“Sacro Cuore in affanno per i ritardi”. Pneumologia e risonanza ancora al palo
L’associazione pro ospedale sgombera il campo sulle inefficienze lamentate sul presidio di Gallipoli e chiarisce i nervi scoperti della mancanza di alcune strumentazioni essenziali e della riattivazione di reparti. Boom di nascite e servizi in Ostetricia
GALLIPOLI - La classificazione regionale di ospedale di primo livello difesa a denti stretti, l’arrivo di nuove professionalità e di dirigenti medici, il supporto economico dei fondi Pnrr per garantire servizi e nuove apparecchiature, non sono ancora sufficienti per garantire il rilancio definitivo del Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli. La struttura ospedaliera comprensoriale nonostante l’abnegazione e i sacrifici del personale medico e sanitario continua ad essere penalizzata, a quanto pare, da troppi ritardi degli organi decisori.
Una circostanza che viene dettagliatamente messa in luce dal presidente dell’associazione “Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli-ospedale dell’arco ionico-salentino”, Giacinto Scigliuzzo, che senza molti giri di parole entra nel merito della questione evidenziando come sono proprio le “mancanze” strutturali e della riattivazione di reparti strategici a frenare l’efficienza di un ospedale che nonostante tutto continua ad assolvere alla sua funzione di assistenza e cura dei pazienti.
“Spinti dalle sollecitazioni degli utenti, assolviamo al compito di accendere i riflettori su una realtà che, malgrado tutto, continua a denotare vitalità e forza e merita, in conseguenza, di essere messa in grado di esprimere al migliore livello possibile le sue potenzialità” esordisce Scigliuzzo, “e per entrare subito nel vivo dei problemi, chiariamo che quando parliamo di ritardi, ci riferiamo alla sempre procrastinata riapertura dell’unità operativa di Pneumologia e alla mancanza delle apparecchiature radiologiche per praticare gli esami di risonanza magnetica e di angiografia, mentre sul versante dei risultati messi a segno, si impone l’eccellente performance dell’unità operativa di Ostetricia e ginecologia”.
Pneumologia ancora al palo
La mancanza di Pneumologia determina ripercussioni negative dirette sugli utenti, ma anche sull’unità operativa di Medicina. Notoriamente, infatti, le patologie di carattere respiratorio raggiungono l’apice delle affezioni nel periodo autunno-invernale, tanto che i posti letto di medicina sono coperti anche fino all’80 per cento da pazienti che, per il tipo di patologie di cui sono affetti, dovrebbero essere invece ricoverati in Pneumologia.
Reparto che è stato chiuso nel 2020, quando gran parte del personale è stato trasferito al “Vito Fazzi” per fronteggiare la crisi pandemica da Covid 19, con una promessa di riapertura che fino ad ora non ha avuto seguito.
“A Gallipoli continua ad operare solo un ambulatorio di Pneumologia” spiega Scigliuzzo, “i medici specializzati lavorano in Medicina, ma non dispongono di una struttura specialistica quale era assicurata da una specifica divisione, con adeguato numero di medici supportati da infermieri che avevano acquisito una formazione specifica con conoscenza delle apparecchiature presenti in reparto”.
“Siamo convinti che il senso di responsabilità di tutte le persone coinvolte garantisca comunque elevati standard assistenziali. Riteniamo però” continua il presidente dell’associazione pro ospedale, “che sia necessario riaprire la struttura di Gallipoli e ripristinare i venbti posti letto disponibili e, nelle more, che sia rafforzata la capacità operativa del reparto di patologie polmonari di Medicina, dotandola di un medico responsabile, anche allo scopo di favorire la specializzazione degli infermieri”.
In attesa di Risonanza e angiografo
La carenza di apparecchiature radiologiche è un problema di vecchia data per l’ospedale gallipolino per quanto attiene alla Risonanza magnetica e all’angiografo. Dotazioni pur previste grazie anche al supporto dei fondi dedicati del Pnrr, ma sino ad ora si è ancora in attesa quanto evidenzia l’associazione “Sacro Cuore di Gesù”
A proposito della prima apparecchiatura, nell’ambito del presidio sono stati identificati e sono disponibili da anni i locali idonei all’installazione e sono ormai trascorsi molti mesi dalle ultime assicurazioni di una prossima dotazione, formulate dalla Asl nel contesto di un incontro in commissione regionale sanità.
Su tali versanti, la situazione è anche più pesante a proposito dell’angiografo e destinata a peggiorare ulteriormente. Attualmente, anche più volte al giorno, pazienti accompagnati da un medico e un infermiere devono raggiungere il “Vito Fazzi” per essere sottoposti ad angiografia funzionale ad interventi di emodinamica.
La situazione è destinata ad acuirsi, perché ai costi di tale personale, oltre che degli autisti e degli oneri connessi alla mobilità, si aggiungeranno quelli dell’esame radiologico quando il “Fazzi” diventerà Policlinico ed avrà una gestione finanziaria autonoma e diversa da quella della Asl di Lecce.
“E’ auspicabile che l’interesse economico possa dare forza alla necessità di garantire risorse, strumentali, di personale e di servizi” auspica Scigliuzzo, “in un presidio come il Sacro Cuore di Gesù che, malgrado tutto, continua a dimostrare d’essere d’eccellenza. E nella consapevolezza che il nuovo rapporto che si creerà con il Vito Fazzi obbliga alla crescita gli ospedali di primo livello come quello di Gallipoli”.
La “crescita” di Ostetricia e ginecologia
Note positive invece si registrano dall’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del Sacro Cuore a dispetto di qualche cattiva informazione. L’anno scorso, nel contesto di accertata crisi della natalità, nel periodo marzo-dicembre in cui il reparto è stato diretto dall’attuale primario, Oreste Balzani, sono stati infatti registrati 518 parti contro i meno di 400 degli anni precedenti.
Il numero dell’aumento dei parti, tuttavia, è soltanto la spia del fatto che la divisione sta funzionando al meglio: cura il rapporto umano, ha ridotto drasticamente la percentuale di tagli cesari, ha aperto l’ambulatorio di isteroscopia, potenziato l’ambulatorio di gravidanza a rischio e gravidanza fisiologica, eseguito tantissime ecografie e visite ginecologiche, incrementato il numero e la qualità degli interventi ginecologici.
In generale, ciò é avvenuto d’intesa con la direzione medica del presidio, guidata da Eligio Rocco Catamo, e in sinergia con gli anestesisti e il personale del settore operatorio. Altro si potrà fare, a breve, come il parto in analgesia in tale divisione.