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Risparmio da 500mila euro / Matino

Rifiuti, servizio prorogato ma nessun obbligo per il Comune a rivedere i prezzi

A Matino l’ente aveva chiesto alla Igeco la prosecuzione del servizio di raccolta con ordinanze urgenti: la ditta aveva accettato chiedendo poi una revisione del prezzo. Ma il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta

MATINO - Il Comune di Matino non è obbligato a riconoscere la revisione dei prezzi alla ditta appaltatrice del servizio di raccolta dei rifiuti allorquando, a seguito dell’annullamento dell’originario contratto d’appalto, tale opera sia proseguito con l’emanazione di ordinanze contingibili e urgenti: è il principio di diritto che emerge dalla sentenza del Consiglio di Stato in sede di appello che ha dato ragione al Comune, rappresentato dall’avvocato Pietro Quinto, a fronte della pretesa della ditta Igeco che invocava l’originario contratto di appalto su una gara indetta dal Consorzio Ato Le/3, successivamente annullato.

Era accaduto che per ragioni di carattere straordinario il Comune avesse ordinato alla ditta la prosecuzione del servizio attraverso l’emanazione di ordinanze contingibili alle quali la ditta incaricata originariamente dall’Ato aveva aderito. La ditta aveva poi richiesto la revisione dei prezzi con riferimento al canone fissato nel contratto d’appalto, invocando una continuità del servizio: pretesa a cui il Comune si è opposto, sostenendo attraverso il proprio legale che con l’adozione delle ordinanze adottate dal Comune si era creato un nuovo rapporto giuridico senza un collegamento con l’originario contratto d’appalto. Da questo principio, dunque, la ditta non poteva invocare il canone originario e rivendicare la revisione dei prezzi rispetto a tale canone.

Il Consiglio di Stato ha condiviso le argomentazioni dell’avvocato Quinto, affermando che la prosecuzione del servizio sia avvenuta sulla base di nuovi titoli, peraltro non contestati al momento della loro adozione dalla ditta che aveva eseguito il servizio in regime di proroga. Pertanto, alcuna pretesa poteva essere rivendicata in termini di continuità giuridica del rapporto.

Nel commentare la decisione, Quinto ha sottolineato il carattere innovativo della sentenza del Consiglio di Stato atteso che le specifiche manifestazioni di volontà espresse dal Comune non possono essere collegate ad un diverso rapporto giuridico costituito dall’Ato con proprie regole.

La pronuncia del Consiglio di Stato comporterà un risparmio per il Comune di Matino di circa cinquecentomila euro.

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