Contratti, turni e rivendicazioni “rimaste inascoltate”: sciopero e sit-in dei lavoratori Sgm
Una delegazione di dipendenti della società pubblica del Comune di Lecce si è data appuntamento al City Terminal per protestare. Al centro del malcontento, a detta dei sindacati, soprattutto le condizioni della contrattazione di secondo livello
LECCE – Un primo incontro col sindaco Carlo Salvemini e col presidente della società della mobilità urbana, Francesco Cantobelli. Poi un secondo. Infine, insoddisfatti da entrambi gli esiti di quegli appuntamenti, i sindacati hanno proclamato lo sciopero spalmato tra mattina e pomeriggio e indetto un sit-in. Una manifestazione cominciata nella mattinata di oggi con una delegazione di circa sessanta dipendenti della Sgm (la società pubblica del Comune di Lecce), che si è presentata nell’area del City Terminal di Lecce per dare vita alla protesta.
Contestualmente, una consistente percentuale dei lavoratori ha aderito allo sciopero che proseguirà anche per in tre ore pomeridiane di oggi. Accanto ai dipendenti sono scesi in strada i referenti sindacali della categoria Trasporti di Cgil, Uil e Ugl, rispettivamente Fabrizio Giordano, Francesco Demarindis e Dario Loporchio. Numerose le rivendicazioni contrattuali già approdate in un primo incontro sul tavolo di Palazzo Carafa, convocato dallo stesso primo cittadino leccese per ascoltare le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici di Sgm. In quell’occasione i sindacalisti avevano sollevato la questione della contrattazione di secondo livello, avevano cioè posto al centro l’esigenza di un integrativo.
Al secondo incontro, circa una settimana dopo, hanno preso parte anche altre due sigle: Cisal e Cisl. Ma la proposta dell’indennizzo, come soluzione aziendale, non avrebbe soddisfatto sindacati, né lavoratori. Tanto da spingere questi ultimi a indire lo sciopero odierno. Questo il resoconto delle due settimane che hanno preceduto il sit-in di protesta. Ma a determinare il malcontento non soltanto l’integrativo, vi sono diverse altre motivazioni: la rotazione del personale sui turni di lavoro; i turni della sosta ritenuti “gravosi” a causa della presenza di rientri mattutini e pomeridiani; mancanza di sale sosta per i dipendenti; le perdite economiche in busta paga e la questione delle soste per usufruire dei servizi igienici. “Le condizioni di lavoro vanno al più presto cambiate e migliorate, soprattutto nei turni. Parlo anche a nome degli altri: non ci sentiamo ascoltati”, dichiara uno dei lavoratori presenti, che intende restare anonimo. Gli fa eco un collega: “Il cambiamento non avvenga soltanto con l’internalizzazione, ma nelle condizioni generali della nostra professione. Dopo 20 anni di gestione privata, società e politica non possono più ignorare la necessità di cambiamento e ammodernamento che tanto sponsorizzano”.