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Sticchi Damiani a muso duro: "Beceri e ignoranti certi messaggi sul club"

A margine della presentazione del nuovo ds, Stefano Trinchera, il presidente del Lecce ha voluto stroncare alcune persistenti dicerie: una riguarda la presunta volontà di non salire in A, l'altra la mancanza di liquidità

LECCE - Lo sfogo del presidente del Lecce, di solito misurato e prudente in ogni dichiarazione pubblica, non necessita per una volta di una lettura tra le righe o di qualche metafora esplicativa. Al termine della lunga presentazione di Stefano Trinchera nelle vesti di direttore sportivo - cioè di braccio armato di Pantaleo Corvino, responsabile dell'area tecnica -, Saverio Sticchi Damiani ha voluto mandare un messaggio inequivocabile, come a voler mettere una pietra tombale su uno pseudo dibattito che ha accompagnato la delusione di tutto l'ambiente giallorosso per l'epilogo dello scorso campionato.

"I temi che ultimamente mi hanno infastidito di più sono due. Uno lo ha già trattato il direttore (si riferisce a Corvino, che aveva preso la parola in precedenza, ndr) ed è la credenza sbrigativa secondo cui il club non abbia voluto raggiungere la promozione in serie A. Questo è quanto di più offensivo, ignorante si possa dire, perché dopo nove mesi in cui ci siamo letteralmente ammazzati, liquidare il problema in quel modo è becero e sintomatico della sottocoltura sportiva che una parte di questo territorio può esprimere. Un altro tema che mi fa incazzare, quasi quanto il primo, è quello per cui dopo due stagioni condizionate dal Covid questa società non abbia soldi. Per sapere quanto i cinque soci abbiano messo di tasca propria solo quest'anno, dovete moltiplicare l'incasso medio di una gara con 15mila spettatori per le 19 partite in casa. Come se noi avessimo acquistato tutti quei biglietti, ogni volta, al posto di 15mila leccesi. Quelle sono le risorse messe a disposizione per tenere il club in equilibrio, non affidate al direttore per spendere e spandere. Mentre altri club falliscono, noi cerchiamo di strutturarci, di crescere, di investire in risorse umane e in strutture. Non voglio più tornare su questi due concetti, ma vi chiedo - ha concluso rivolto ai cronisti - di essere testimoni di un qualcosa che rappresenta ignoranza alla stato puro, un messaggio che non può passare".

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Chi invece resta affezionato alle metafore si è confermato il direttore Corvino che, come detto, poco prima del presidente, aveva affrontato la questione della promozione sfumata dopo una lunga rincorsa: "Al Lecce non è mancato il motore, se è vero che siamo arrivati in dirittura di arrivo con quattro punti di vantaggio sulla Salernitana e sei sul Monza. Non è mancato nemmeno il lubrificante perché la società ha messo a disposizione un premio promozione importante. Il rigore in semifinale lo ha sbagliato la società? Forse la squadra è arrivata scoppiata alla fine della stagione, forse è mancato altro". Ogni riferimento al ruolo del pilota, dunque alla guida tecnica della squadra, appare abbastanza scontato. 

Più defilato, in linea con il suo carattere quieto, è rimasto il terzo protagonista della conferenza, Stefano Trinchera, che ha riassunto il ruolo che gli era stato già affidato quando ci fu il passaggio di proprietà dalla famiglia Tesoro al gruppo capeggiato da Sticchi Damiani: era la stagione 2015/2016 e il Lecce perse la semifinale dei play off di Lega Pro contro il Foggia. "Da allora sono cambiante molte cose - ha dichiarato il nuovo ds -; fui io a chiedere di andare via, nell'interesse del club. Non mi sentivo ancora pronto per le ambizioni del Lecce. Oggi è un privilegio essere di nuovo qui. Vi racconto un aneddoto: quando con il Cosenza conquistammo la serie B nei play off, io come sempre ero in panchina e il mio telefono prese a squillare in continuazione. Ero intento a festeggiare, come giusto che fosse, ma risposi soltanto a due persone: una era il presidente Sticchi Damiani e l'altra il direttore Pantaleo Corvino". 

Di "ritorno a casa" di Trinchera aveva parlato il numero uno del club nel corso della sua introduzione: "Ci eravamo lasciati con la speranza di rivederci, ma non pensavo avvenisse così presto questo ricongiungimento. Era giusto, dopo la prima esperienza con noi, che Trinchera facesse un percorso proprio: lo ha fatto con risultati straordinari, lavorando con bilanci sempre molto ragionati". Trinchera, che nei mesi scorsi è stato premiato come miglior ds per la stagione 2019/2020 (quella in cui il Cosenza ha centrato l'obiettivo salvezza, non raggiunta, invece, al termine dell'ultima stagione), ha ora il compito di definire l'intelaiatura approntata da Corvino: "Non ci manca tanto, abbiamo una struttura già abbastanza competitiva. Ci sarà ineitabilmente qualche uscita. Noi abbiamo molto rispetto per la nostra tifoseria, che da sempre è l'anima, ma non possiamo avere l'incoscienza di andare sulle montagne russe. Abbiamo senso di responsabilità e di appartenenza". 

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