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Stipendi mancanti e promesse tradite: stallo nella vertenza delle Terme di Santa Cesarea

Cgil, Cisl e Uil pronti a una nuova protesta: "Disattesi gli impegni assunti dalla Regione e dal Comune riguardo ai pagamenti. Troppe incertezze sul futuro occupazionale di 115 lavoratori. Vogliamo risposte"

Santa Cesarea Terme –  All'appello mancano le mensilità di gennaio e febbraio, oltre alla 14esima e ad una parte della 13esima.

La condizione economica, ed occupazionale, dei 115 lavoratori delle Terme di Santa Cesarea non accenna a migliorare. Nonostante le promesse e gli impegni delle istituzioni, specie sul pagamento degli stipendi arretrati.

Al verde da ormai due mesi, i lavoratori lamentano di non riuscire a tirare avanti e ad onorare mutui, prestiti, scadenze. L'esasperazione ha toccato livelli di guardia: “Siamo senza soldi e senza speranze per il futuro. Dalla Regione e dal Comune solo promesse al vento”, denunciano loro.

I sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil appena 3 settimane addietro avevano organizzato un sit-in davanti al municipio di Santa Cesarea Terme. Ma la protesta ha prodotto scarsi risultati: “Il tempo passa e non si muove nulla: nessuno ci convoca, il Cda della società tace, la Regione e il Comune fanno altrettanto. E nessuna somma è stata versata per pagare gli stipendi”, lamentano Mirko Moscaggiuri (Filcams), Carmela Tarantini (Fisascat) e Antonio Palermo (Uiltucs).

I segretari vogliono risposte sul futuro  occupazionale di queste persone: “Avevamo chiesto a Regione e Comune notizie sulla ripresa delle attività e l’apertura di un tavolo istituzionale per affrontare in maniera decisa i problemi esistenti”.

Il sindaco di Santa Cesarea e la stessa Regione, ricordano gli esponenti sindacali, avevano preso l’impegno di far ripartire l’attività lavorativa nel 2021: “Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione in tal senso, né siamo stati convocati”.

Riguardo al pagamento degli arretrati, poi, “ciò che era stato promesso agli inizi di marzo non è stato evidentemente mantenuto”.

“La Asl avrebbe dovuto erogare una anticipazione sulle somme dovute per le cure erogate in convenzione con il sistema sanitario per l’anno 2020 – proseguono loro -. Ma i lavoratori non hanno percepito un euro e sono bloccati in un limbo. È incomprensibile e inaccettabile un atteggiamento di questo tipo, è un silenzio che offende centinaia di famiglie e alimenta rabbia e risentimento”.

Per sbrogliare la matassa i rappresentanti di Filcams, Fisascat e Uiltucs si dicono quindi pronti a mettere in atto nuove azioni di protesta.

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