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Domenica, 1 Ottobre 2023
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Monopattini, bici e auto in sosta sulle corsie preferenziali: la “mala educacion” a Lecce

A seguito del nostro servizio, realizzato a bordo dei bus della città e nel quale abbiamo registrato una diffusa abitudine alla violazione del Codice della strada, Palazzo Carafa dispone una riunione in settimana con la polizia locale per controlli ad hoc

LECCE – Ma chi è tenuto a controllare? Possibile che nessuno faccia scattare controlli e multe? Sono i due grandi interrogativi di una buona parte della città, quella che osserva le regole, quella che tiene ai comportamenti civili.

Si sposta poco più in là, di un paio di metri. Scocciato. Gesticola dal finestrino contro il conducente del bus che lo ha sollecitato - a colpi di clacson - a lasciare la corsia preferenziale riservata ai mezzi pubblici. L’automobilista brontola, ma è solo uno dei tanti. Uno tra quelli che continua a occupare le corsie riservate ai mezzi pubblici della città. Un altro, in sosta in un punto in cui non gli sarebbe consentito e proprio nelle vicinanze del comando della polizia locale di viale Rossini, non ha neppure le quattro frecce inserite. Abbandona la corsia riservata al passaggio dei veicoli urbani quasi a mo’ di concessione, come se non fosse tenuto.

E ancora, camion posteggiati per lo scarico merci ostruiscono il passaggio dei bus, costringendo i conducenti a serpeggiare come fosse una corsa a ostacoli. Peralto con notevoli rischi, va detto, in termini di sicurezza e di potenziali ritardi che si accumulano durante le corse (e cittadini pronti a inveire contro un disservizio che, molto spesso, è provocato proprio da questa prassi “dal basso”). In una città in cui sembrano esservi poche regole e pure mal tollerate, tuttavia, il “male”  non è rappresentato soltanto dagli automobilisti. I ciclisti che, grazie a una nuova cultura “green” e complice la primavera, camminano sempre più spesso in sella alle due ruote, non di rado lo fanno in tratti in cui non sarebbe loro consentito. O imboccando un divieto. O, ancora, attraversando con il rosso semaforico. Per non parlare di chi occupa prepotentemente i parcheggi o gli scivoli dedicati ai cittadini portatori di disabilità. O dell'esercito di gentitori accostato davanti agli istituti, in doppia o tripla fila, in attesa che i figli escano da scuola.

Il video: le riprese direttamente dai mezzi pubblici in città

L'Ufficio alla Mobilità ha affisso, sui pali del filobus, degli adesivi con un messaggio rivolto agli amanti delle due ruote: “Segui il bus”. L'invito è quello di accodarsi ai mezzi pubblici lungo quei tratti di corsia prefrenziale destinati a entrambi. Solo che quegli adesivi sono presoché invisibili. Illegibili per chi è in movimento. Né sembra andare meglio per ciò che riguarda l’educazione diffusa tra i pedoni, o tra gli utilizzatori di monopattini di cui vi abbiamo parlato in un articolo di alcune settimane fa nel quale avevamo intervistato un ex consulente della Procura della Repubblica.

Auto, bici e monopattini in città: un problema di sicurezza

Risulta, inoltre, che in alcuni tratti della città le dimensioni delle corsie preferenziali non siano a norma (tre metri a fronte dei quattro e mezzo obbligatori), ma risulterebbero dunque più strette, forse troppo per consentire il passaggio dei bus pubblici, oltre che di taxi, veicoli per cittadini disabili e mezzi di soccorso. Sembra inoltre, vista la condotta dei tanti, che non si riesca a trovare la quadra per una mobilità ordinata ed “europea”. Ne abbiamo parlato con Marco De Matteis, assessore a Palazzo Carafa con delega alla Mobilità urbana.

“Come per tutti i problemi relativi all'occupazione impropria di corsie, scivoli, posti auto riservati o corsie dei bus penso che il problema non sia il mezzo con il quale l'infrazione viene commessa, ma il fatto che si presti scarsa o nulla attenzione al rispetto delle esigenze degli altri. La strada è di tutti, ma ciò non vuol dire che tutti, individualmente, siano autorizzati a fare ciò che vogliono. Una maggiore disciplina va soprattutto a vantaggio degli utenti più deboli: bambini, anziani, persone con disabilità. Chi non rispetta la segnaletica o i divieti, come quello di parcheggiare sui marciapiedi, non rispetta le persone che hanno meno scelta su come muoversi in città”. 

“Il concetto di una strada di tutti guida il lavoro dell'amministrazione comunale. Che non consiste - solo - nel sanzionare le infrazioni, ma nel creare le infrastrutture di mobilità che consentono di tutelare la sicurezza di tutti. Da qui le parapedonali nei quartieri centrali, che hanno eliminato il fenomeno del parcheggio delle auto sulle strisce o sugli incroci. Da qui l'investimento forte sulla mobilità ciclistica, con nuove piste ciclabili in sede propria o in sede protetta che accompagnano ogni intervento di rigenerazione in tutti i quartieri. In alcuni tratti dei viali, in attesa della realizzazione di piste ciclabili in sede propria o protetta, da tempo è consentita la circolazione mista bus e bici”.

“È una soluzione che è adottata in molte città, ma la considero transitoria, perché, per quanto sia ammessa dalle norme, la compresenza di mezzi pesanti e biciclette non assicura al cento per cento la sicurezza. A Lecce è presente sui viali storici, ad eccezione di via XXV Luglio dove esiste un percorso ciclabile protetto, e per quanto mi risulta è pienamente a norma. Ma, ripeto, la considero una soluzione temporanea da superare”, dichiara l’assessore.

Il vicesindaco di Lecce e assessore alla Sicurezza urbana, Sergio Signore, ha garantito che, entro la settimana, convocherà una riunione con la polizia locale per predisporre un servizio di controlli e verifiche ad hoc sulle corsie preferenzali in città. “Prenderemo a giorni dei provvedimenti”, ha promesso il numero due di Palazzo Carafa.

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