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Martedì, 23 Aprile 2024
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Giudecca salentina: Lecce segreta, dalla discesa all’Idume al museo ebraico

LeccePrima ha percorso la città sotterranea, dalle antiche vestigia della comunità ebraica, partendo da Palazzo Adorno, fino a Palazzo Personè. Un viaggio appassionante nella storia

LECCE - La porta è piccola, di colore verde e per aprirla si deve spingere con forza. Si entra abbassando la testa e dopo aver sceso qualche gradino, c’è buio e umidità. Qualcuno accende una fioca luce e tutt’intorno la pietra prende vita. C’è un silenzio quasi mistico e certamente antico, voltandosi sulla sinistra, tra la pietra che pulsa, si scorge acqua cristallina, immobile, ferma. Si scendono altri gradini per allungare lo sguardo che si espande nella fonte sorgiva: siamo sotto al raffinato palazzo Loffredo Adorno di Lecce, la sede della Provincia, esempio di architettura del XVI secolo che, tra decori di bugne a punta di diamante e giochi di luce, custodisce nel sottosuolo la discesa all’antica Giudecca, il quartiere degli ebrei che hanno vissuto la città fino al 1495, anno in cui furono assaliti dai cristiani.

scorcio Idume-2

Michelangelo Mazzotta, responsabile insieme a Francesco De Giorgi del museo Ebraico di Lecce, ci porta alla scoperta del Salento ebraico o, meglio, dell’antico quartiere degli ebrei che si sviluppava tra vico della Saponea, in cui vi erano le saponiere dove gli ebrei svolgevano le attività connesse alla tintoria e alla tessitura, via della Sinagoga che conduceva, appunto, al luogo di culto dove sorge il museo (noto come Palazzo Personè) e la via che ricorda Abramo Balmes.

Museo ebraico, Lecce-2

Le acque sorgive dell’Idume

E cosa c’entra l’acqua sorgiva che riaffiora dal sottosuolo, custodita da Palazzo Adorno? Per gli ebrei l’acqua sorgiva era importante perché la utilizzavano per il miquè, ossia le abluzioni prescritte dalle regole ebraiche di purità. L’acqua deve essere corrente, deve cioè originare da un’alimentazione costante e mai stagnante, può essere anche acqua piovana. Infatti, in una cisterna visibile dall’interno del museo ebraico, oltre alle quattro vasche, è possibile notare come l’acqua, riaffiora sia dal sottosuolo, ma cade anche dall’alto perché è stato creato un canale di scolo. Per esempio, le donne, al settimo giorno dopo il ciclo, necessitavano del bagno purificatore perché il sangue è ritenuto impuro. La cisterna presente sotto Palazzo Adorno, come verificato da alcuni sommozzatori e geologi, è molto vasta ma chiusa e si trova alla stessa profondità delle vasche della sinagoga: dunque queste venivano riempite con quell’acqua sorgiva.

miqweh, vasca per abluzione-2

La presenza di queste ha creato nell’immaginario collettivo il fiume Idume, di origine carsica. Può darsi che ci fosse come riportato nell’aspetto poetico e storico di antiche mappe, ma certamente scorre nel sottosuolo del territorio di Lecce e sfocia nel Mar Adriatico, in località Torre Chianca, dopo un breve tratto in superficie.

Origini della presenza ebraica a Lecce

Ma quando sono arrivati gli ebrei nell’antica Lupiae? La frequentazione ebraica della città vanta una antichità sorprendente, fin dall’età imperiale romana. I primi a insediarsi furono verosimilmente profughi della Giudea, migrati nella penisola già prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 e.v. (era volgare o era comune, e.c., è stata introdotta in luogo della sigla d.C., dopo Cristo, onde evitare riferimenti a una particolare religione).

cisterne Palazzo Adorno-2

La popolazione ebraica di Lecce fu equiparata dalla legislazione di Onorio agli altri cittadini e godette di ogni diritto, tanto che, tra le prime testimonianze superstiti di ebrei locali, si trova la menzione di un “Pater Lypiensium”, un dignitario leccese, citata nella più antica iscrizione funeraria ebraica datata.

La fuga degli ebrei da Lecce

Avvenne poi, nel 1495, l’assalto alla giudecca salentina: il vescovo Tolomeo, su volere di Carlo V, entrò nella sinagoga per convertirla nella chiesa di Santa Maria Annunziata e nel 1541 ci fu l’espulsione definitiva degli ebrei dal Regno di Napoli, come voluto dalle istanze anti-giudaiche introdotte dai francesi. Seguì la costruzione del monumentale complesso di Santa Croce e dell’annesso convento dei Celestini.

Via della Sinagoga-2

Guida al Salento ebraico

La storia non si consuma certamente qui, e chi ha voluto rimettere alla luce le tracce superstiti della Lecce medievale a beneficio dei visitatori, locali e stranieri, sarà ben lieto di condurvi in un viaggio appassionante della giudecca sotterranea.

Infatti, proprio in questi giorni a causa delle disposizioni del nuovo dpcm anti-covid, lo staff del Museo ebraico di Lecce, diretto da Fabrizio Lelli, docente di lingua e letteratura ebraica all’Università del Salento, sta organizzando delle visite virtuali guidate sviluppando un percorso multimediale. “L’obiettivo- dice Michelangelo Mazzotta- è di far sopravvivere l’aspetto culturale del nostro museo e lo faremo in più lingue”, specifica, sottolineando che circa 40mila visitatori dal 2016 a oggi, hanno fatto viaggi intercontinentali per rivivere l’affascinante storia degli ebrei a Lecce.

Ah, un’ultima cosa: sapete che le orecchiette, pasta tanto amata e tipica pugliese, deriva dalla tradizione ebraica? Ve lo dimostra la storia custodita nel museo ebraico.

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