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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Salento da zona gialla: 81 nuovi casi ogni 100mila abitanti

L'incidenza negli ultimi sette giorni è di poco inferiore alla metà del valore regionale. Il bollettino riferisce di 403 nuovi casi su poco più di 3mila tamponi, oltre a 26 decessi

LECCE - Il primo bollettino dopo il fine settimana è "tradizionalmente" avaro di grandi spunti: si fanno meno test e, di conseguenza, le valutazioni devono essere rinviate al consolidamento dei dati che si delinea durante la settimana.

In ogni caso, la fotografia del bollettino epidemiologico regionale è questa: 403 nuovi casi su 3.065 test (13,1 percento) e 2.059 nuovi casi testati (19,6 percento), con 26 decessi registrati e un incremento del dato dei guariti di 985 unità. Il numero dei casi attuali di Covid è dunque di 55.512, inferiore a quello di ieri (56.120). In ospedale risultano 1.541 pazienti, quattro in meno del dato precedente: di questi 143 sono in terapia intensiva, con 11 nuovi ingressi. 

Per quanto riguarda il dettaglio provinciale dei nuovi casi, 175 sono emersi in provincia di Bari, 22 in quella di Brindisi, 14 nella BaT, 117 in provincia di Foggia, 62 in provincia di Lecce, 18 nel Tarantino. Inoltre quattro casi inizialmente associati a residenti fuori regione e uno che non era stato ancora attribuiti, sono stati riclassificati.

L'incidenza a sette giorni

Negli ultimi sette giorni la media di nuovi casi in Puglia è stata di 1.085 al giorno (contro una media di 1.135 nei sette giorni precedenti). L'incidenza di nuovi casi, calcolata ogni 100mila abitanti, è di 188. In provincia di Lecce la media degli ultimi sette giorni è di 93,1 nuovi casi (contro quella di 124,8 nei sette giorni precedenti). Nel Salento l'incidenza è di 81 nuovi casi ogni 100mila abitanti, un valore da zona gialla: la Toscana, iper esempio, ne registra 78, la Sardegna 121, la Campania 127 (dati aggiornati a ieri). Questo tipo di parametro - l'incidenza media a sette giorni - è oramai ritenuto uno dei più affidabili per rilevare l'andamento dell'epidemia e prevederne gli sviluppi a breve termine.

Chiaro è che i provvedimenti di collocazione in questa o in quella fascia vengono fatti prendendo a riferimento le regioni e non le province e che l'andamento dei nuovi casi va inserito in un combinato di cui fa parte anche il carico ospedaliero: in altre parole, avere pochi casi ma comunque reparti in sofferenza (e un certo affanno nel tracciamento dei contatti) giustifica la collocazione in zona arancione. 

Leggi il bollettino del 18 gennaio

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