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“Una storia di efficienza” / Castrignano del Capo

Salvato dopo una rovinosa caduta: la gratitudine del turista modenese

Con una lettera Massimo Rodolfi ricorda la brutta esperienza vissuta l'8 settembre a Punta Ristola e manifesta tutta la sua riconoscenza per i soccorritori, i medici e tutti coloro che gli sono stati accanto

LECCE - Vittima di una rovinosa caduta di un paio di metri sulla scogliera di Punta Ristola, a Santa Maria di Leuca, un turista modenese ha voluto ringraziare con una lettera tutti coloro che in quell'occasione, era l'8 settembre, e nei giorni successivi, si sono prodigati per lui. 

Così Massimo Rodolfi ricorda quei drammatici momenti: “Io mi trovavo incastrato tra quelle rocce aguzze con un piede a penzoloni e il perone che spuntava dalle carni con un dolore veramente non indifferente. I primi ad arrivare sono stati Mario Fino, infermiere, Francesco Chiarello, soccorritore, e Teo Giudice, autista, della postazione del 118 di Gagliano del Capo, che ringrazio particolarmente per la loro professionalità ed umanità, che oltre ad avermi prestato i primi soccorsi, mi sono stati particolarmente vicini per tutte le tre ore che ho passato in quella scomoda posizione. Non potrò citare per nome e ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti nelle complesse operazioni di soccorso, e mi dispiace, ma a tutti loro va la mia gratitudine”.

I soccorsi si rivelarono particolarmente difficili a causa del punto in cui l'uomo era caduto e ci vollero, come lui stesso racconta, diverse ore per venirne a capo: “Valutata l’impossibilità di recuperarmi per l’impervio sentiero e portarmi all’ambulanza, è stata immediatamente allertata la Capitaneria di Porto, arrivata in tempi rapidi, che però ha rilevato l’impossibilità di recuperarmi via mare, visti gli scogli aguzzi lungo la linea di costa. Poi è stato un susseguirsi di arrivi, dai Carabinieri, ai Vigili del Fuoco, compreso anche un nucleo di speleologi dei vigili. Sono state valutate tutte le possibilità, ma alla fine si è deciso che l’unica via era il recupero in elicottero. L’unico appunto che si può fare, in una storia peraltro di efficienza, è che in una regione come la Puglia avere la disponibilità di un solo elicottero su Bari è effettivamente poco. In ogni modo alfine giunse l’elicottero dei vigili del fuoco, dopo quaranta minuti di volo, e con grande professionalità fui issato a bordo e deposto vicino all’ambulanza”.

Chiuso il momento dell'emergenza, è iniziato quello della presa in carico e, anche da questo punto di vista, il bilancio è positivo: “L’ambulanza - prosegue Rodolfi - poi mi ha trasportato all’ospedale di Tricase, dove non nego che con anche un certo grado di piacevole sorpresa ho scoperto un’eccellenza di questo profondo Sud. Qui mi è stato riallineato l’arto e sono stato messo in trazione fino al giorno dell’operazione per l’installazione di un fissatore esterno. Anche in questo caso mi risulta difficile citare per nome tutto il personale, dagli inservienti, agli operatori sanitari, agli infermieri e ai medici, che si sono tutti contraddistinti per umanità ed eccellenza professionale. Ricordo a memoria il dottor Giovanni Ferraro, che mi ha operato, e il dottor La Selva che mi ha dato utili indicazioni per il mio rientro a Modena. Per la vicinanza amicale ricordo il dottor Michele Accogli e il dottor Maurizio Pizzolante. Ma veramente non voglio far torto a nessuno, perché l’ospedale di Tricase si è dimostrato un’eccellenza di umanità e di professionalità, e mi perdonino tutti coloro che non ho citato per nome. Infine voglio ringraziare il mio amico Wojtek Pankiewicz per la vicinanza e l’interessamento, Vincenza e Ilario dell’agenzia Abitare in Salento che mi sono stati particolarmente vicini, Isabella, proprietaria della casa che ci ospitava, e soprattutto i miei cari amici Fernando e Diana, veramente insostituibili. Grazie ancora a tutti e al grande cuore del Salento”.


 

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