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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Dad per bambini lungodegenti: rinnovata partnership Bpp e Tria Corda

Finanziato per un altro anno il supporto alla didattica a distanza del progetto “Esco- scuola a casa e in ospedale”

LECCE- Dopo averne promosso la fase di start up, la Fondazione Banca Popolare Pugliese ha rinnovato per un altro anno il finanziamento per il progetto di Tria Corda “eSCO - Scuola a Casa e in Ospedale”, avviato in via sperimentale nel 2019, con il coordinamento scientifico del professor Mario Bochicchio (Università del Salento), per fornire azioni di sostegno all’erogazione di servizi utili ai bambini lungodegenti in ospedale o a domicilio durante tutto il processo di cura.

In sostanza, un innovativo progetto di supporto alla didattica a distanza – di cui in questo periodo tanto si parla anche per la normale frequentazione scolastica – che, mutuando un modello già usato in altri paesi europei (Leho), consente ai bambini malati di frequentare le lezioni della propria classe di appartenenza a distanza e in tempo reale, rimanendo in contatto con i propri amici e insegnanti e riducendo o eliminando i traumi connessi al distacco e al successivo reinserimento scolastico. Il tutto reso possibile attraverso il collegamento internet, l’uso di computer/tablet, telecamere e stampanti e con metodiche opportunamente studiate caso per caso.

Una sperimentazione che ha visto, insieme a Tria Corda e alla Fondazione Bpp, la Asl di Lecce, l’Università del Salento e l’ufficio Scolastico provinciale nell’individuazione del primo caso pilota (una ragazza di 11 anni affetta da Sma) e nella formazione delle tre figure di mediatrici. Primo caso che è stato seguito con soddisfazione da parte di tutti, a cominciare dalla diretta interessata. «L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia – dichiara Maria Eugenia Congedo, referente del progetto per Tria Corda insieme a Marcella Rizzo – ha bloccato il nostro cronoprogramma. Nel mese di marzo avremmo dovuto prendere in carico altri casi segnalatici dall’Ufficio Scolastico, ma ovviamente non è stato possibile. Ci auguriamo di uscire quanto prima da questa brutta situazione e di poter riprendere la nostra attività, perché soprattutto ora, con la Didattica a Distanza, si è evidenziata ancor di più la necessità di supportare queste situazioni gravi che altrimenti, con il solo sostegno scolastico, rischiano di rimanere ai margini del sistema. Abbiamo già la disponibilità ad essere affiancati nell’individuazione di nuovi casi dal servizio ministeriale della Scuola in Ospedale».

La Fondazione Bpp spiega, per voce del presidente Vito Primiceri, perché ha scelto di proseguire con il supporto finanziario. «La Banca Popolare Pugliese ha deciso di sostenere anche per il prossimo anno gli sforzi che le donne e gli uomini di Tria Corda stanno portando avanti da tanti anni per aiutare tutti i bambini più sfortunati che si troveranno nella necessità di essere curati. In particolare l'intelligente progetto "Esco", teso a supportare le relazioni scolastiche dei bambini malati, per un collegamento più stretto con la scuola e i compagni di classe, e per non interrompere la loro formazione. E questo è un importante obiettivo che Tria Corda si è prefissato in attesa che si compia definitivamente la realizzazione del nuovo polo pediatrico a Lecce».

Soddisfazione per gli esiti del progetto sperimentale esprime anche Rodolfo Rollo, direttore generale della Asl di Lecce. «Sono orgoglioso che la nostra Asl – dice – abbia collaborato alla realizzazione di un progetto che con efficacia coniuga il diritto alla salute e il diritto all'istruzione, provando a non sradicare i diritti dei bambini dai luoghi di cura, a tenerli per mano, a contribuire alla loro crescita e al loro percorso di apprendimento, pur in un luogo di sofferenza come l'ospedale o in una condizione di isolamento o distanza dalla scuola e dai propri compagni. Il nostro impegno su questo fronte continuerà perché siamo orientati a trasformare i percorsi di cura e assistenza in percorsi di accompagnamento all'esistenza, integrando i piani individualizzati di cura con i piani individualizzati riabilitativi ed educativi. Perché i migliori risultati si possono raggiungere solo con gruppi interprofessionali che accompagno i bambini e le loro famiglie per tutta la vita».

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