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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Lotta al narcotraffico dai Balcani verso la Puglia: in “volo” con la guardia di finanza

Dopo il servizio di 5 anni fa, a bordo dei mezzi navali, vi proponiamo quello su uno degli elicotteri che sorvolano le coste del Salento. Da Bari fino ai litorali di Torre dell’Orso e San Foca, per fornire una idea "al volo" sulla modalità con cui vengono intercettati i narcotrafficanti nel Mar Adriatico

BARI – Non più i gommoni oceanici superveloci e neppure i potenti motoscafi con carichi di marijuana e hashish provenienti dai Balcani. Ora la droga arriva sulle coste pugliesi, Salento compreso, in piccoli quantitativi ben occultati su altrettanto piccoli natanti che è spesso complicato intercettare. Eppure l’occhio allenato di un investigatore sa riconoscere e distinguere, ancor prima della strumentazione, l’imbarcazione sospetta con la droga mimetizzata all'interno. L’esperienza fornisce elementi che possono portare un finanziere, dalla cabina di un elicottero, a individuare le “anomalie”. La distanza ravvicinata dalla linea di costa, in primis. Ma a destare certamente l’attenzione delle forze dell’ordine sono anche quei mezzi marittimi che navigano col maltempo. O ancora: “Una volta, abbiamo sorpreso un individuo con reti da pesca legate alla propria barca, ma in un’area in cui la pesca era interdetta. Era in mare per altri motivi”. 

Intanto decresce il traffico di stupefacenti nel Canale d’Otranto e cambia radicalmente il modus operandi della lotta al narcotraffico: nuovi scenari del “mercato” della droga spiegati direttamente dai finanzieri del Roan, il Reparto operativo aeronavale di Bari. Dopo un servizio che la nostra testata aveva pubblicato in esclusiva nell’estate di cinque anni addietro a bordo dei mezzi navali delle fiamme gialle, questa volta raccontiamo la modalità di lavoro direttamente da uno degli elicotteri che sorvola le nostre coste. Uno dei tanti che quotidianamente, 24 ore su 24, 365 giorni su 365, monitora i traffici nelle acque territoriali dell’Adriatico e in quelle contigue. È di appena qualche giorno fa il consuntivo del 2020, divulgato dalla guardia di finanza in occasione del 247esimo anniversario dalla fondazione del corpo.fd2a22a8-8418-48d4-bb2a-8b6a576d860b-3

Il picco e poi il decremento nel 2018

Ammonta a circa una tonnellata il bilancio del sequestro di stupefacente in mare nello scorso anno nella provincia di Lecce, al quale sono seguiti i sigilli a cinque natanti utilizzati per il trasporto della droga e di ben 14 arresti. Dopo il picco di “import” di stupefacenti, quasi totalmente marijuana, registrato nel 2013 (oltre sei tonnellate rinvenute dai finanzieri solo nel Tacco) si è assistito a una notevole inversione del trend. Dapprima un calo netto che si è cominciato a intravedere nel 2015 (meno sequestri e di conseguenza anche meno misure di custodia cautelare), poi un nuovo picco dal 2017 e l’altra curva discendente nell’anno successivo. Lo confermano i numeri a livello regionale: sul territorio pugliese, infatti, sono state 35 le tonnellate di droga recuperate nel 2017 dal Roan: praticamente il 65 per cento del totale di stupefacenti sequestrato su tutta la regione dalle fiamme gialle è stato rinvenuto durante le operazioni aeronavali.

