE - Sono stati 719 i votanti per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Architetti di Lecce: le urne sono state aperte venerdì e sabato. L'organo di governo della professione sarà composto da 15 membri, essendo oramai più di 1.500 gli iscritti all'Ordine. 

Il candidato più suffragato è stato Tommaso Marcucci con 304 preferenze; 302 rispettivamente per Aurora Riga e Katy  Tundo, 300 per Giuseppe Barone, 296 per Elisa Conversano, 283 per Antonio Zunno; e ancora: 254 per Walter Carrozzo, 252 per Olga Malorgio e Sergio Pacella, 251 per Danilo Rosario Pastore, 249 per Annalisa Malerba, 246 per Fabio Anchora, 220 per Danilo Rizzo, 214 per Cosimo Cesario De Giorgi, 212 per Franco De Lorenzi. 

I primi dei non eletti sono Fancesco Gabellone con 209 voti, Francesco D'Ercole con 191, 86 per Salvatore Vito Coronese. Le schede bianche sono state nove. Tocca ora al nuovo consiglio l’elezione del nuovo presidente e l’indicazione delle cariche. Il presidente uscente, Rocco De Matteis, si era rivolto agli iscritti con questa lettera di saluto: “La nostra comunità ha bisogno di trovare dentro di sé, tra i propri iscritti, le ragioni e la forza della propria esistenza. Credo che questo vada perseguito su due linee principali: la formazione continua (come volontà di conoscere e non leziosa burocratica verifica della conoscenza) e i concorsi di progettazione quale criterio primo di affidamento degli incarichi professionali".

De Matteis ha ricordato che "non si può agire da soli. È necessario un dialogo costruttivo e continuo con le istituzioni a scala territoriale e regionale, con le università. È necessario essere parte attiva nella popolosa comunità nazionale che spesso stenta, nei suoi ruoli istituzionali, ad essere efficace nelle politiche a sostegno del nostro mestiere. Gli ultimi quindici mesi, nostro malgrado, hanno permesso di riflettere molto sulle potenzialità e le opportunità del nostro lavoro. È ora di uscire fuori dagli slogan, dalle tante profezie profuse e mettere in opera strumenti certi, attitudini realistiche, programmi realizzabili”.

Il senso di questa esortazione è stato ribadito, ultimate le operazioni di scrutinio "alle colleghe e ai colleghi che avranno la responsabilità, l’onore e l’onere di lavorare nel Consiglio dell’Ordine. Colleghi sulla cui dedizione, voglia di fare, generosità e competenza non dubito. A tutti loro il mio augurio di ottimo lavoro, sapendo che il tempo che ci attende è ricchissimo di sfide e opportunità, che andranno dispiegate nell’esclusivo interesse delle nostre comunità”.

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