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Sette i pazienti guariti. Altri prossimi alle dimissioni. I farmaci utilizzati in terapia

Dopo l'esito negativo di due tamponi, in cinque hanno lasciato il reparto di Malattie Infettive del "Vito Fazzi". Nel reparto di San Cesario di Lecce sono in 18 in fase di remissione dell'infezione

LECCE – Dal 20 al 26 marzo sono stati sette i pazienti dimessi dopo la guarigione dalle strutture sanitarie della provincia di Lecce destinate, sin dall’inizio dell’epidemia, all’emergenza Covid: il reparto di Malattie Infettive di Lecce, con 24 posti letto; quello di Galatina, con 26 e, infine, il reparto ospedaliero di San Cesario di Lecce dedicato ai malati in fase post acuta. Tra i dimessi anche una bimba di pochi mesi con la madre e due ottuagenari.

Presso il “Vito Fazzi” di Lecce sono state cinque le persone risultate per due volte negative al test e quindi dimesse. Stanno osservando ora un periodo di isolamento fiduciario in casa con monitoraggio da parte del medico di base e del Servizio di Igiene Pubblica. Altri tre pazienti sono in attesa dell’esito del secondo tampone per poter poi fare ritorno a casa. Il sesto dei guariti era ricoverato a Galatina dove due altri pazienti saranno dimessi molto presto. Un altro ha superato la fase critica, tornando a respirare autonomamente. Per tutti e quattro si è avuto, come da prassi, per due volte l’esito negativo del tampone.

Un’altra dimissione è stata registrata il 23 marzo a San Cesario di Lecce dove sono ancora ricoverati 18 pazienti, tutti in fase di remissione completa ma ancora positivi al test. Molti – recita la nota di Asl Lecce - sono già sfebbrati, vengono monitorati costantemente, almeno due volte al giorno, con misurazione della pressione arteriosa, frequenza cardiaca, temperatura corporea, emogas e con un trattamento di supporto di ossigenoterapia e antivirali al bisogno.

Un aspetto importante riguarda la farmacologia: nelle strutture citate, ma anche presso il Dea di recente attivazione, si fa ricorso ai protocolli approvati dalla Società Italiana di Malattie Infettive nel vademecum del 13 marzo. Compaiono nell'elenco un antimalarico (idrossiclorochina), alcuni antiretrovirali (usati per l’Hiv) come Kaletra (Lopinavir e Ritonavir) o il Rezolsta (Darunavircobicistat). Utilizzato anche il Tocilizumab, impiegato per la cura dell’artrite reumatoide, con funzione anti infimmatatoria.

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