Il video: l'equipaggio del Roan in volo con LeccePrima da Bari al Salento

Le tonnellate di droga sono poi divenute 17,3 tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019 (manette per 27 scafisti) a fronte di “sole” tre tonnellate rinvenute invece nel 2020. Una “vittoria dello Stato”, l’ha definita il colonnello Domenico Di Biase (nella foto in basso a sinistra), dal 2018 a capo del Roan di Bari. Dal 2016 la guardia di finanza è l’unica forza di polizia responsabile dei servizi di ordine e sicurezza pubblica in ambiente marino. Lo hanno stabilito il Decreto legislativo 177 di quell’anno e il Decreto del ministero dell’Interno del 15 agosto del 2017. Così, nel corso degli ultimi anni, ogni attività delle fiamme gialle ha via via depotenziato e disarticolato le organizzazioni criminali dedite al traffico di droga, soprattutto privandole dei propri imperi economici. Ciascuno dei blitz, infatti, si è concluso con i sigilli alle imbarcazioni e spesso con gli arresti dei responsabili. Dopo quei colpi inferti in maniera continuata, con un estenuante stillicidio di misure patrimoniali e provvedimenti cautelari, non sarebbe stato più molto semplice riorganizzare i traffici illeciti. Hanno cominciato a scarseggiare le risorse, dunque i gommoni e, infine, la “manovalanza” in mare. Peraltro quei natanti, una volta confiscati, sono poi passati nelle mani delle fiamme gialle e vengono tuttora impiegati dai militari proprio nella lotta al traffico di droga. Alla quotidiana attività, in mare e in cielo, prendono parte le varie squadre di Manfredonia, Bari, Brindisi, Gallipoli, Taranto e Otranto, assieme a due ulteriori team delle fiamme gialle di Santa Maria di Leuca e Vieste. Ma non solo. In Puglia, come ha sottolineato il numero uno del Roan, Di Biase, a funzionare è la collaborazione con tutte le altre forze di polizia italiane, con i presidi della guardia di finanza di stanza al di là dell’Adriatico e con le stesse forze di polizia dei Paesi “dirimpettai” grazie a un collaudato scambio informativo. Le operazioni internazionali sono coordinate dall’agenzia europea “Frontex”.

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 I mezzi decollano dall'aeroporto di Bari

“Stiamo effettuando un'attività di sorveglianza delle frontiere esterne europee, alla ricerca di target di interesse operativo diretti verso le coste nazionali e potenzialmente coinvolti in traffici illeciti via mare”, recita la voce del comandante dell’equipaggio. Il servizio al quale ha preso parte la redazione di LeccePrima consiste in una missione operativa standard per i finanzieri baresi,  una attività di ricognizione costiera. Circa due ore e mezzo di volo su un elicottero, da Bari fino ai litorali di Torre dell’Orso e San Foca. A bordo, un equipaggio composto dal capitano Ruggiero Soragnese, a capo della sezione aerea del Roan e pilota, dal capitano e co-pilota Nicola Malafronte e dal maresciallo Raffaele Divincenzo, operatore di sistema. Un team con tre finanzieri in quanto attività ordinaria. Nelle missioni in cui si rivela necessario uno scalo, sono invece previsti due manutentori.  Una volta intercettato tramite un monitor il target sospetto – un peschereccio, uno scafo, una unità da diporto - scatta la segnalazione alla sala operativa presso il Roan.

La trasmissione dei dati è immediata e a ciclo continuo e raggiunge i militari sui mezzi navali. Questi ultimi effettuano a quel punto un controllo ed eventuali, successive attività come sequestri di carichi e arresti di possibili scafisti. Le informazioni circolano in maniera integrata e sistemica, mettendo in connessione le sezioni aeree, navali e tutti i vari nuclei e reparti  per le successive attività di indagine. Quasi ogni turno si conclude con almeno un avvistamento, o con una “segnalazione” di una imbarcazione. E la banca dati continua ad aggiornarsi, autonomamente, in tempo reale, acquisendo informazioni continue su mezzi e spostamenti.  L’elicottero è infatti dotato di sensori all’avanguardia, in grado di “zoomare” e cogliere dettagli visivi davvero microscopici da decine e decine di metri di altezza. Al termine della missione il software prepara un documento, pronto per essere smistato ai vari reparti territoriali ed esteri. Un intreccio di informazioni tra i Paesi che si affacciano sull'Adriatico: in fondo condivisione e collaborazione restano, al di là delle indispensabili competenze ultratecniche e investigative, l'unica "rotta" percorribile contro le "rotte" del narcotraffico.

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